what-is-war-01Durante i tre giorni del BOoks Festival ho esposto su due tavoli libri, e-collages e poster cercando di coinvolgere il pubblico nell’evento fluxus “WHAT IS WAR ?”. Mi è stato compagno un amico di lunga data, il prof. Paolo Cantù.

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What is War ?

All’inizio dell’evento un tavolo si presentava interamente coperto da 15 tasche in plexiglas con la scritta “WHAT IS WAR?”, un quaderno e una penna. Le tasche nascondevano 15 ritratti fotografici detournati (e-collages) e 15 libri. Sul secondo tavolo era collocato un faldone chiuso recante la stessa scritta, contenente 16 poster. Nessuna indicazione accennava all’evento: solo se un visitatore avesse mostrato interesse o posto domande saremmo intervenuti per proporgli di interagire con una azione individuale, secondo questa sequenza preordinata:

1) Libera scelta: girare un tasca a piacere fra quelle recanti la scritta “WHAT IS WAR ?”, osservare il ritratto fotografico corrispondente, sfogliare attentamente il libro scoperto, infine nascondere nuovamente il libro, questa volta con la tasca girata in modo da mostrare il ritratto fotografico.
2) Scelta obbligata: esaminare il poster da noi lasciato scoperto nel faldone all’avvio dell’azione.
3) Risposta: scrivere sul quaderno apposito la risposta alla domanda.

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Approssimativamente il 50% dei visitatori ha gettato uno sguardo indifferente al tavolo ed è passato oltre. Del restante 50%, il 40% si arrestava davanti al tavolo e cercava di capire senza fare domande. Quando proponevamo di passare all’azione e di concluderla scrivendo la propria risposta alcuni rispondevano “non me la sento”, altri “non sono preparata/o”, altri “mi fa troppo male”, altri ancora promettevano di ripassare (ma solo due persone hanno poi mantenuto la promessa). Il restante 10% ha interagito, e precisamente 47 persone, di cui 45 hanno portato a termine l’azione e 2 l’hanno interrotta.

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Nell’arco di ciascuna giornata il tavolo mutava aspetto attraverso diverse combinazioni di immagini visibili a tutti, avvicendando la scritta “WHAT IS WAR ?” con gli e-collages risultati casualmente dalle scelte dei visitatori contrapposte alla rigida successione in sequenza dei poster. E’ da notare che succedendosi man mano le azioni, le possibilità di una scelta libera diminuivano mentre aumentavano gli stimoli provenienti dalle immagini: arrivati all’ultima tasca da girare, la scelta libera coincideva con la scelta obbligata.

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What is War?

A differenza poi delle immagini fotografiche e dei poster, visibili a tutti sebbene in momenti diversi, i libri sono stati sottratti alla dimensione pubblica, destinati com’erano a una fugace o meditata apparizione tra le mani di ciascun visitatore per poi nuovamente disparire. Costante e moltiplicata fino all’ossessione rimaneva la domanda a cui rispondere.
Così, a partire dal mio personale disagio e dalla incapacità di vivere serenamente l’attualità, ho semplicemente cercato dei compagni, degli amici, una cura, una consolazione. Ogni azione all’interno dell’evento ha contribuito a spezzare la uniformità del sistema di informazione e ha messo in moto pensieri, memorie, riflessioni. Nessuna certezza, se non quella di voler  impedire nei limiti del possibile che lo spettacolo prenda il posto della ragione, che la vita raccontata e immaginaria si sovrapponga, fino a cancellarla, alla vita corrente.

SINTESI DELLO SVOLGIMENTO

GIORNO 1: venerdì 26 settembre
Allestimento: dispongo in due file sul tavolo principale le 15 tasche in plexiglas con la scritta “WHAT IS WAR ?” e i corrispondenti e-collages nascosti al verso. Sotto ciascuna tasca ho collocato un libro. La sequenza, da sinistra a destra, segue l’ordine cronologico di stampa e/o epoca del contenuto. Ho poi collocato il faldone con i poster sul tavolo adiacente, ordinando la sequenza con lo stesso criterio.
Inaugurazione: ore 12. Mi limito a registrare i comportamenti del pubblico. Fine giornata: tutte e 15 le tasche sono state girate: hanno interagito 15 visitatori.

