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Il primo, rarissimo numero pubblicato del Bollettino Ufficiale del Comando di Fiume d’Italia, del 4 febbraio 1920

Tra febbraio e settembre del 1920, il «Bollettino Ufficiale» del Comando è la fonte che ne registra gli atti ufficiali, le iniziative e i comunicatiLa pubblicazione di questo Bollettino Ufficiale è stata decisa dal Comando di Fiume d’Italia per la constatata necessità di fornire agli amici della causa fiumana dati di fatto ed elementi sicuri di giudizio circa gli avvenimenti che si svolgono nella città Olocausta e le intenzioni vere di chi sopporta la responsabilità della situazione…” (dal testo di presentazione del n. 1, 4 febbraio 1920). Gabriele D’Annunzio ne è il principale redattore: di fatto comincia qui la “narrazione” dell’impresa fiumana promessa in un discorso del 16 settembre 1919 ai legionari:

Miei soldati, miei compagni per la vita e per la morte, […] io prendo sopra di me ogni accusa, ogni colpa. E me ne glorio. Io copro ciascuno di voi con la mia persona. Io mi faccio mallevadore della vostra immunità. […] Nella mia prossima narrazione tutti i vostri nomi saranno incisi come in un marmo eroico, tutti, dal primo all’ultimo, e celebrati dalla gratitudine popolare“.

Così il Bollettino finisce per costituire una originale miscela di cronaca, poesia e giurisprudenza, definendo l’orientamento politico che il Comandante intendeva dare all’impresa fiumana. Orientamento che già alla fine del 1919, si era spostato decisamente verso le idee rivoluzionarie e internazionaliste rappresentate dal nuovo capo di Gabinetto Alceste De Ambris, a scapito delle istanze monarchiche e patriottiche dei militari come Sante Ceccherini e Corrado Tamajo. Estremamente indicativa è la data di inizio della pubblicazione: il primo bollettino è del 4 febbraio 1920 e non del 12 settembre 1919.

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Il primo numero della “prima serie” del Bollettino, datato “12 settembre 1919” ma pubblicato solo a partire dal maggio del 1920. Accanto, il comunicato ufficiale del Comando, a firma di Vittorio Graziani, che ne annuncia la pubblicazione.

I bollettini datati dal 12 settembre al 25 ottobre 1919, la cosiddetta “prima serie” vennero pubblicati solo successivamente a partire dal mese di maggio 1920, come indicato in un volantino del Comando a firma di Vittorio Graziani riprodotto nel bollettino della seconda serie n. 19 del 12 maggio 1920: “E’ uscito il numero 1 della prima serie del «Bollettino Ufficiale» del Comando di Fiume d’Italia che mandiamo in omaggio agli amici della Causa Fiumana. Esso contiene il proclama «Italia o Morte» di Gabriele D’Annunzio. Il numero 2 del Bollettino che uscirà fra pochi giorni con la data del 13 settembre 1919 avrà un resoconto dell’impresa legionaria di Ronchi con i primi proclami del Comandante. Come già abbiamo avvertito gli amici nostri, la Redazione del Bollettino sta raccogliendo tutto il materiale per compilare i bollettini arretrati e così completare la collezione sino al 4 febbraio, data di pubblicazione del primo bollettino. I bollettini dal 2 settembre al 4 febbraio faranno parte della prima serie; quelli dal 4 febbraio in poi della seconda serie…“.

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Bollettino Ufficiale: i nn. 2, 3, 4 della “prima serie”

 

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Bollettino Ufficiale: i nn. 5, 6, 7, della “prima serie”

 

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Bollettino Ufficiale: i nn. 8, 9, 11 della prima serie (il n. 10 non fu mai pubblicato)

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L’impostazione e la scelta dei contenuti della prima serie non poteva non essere condizionata dal nuovo orientamento ormai esplicitamente antigovernativo. Pubblicata fra maggio e settembre 1920, copre il periodo dal 12 settembre al 25 ottobre 1919, lasciando scoperti i mesi di novembre e dicembre 1919 e gennaio 1920. I fascicoli sono numerati da 1 a 11, con un salto di numerazione, perché il numero 10 non venne mai pubblicato.

