Ugo Mulas un libro e una lettera

Ugo Mulas un libro e una lettera

Quando Ugo Mulas incontra a Venezia Alan Solomon e Leo Castelli è il 1964: alla Biennale la pop art viene presentata per la prima volta al pubblico europeo. Dello stesso anno è il suo primo viaggio a New York, dove non solo vede all'opera i pop artisti da Stella a Warhol ma incontra autori come Marcel Duchamp e John Cage, senza i quali quella storia sarebbe stata inconcepibile. E non si tratta qui di teorie o di chi sa che criticismi: come sempre è la vita che corre, e Ugo Mulas si lascia attrarre da quell'atmosfera, ci ritorna a più riprese, nel 1965 e poi nel 1967 quando ne presenta il resoconto, il libro d'arte più significativo del dopoguerra. E dico d'arte e non di fotografia perché più ancora dell'arte fotografica quel libro sconfessava il sistema della storia dell'arte, il modo di guardare le opere: New York: arte e persone, pubblicato contemporaneamente negli USA, in Canada e in Spagna. L'uomo…

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La fotografia e i tempi rimossi: E’ il 77

La fotografia e i tempi rimossi: E’ il 77

Non è un libro vero e proprio. Così ingombrante e sottile, ti veniva la tentazione di piegarlo ma non ci riuscivi se non rovinandolo: "E' il '77" sta scritto a caratteri cubitali in rosso su fondo nero, e tutti capivano immediatamente di cosa si trattasse. Quel 1977 di corse pistole e girotondi, di giornali cortei sampietrini, di donne libere, di droghe pesanti e leggere, di risate rosse di pianti, di baci e carezze senza distinzione di sessi, di terrore e poesia. Lo avevano capito tutti in quel momento che la storia aveva smarrito la diritta via. Le avvisaglie erano state le prime radio libere (Radio Alice inizia a trasmettere nel febbraio 1976) e la formazione dei primi centri sociali, l'assalto irridente alla Scala di Milano (dicembre 1976), l'autoriduzione nei cinema. Stava prendendo corpo un movimento che non si misurava coi linguaggi della politica e i doveri della militanza, che non si orientava secondo la logica dei poteri, che non esitava…

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Colloqui con Tano D’Amico

Colloqui con Tano D’Amico

Tano l'ho conosciuto nel 2007. Bruno e io avevamo pubblicato in marzo Dopo Marx aprile, il catalogo sul Movimento '77 e più o meno in quel periodo RAI 3 voleva attuare una serie di 12 puntate sullo stesso argomento. Il programma prevedeva l'invito di vari protagonisti dall'allora ministro Francesco Cossiga a Franco Berardi (Bifo) a Pablo Echaurren e altri. Conduttore avrebbe dovuto essere Claudio Sabelli Fioretti insieme a Tano D'Amico. Volevano delle immagini da pubblicare come sfondo e io chiesi in cambio il numero di telefono di Tano. Desideravo conoscere Tano non per le sue foto ma per le parole che aveva scritto sul Movimento, queste in particolare: “Quando un omosessuale bandiva una festa, cioè invitava tutti quanti, cinquantamila persone, sessantamila persone, ad una festa sui prati di Montalto di Castro, ad esempio, si andava tutti e c’era spazio per tutti, ma non solo per i giovani e per i belli. C’era spazio anche per i portatori di handicap, perché…

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Gino De Dominicis: disabilità, manipolazione e perbenismo

Gino De Dominicis: disabilità, manipolazione e perbenismo

Tre anni fa pubblicavo su questo blog un breve articolo a commento dell'opera Seconda soluzione d'immortalità di Gino De Dominicis: Che cosa vuol dire? Brevemente: L’8 giugno 1972, all’inaugurazione della XXXVI Biennale veneziana, Gino De Dominicis espone tre oggetti sotto il titolo Seconda soluzione di immortalità (l’universo è immobile). Sono tre opere già esposte precedentemente: il Cubo invisibile (1967), rappresentato da un quadrato disegnato per terra; la Palla di gomma (caduta da 2 metri) nell’attimo immediatamente precedente il rimbalzo (1968) e una pietra Attesa di un casuale movimento molecolare generale in una sola direzione, tale da generare un movimento spontaneo della pietra. Paolo Rosa, un giovane Down, osserva i tre oggetti seduto su una sedia, di fronte agli spettatori. E’ subito scandalo, e nei giorni successivi al posto di Paolo c’è una bambina. Questo non ferma la Procura di Venezia: la sala viene definitivamente chiusa e l’artista viene accusato di sottrazione di incapace. Verrà assolto “perché il fatto non sussiste” soltanto…

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Il Fotodinamismo di Bragaglia immaginario (1911) e reale (1913)

Il Fotodinamismo di Bragaglia immaginario (1911) e reale (1913)

Fotodinamismo futurista di Anton Giulio Bragaglia è un dei libri fondamentali del Novecento, il testo teorico che inaugura la fotografia d'avanguardia e non, l'emancipazione dell'arte fotografica rispetto alla pittura. Negli anni Novanta fra i collezionisti si favoleggiava di una misteriosa edizione del 1911, e in effetti la pubblicazione era stata annunciata nella rivista L'ARTISTA, Anno I n. 5, del dicembre 1911, come segnalava Giovanni Lista (Cinema e fotografia futurista, Milano, Skira, 2001; pag. 275). Fotodinamismo futurista: seconda edizioneSi parlava di una misteriosa cartelletta a fogli sciolti di proprietà del critico Maurizio Fagiolo Dell'Arco, senza testo e con le sole tavole, e qualche studioso poco avvezzo a consultare direttamente i documenti ci cascò, come oggi l'incolpevole e pur utilissima Wikipedia. La cartelletta esisteva - Maurizio era un amico di Bruno e mio e ce ne aveva parlato -, ma condivideva con noi l'ipotesi che si trattasse semplicemente di una delle tre edizioni smembrata e non una bozza della fantomatica e inesistente…

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