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Immagine tratta dal libro di Franco Vaccari «No fiction art», 2002

GIORNO 2: sabato 27 settembre
Apertura: ore 10:00. Ripristino la situazione iniziale del tavolo con le tasche in plexiglas che recano la scritta “WHAT IS WAR?”. Per il faldone, decido di ripartire dal primo poster anziché dal sedicesimo, rinunciando all’idea di variare la successione dei poster. A partire da questo secondo giorno si verificano diverse coincidenze. La prima avviene poco prima dell’apertura:

Coincidenza 1.
L’amico libraio J. gira la tasca che nasconde il libro di Franco Vaccari: No Fiction Art (2002). Il libro riguarda la tragedia dell’11 settembre 2001 a New York, con lo schianto delle torri gemelle. Mormora: “Avevo la galleria a 200 metri da lì” e si allontana in preda alla commozione. Non essendosi conclusa l’azione ripristino la situazione iniziale. 

what-is-war-06-carraCoincidenza 2.
La signora X., insegnante al liceo artistico, avvia una conversazione sulla guerra intesa come aspetto della natura umana, con cui è necessario ogni volta dolorosamente fare i conti, affine alla idea marinettiana di “guerra sola igiene del mondo”. Passando all’azione la signora gira la tasca che nasconde il libro di Carlo Carrà: Guerrapittura (1915) e osserva con attenzione l’immagine che ritrae Marinetti, Sironi, Boccioni e Sant’Elia in assetto militare. Sfogliando il libro rimane colpita dall’affinità delle proprie considerazioni con le idee espresse da Carrà, quindi ne fotografa varie pagine. 

what-is-war-07-vaccari-2Coincidenza 3.
Il giovane M. sceglie, come prima J., la tasca che nasconde il libro di Franco Vaccari No Fiction Art (2002) e porta a termine l’azione. Anche lui nel 2011 viveva a New York: aveva due anni.

Coincidenza 4.
Il signor G., sceglie la tasca che nasconde la cartellina di Tano D’Amico: Un popolo (1988), contenente 12 immagini fotografiche di uomini, donne, anziani e bambini palestinesi. L’e-collage ritrae Edmond James de Rotschild. Il poster collocato nel faldone è quello pubblicato per la mostra di Fabio Mauri Ebrea. Sculture (1972), che raffigura una giovane donna con la stella di David tatuata sul petto.

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– Nota: Paolo e io, prendendo atto di queste prime coincidenze decidiamo di tenerne nota nel caso se ne verifichino altre. L’ultima azione aveva scoperto l’immagine di Jorge Rafael Videla. Paolo dice: “Il colmo sarebbe se l’immagine di Videla fosse scelta da un argentino”.
– Fine giornata: tutte e 15 le tasche sono state girate: hanno interagito 17 visitatori di cui 2 non hanno concluso l’azione.

what-is-war-09-leviGIORNATA 3 – Domenica 28 settembre
Apertura: ore 10:00. Ripristino la situazione iniziale del tavolo.

Coincidenza 5.
Il signor M. gira la tasca che nasconde il libro di Primo Levi: Cristo si è fermato a Eboli (1945).
M. conosce bene il libro, che parla con affetto e partecipazione della vita e dei costumi dei contadini in un piccolo paese della Basilicata durante il periodo del suo confino in quanto oppositore del regime fascista. Il signor M. è nato a Melfi, in quella regione, che tiene a chiamare col nome antico di Lucania.

what-is-war-10-pensaciCoincidenza 6.
Il signor Y. gira la tasca che nasconde il libro di Piero Caleffi e Albe Steiner: Pensaci uomo (1960) e ricorda con emozione come quel libro lo avesse impressionato leggendolo, quando bambino l’aveva trovato nella biblioteca del padre.

Coincidenza 7.
La ragazza A. gira la tasca che nasconde il libro curato da Ernesto Sabato: Nunca mas (1984).
Osserva il ritratto fo
tografico di Jorge Rafael Videla e mormora Videla…”.
A. racconta di essere argentina e di conoscere approfonditamente la storia dei desaparecidos avendo realizzato per l’università un lavoro sulle immagini fotografiche di Videla (vedi la nota alla Coincidenza 4).

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Coincidenza 8.
Enrico, un amico, gira la tasca che nasconde il libro di Piero Caleffi: Si fa presto a dire fame (1958). L’e-collage che gli corrisponde ritrae Heinrich Himmler. “Ah, Enrico…” mor
mora ironicamente.
what-is-war-12-si-fa-prestoE sfoglia con attenzione il libro che parla del campo di Mauthausen, dove, racconta, era stato deporta
to il nonno. Proseguendo l’azione passa al faldone, dove gli è toccato il numero della rivista La Sinistra che reca in copertina la famosa immagine della bottiglia incendiaria, pubblicato il 13 marzo 1968. Enrico è nato un 13 marzo.

La terza e ultima giornata si conclude con la scelta obbligata dell’ultima tasca rimasta coperta sul tavolo, a cui corrisponde l’e-collage che ritrae Pietro Beretta e nasconde il libro d’artista di Ian Hamilton Finlay: Reed-pipe, che riproduce la pistola mitragliatrice Sterling Mark 4 posata sopra uno spartito musicale senza note.

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Ian Hamilton-Finlay, «Reed pipe», 1990