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Bollettino Ufficiale, il n. 7 sequestrato della “seconda serie”

La seconda serie esce dal n. 1 del 4 febbraio al n. 34 del 15 settembre 1920. Del n. 7 del 21 febbraio «Della libertà di stampa o del diritto di mentire» vengono sequestrate dal governo italiano tutte le copie spedite oltre i confini di Fiume, così che il fascicolo fu ristampato una settimana dopo, il 26 febbraio come Bollettino n. 9. Il n. 12 del 12 marzo «Cagoja contro i bimbi di Fiume» è seguito il giorno successivo da un n. 12 “Supplemento” che ne riproduce gli articoli più significativi. Il n. 31 dell’1 settembre costituisce la terza edizione della Carta del Carnaro, prima nella stesura definitiva, che corregge i due refusi dell’edizione originale sostituendo al termine “Repubblica” quello di “Reggenza”. Il n. 33 dell’11 settembre è una cronaca e un resoconto della proclamazione della Reggenza del Carnaro avvenuta l’8 settembre.

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L’ultimo numero del Bollettino Ufficiale

Infine, il n. 34 del 15 settembre, l’ultimo fascicolo pubblicato, celebra la commemorazione del 12 settembre e annuncia la fine delle pubblicazioni: “Esce oggi l’ultimo numero del Bollettino Ufficiale «Comando di Fiume d’Italia». Lo sostituirà il Bollettino Ufficiale «Reggenza italiana del Carnaro». Un lieve accoramento personale nel dare questa notizia perché è doloroso sempre l’abbandono di un nome, di un simbolo, di qualche cosa di cui abbiamo riflesso tutto l’amore e tutto l’ardore che c’inspira l’Olocausta. Il Comandante ha donato all’ultimo bollettino un suo ritratto. Lo riproduciamo sicuri di fare ai lettori il miglior dono. Egli è stato infatti l’animatore più fervido in ogni nostra azione” (pag. 1).

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Primo e unico numero della Raccolta degli atti ufficiali della Reggenza Italiana del Carnaro

Dell’annunciato bollettino della Reggenza del Carnaro uscì un solo fascicolo il 26 settembre 1920, dove fra l’altro è pubblicata «Una lettera del Comitato direttivo al Comandante» sottoscritto da Antonio Grossich in cui si sottolinea l’adozione degli Statuti senza la convocazione e approvazione di una costituente, chiedendo un chiarimento al riguardo, cosa che avviene con «La risposta del Comandante», in cui D’Annunzio ribadisce la sua posizione: “Il Comitato Direttivo mi domanda un chiarimento superfluo.. Il Consiglio nazionale aveva dimenticato che la marcia di Ronchi fu un atto di rivolta, che il 12 settembre la città esaltò e secondò la rivolta, che la nostra vita di un anno intero ebbe il carattere della rivolta. Il Comitato direttivo sembra anch’esso dimenticarlo. Non bisogna aver paura delle parole. La proclamazione della Reggenza è un atto rivoluzionario nel senso più altamente umano e nazionale. Io conduco nella città le forze nuove con lo stesso spirito con cui condussi la mia legione contro la sbarra degli Alleati. E come allora ero risoluto di vincere , sono risoluto di vincere anche in questa lotta… La maggioranza del popolo è con me. E’ con me la miglior parte. Questo mi basta“.

L’inasprirsi del blocco imposto dal governo italiano e il malcontento della classe dirigente fiumana avranno per effetto l’adozione, da parte del Comando, di misure più vicine a uno stato di polizia che non agli ideali libertari e internazionalisti della “città di vita”. Il bollettino della Reggenza continuerà a uscire saltuariamente su La Vedetta d’Italia con un proprio spazio dedicato esclusivamente ad atti ufficiali e provvedimenti legislativi. La “narrazione” si era interrotta, la barca dell’amore, come scriverà Majakovskij prima di togliersi dalla vita, si era spezzata sugli scogli della vita quotidiana.

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