E sarò felice per te
se tu potrai essere felice per me
cerchi e triangoli
e ora stiamo uscendo con la tua nuova ragazza
troppo lontano da dove siamo stati
so che siamo speciali
io so che siamo speciali

Perché mi commuove questo filmato? Che cosa di me si sente chiamato in causa e in modo così forte, a voce così alta. Una ragazza molto bella e molto ricca invita nella sua villa un ragazzo e una ragazza fidanzati, anche loro belli e ricchi, in un luogo incantevole sul lago di Como. Si capisce che l’ospite e il ragazzo sono stati forse innamorati. Ci sono ricordi improvvisi se si guardano o si sfiorano, che la fidanzata ignora. Ma non c’è ombra di inganno né di tradimento. Fra loro c’è stato forse solo un bacio, si dicono oggi amici, e si sentono diversi dagli altri, speciali. Perché? Non perché sono restati amici. Sono speciali perché la loro amicizia ha le esitazioni, gli slanci, la timidezza, la tenerezza di un amore che niente potrà cambiare né avvilire, bellissimo nel sole e nella corsa delle biciclette, negli spaghetti e nel pane, nella luce del lago, nell’attesa dell’incontro, nel bacio sorpreso, nell’abbraccio e nella malinconia, nella giovinezza, nel perdersi e nel ritrovarsi, nel lasciarsi liberi – liberi di cosa? Di incontrare altri, di amare altri ma non come loro si sono amati. Tutto sarà d’ora in avanti un po’ più più opaco, più serio, più saggio e conveniente. Eppure basta uno sguardo, la mano che tocca un braccio, un’ombra improvvisa, perché i loro corpi si trovino abbracciati e vicini nel ricordo, senza poter mai ritornare, accettando che sia così perché forse non può essere che così il più grande amore. E forse allora, quello che in me si sente messo di mezzo, è il timore che un incontro possa togliermi ancora il respiro e farmi desiderare di prendere e non di lasciar essere.

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Roma. Davanti al Ministero della Pubblica Istruzione, febbraio 1977
Fotografia di Tano D’Amico

O forse è il primo amore che ritorna con i suoi trasalimenti, con la forza dell’inaudito, di tutto quel che è troppo grande per essere portato da soli, per essere capito da soli. L’amore di tutti gli amori, quello che esiste per condurci verso quelli che gli succederanno. O è l’amore che è ora, che non è solo e non è più mio, senza il sole, le estati, gli anni in cui tutto sembrava possibile, quella vita perfettamente incompiuta e ora manca tantissimo ma quasi soffocata da strati di macerie, da piaceri, da scelte, da fatti, da conquiste, da sconfitte. E un video musicale commercialissimo patinatissimo gli dà la forza di uscire e di turbarmi al punto che non vorrei mi lasciasse più. Forse questo bisogna che sia, primo amore che torni a ingentilire la mia maturità, ad adornare la mia vecchiezza. Forse non sono così avaro da voler prendere, così povero da non lasciare che affiorino quel volto, quel profumo, quel ricordo di purissima pelle, una presenza cara che non ha un volto solo, un nome solo, ma è tutti i volti e i nomi che mi sorridono ancora e mi rispondono da lontano, da quella luce. Perché un amore si nutre di altri e altro amore. Solo amore dall’inizio alla fine della  vita, non è che questo.

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This Post Has 2 Comments

    1. Paolo Tonini

      Patinato, commerciale sarà, e anche peggio. Però mi piace. Cosa sia umano e cosa no non lo so dire, ma questo so, che non tutto quel che è umano è bello e dignitoso. Gelosia e risentimento li metto fra le cose poco belle e dignitose e ci convivo da buon nemico di me stesso, con qualche disgusto.

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