Un vezzo dannunziano

Un vezzo dannunziano

Per celebrare il primo anniversario della "santa entrata", Guido Marussig disegna un francobollo con la testa di Gabriele D'Annunzio recante la scritta «Hic manebimus optime», e il 12 settembre 1920 ne vengono emessi per le Poste di Fiume 14 diversi valori. Tra le immagini che ritraggono D'Annunzio questa credo sia la più piccola e, nonostante l'enorme diffusione, la meno appariscente. Non è un cimelio difficile da trovare, ne circolano tantissimi esemplari, di tutti i valori, e costano poco. Certo non è così facile trovarli non viaggiati: nella gran parte dei casi sono rovinati dai timbri delle poste, oppure da quelli del "Governo provvisorio". Ci si fa poco caso, come tutto quello di cui usiamo ogni giorno così distrattamente senza pensarci, in fondo non era che un francobollo. Ma questo francobollo non fu usato solamente per affrancare lettere e cartoline.  Dopo il Natale di sangue, tra il 4 e il 13 gennaio 1921, i legionari lasciano Fiume e Giovanni Comisso così…

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Dal museo archeoideologico: cimeli del fiumanesimo

Dal museo archeoideologico: cimeli del fiumanesimo

All'occhiello della giacca porto solitamente questo distintivo e pochissimi sanno di che si tratti. C'è un serpente che si morde la coda, sette stelle in campo rosso e una sigla. Il serpente è l'euroboro, simbolo dell'infinito - o dell'eterno ritorno - le stelle sono le città del Carnaro che D'Annunzio voleva unite: la bandiera della Reggenza. "F.N.L.F." è la sigla della Federazione Nazionale dei Legionari Fiumani, l'associazione ideata e proposta da Gabriele d'Annunzio nel corso dell'ultimo rapporto tenuto a Fiume il 6 gennaio del 1921. Il programma del gruppo è in un discorso di Eugenio Coselschi tenuto a Milano il 22 giugno 1922, che rivendica la Carta del Carnaro di D'Annunzio e si proclama antifascista e libertario: "Il Fiumanesimo è simbolo di rinnovamento e di resurrezione. La Costituzione del Carnaro, alla quale ci siamo giurati, vuole instaurare il Governo del Lavoro, il dominio dei produttori, di tutti i produttori, contro qualsiasi dittatura di parte...".  . Eugenio Coselschi, Programma "immortale", 1922…

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Dal museo archeoideologico: una lettera di Guido Keller

Dal museo archeoideologico: una lettera di Guido Keller

. Questo messaggio e la lettera che lo accompagna sono il frammento di una storia creduta possibile nonostante tutto: l'edificazione della Città di Vita, la città dei poeti e degli artisti che avrebbe accolto in sé il seme di tutte le rivolte: Fiume d'Italia. La data è il 13 gennaio 1922, un anno dopo il Natale di sangue: . Gabriele D'Annunzio in divisa di Ardito Fiume, 1920 Fotografia di Antonio Anselmo Comandante, per il tramite di Margherita Rossi Passavanti d'Incisa chiedo: 1°: Che contegno debbo tenere di fronte a S.E. Arraga de Vidal. II. Ti si può vedere e parlare III. Definire Guido Keller Fiesole I - 13 - 22   Il Comandante è Gabriele D'Annunzio, ritiratosi nel Vittoriale di Gardone Riviera, corteggiato da Mussolini e assediato dai tanti legionari, arditi, ribelli di ogni colore che lo avevano seguito a Fiume e ora gli chiedevano di fare la rivoluzione. Gli scrive Guido Keller, aviatore nudista diletto fra i 12 amici…

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Futurismo arte-vita in Fiume dannunziana

Futurismo arte-vita in Fiume dannunziana

Ho messo insieme questo materiale in occasione di un incontro con gli studenti della scuola media di Cellatica (Brescia). Un dialogo difficile un po' perché non sapevano nulla di questa storia e un po' perché i ragazzi vanno abituandosi a lasciare agli adulti tutte le ragioni: quello che i ragazzi amano, quello in cui sperano, le preferenze nel vestire, la musica, internet facebook, tutto è talmente lontano e inconciliabile. Di Fiume li colpiva molto di più l'opposizione all'ingiustizia che non la fantasia al potere. Mi sono sembrati indifesi nella trappola spaventosa che riduce il mondo a dicotomie - giusto/ingiusto, buono/ cattivo, pace/guerra ecc. Nei loro occhi, le rare volte in cui ho incontrato uno sguardo, ho visto una grande timidezza e una grande rassegnazione. La poesia non esiste. Non credono che una vita possa essere diversa dalle tante che già conoscono attraverso l'esperienza personale, i film e le canzoni, dove adesione e protesta sono facce opposte della stessa subcultura. Non…

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La città inquieta e diversa

La città inquieta e diversa

"Siamo nella città inquieta e diversa..." dice D'Annunzio alla gente di Fiume nell'agosto 1920, dopo la lettura pubblica degli Statuti redatti con l'anarcosindacalista Alceste De Ambris. Inquieta e diversa lo era stata la città di Fiume, fra il 12 settembre 1919 e il «Natale di sangue» del 1920. La governava un poeta, per la prima volta al mondo, e il suo esercito era costituito da insubordinati di ogni grado e arma dell’Esercito Italiano. La gente che ci abitava, per più di un anno visse di pochi viveri, di feste e di spettacoli, di parole bellissime declamate e stampate quasi ogni giorno da Gabriele D’Annunzio, per tutti più brevemente «il Comandante». Olocausta, Città di Vita, Porto dell’Amore. Aveva una costituzione che sovvertiva il concetto di proprietà, un regolamento dell’esercito dove la cosa più importante era di superare in bellezza la Legione Tebana, era punto di confluenza di tutti gli indipendentisti e anticapitalisti del mondo, dall’Irlanda all’Egitto alla Russia bolscevica. Era un…

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