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F.T. Marinetti, Come si seducono le donne
Milano, Edizioni Excelsior, 1918
Seconda edizione ricopertinata. Copertina di Mario Bazzi

L’amore non si dice si fa.  Durante la guerra mentre è in ospedale Marinetti compone il libro cardine dell’erotologia futurista: Come si seducono le donne. Il volume viene annunciato di imminente pubblicazione il 5 agosto 1917 su L’ITALIA FUTURISTA, Anno II n. 25 ed esce a Firenze fra agosto e settembre, con la prefazione di Bruno Corra ed Emilio Settimelli per le «Edizioni da Centomila Copie», che poi in realtà sono le Edizioni dell’Italia Futurista. Questa edizione è però censurata: sei pagine del capitolo VIII («La donna e la complicazione», pp. 131-136) sono in bianco.

Una seconda edizione esce nei primi mesi del 1918 con aggiunta una appendice Polemiche sul presente libro (scelte dall’inchiesta sul problema femminile svolta sull’Italia Futurista – scritti di Enif Robert – R. Rosà – Shara Marini – Volt), anche questa censurata e a cura di Maria Ginanni ed Emilio Settimelli. Poco dopo, nello stesso anno, questa seconda edizione riappare ricopertinata, con un disegno a colori di Mario Bazzi in copertina e la dicitura “Edizioni Excelsior”. In realtà questa casa editrice non esisteva, era il nome dell’Hotel Excelsior di Milano dove alloggiava Emilio Settimelli.

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F.T. Marinetti, Como se seducen las mujeres y se traicionan los hombres
Buenos Aires, Editorial Tor, 1927

Il libro ebbe molto successo nonostante la censura: nel 1920 esce per Sonzogno una nuova edizione arricchita di cinque capitoli col titolo Come si seducono le donne… e si tradiscono gli uomini, a cui seguì nel 1926 una traduzione in lingua spagnola di Julio S. Gimenez: Como se seducen las mujeres y se traicionan los hombres, pubblicata a Buenos Aires (Coleccion Afrodita), ristampata nello stesso anno come “Nueva Coleccion Afrodita” e nel 1927 dall’Editorial Tor. Sonzogno fece altre due ristampe, nel 1933 e nel 1940: quest’ultima fu definitivamente sequestrata con decreto del 27 maggio 1941. Cosa aveva questo libro di tanto terribile da censurare e indurre al sequestro? La parte censurata, pubblicata poi nell’edizione del 1920 e separatamente come novella nella raccolta strenna Il delizioso pericolo dello stesso anno, racconta di una suora che per il bene del convento si concede a un giovane porcaro. La mercede sono dei porcellini che poi la suora restituisce in cambio della continuazione di un così bel servizio – e che il giovanotto ci sapesse fare lo si capisce bene perché in realtà era Satana in persona. Con tutta la letteratura sui vizi delle monache accumulata nei secoli non sembra proprio un peccato mortale, non era l’anticlericalismo a dare fastidio. Marinetti parla ai maschi ma il suo discorso riguarda soprattutto la donna, una donna che non è più quella dell’Ottocento. E’ una donna che può fare a fettine tutti quei baldi maschioni che credono di capirla e sottometterla. Una donna che ha passioni e istinti più forti di quelli dell’uomo, e per questo è più di lui determinata. L’afrodisiaco della donna è l’eroismo, dice Marinetti, e forse è davvero così. Non sono gli occhi azzurri o gli addominali. E’ la volontà di creare qualcosa mettendo in gioco la vita:

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Filippo Tommaso Marinetti

Cosa bisogna avere per sedurre tante donne? Avere tutte le qualità di un futurista italiano. Corpo agile, forte, aggressivo. Muscoli militarizzati. L’eleganza e i capelli meravigliosi di Bruno Corra, oppure la calvizie elettrica di Marinetti. Potente vitalità. Tutta la scala dei semitoni nella voce maschia. (…) Il denaro necessario per prendere una carrozza o un’automobile di piazza e affittare una camera d’albergo. Forti attitudini oratorie. Ingegno novatore. Saper dare uno schiaffo decisivo a tempo e soprattutto coraggio, coraggio, volontà, coraggio, coraggio. Non essere mai pedante, professorale, culturale. (…) Odiare i mezzi termini. Considerare la donna come una sorella del mare, del vento, delle nuvole, delle pile elettriche, delle tigri, delle pecore, delle oche, dei tappeti, delle vele. Non mai considerarla come sorella delle stelle… Hanno tutte un’anima, dipendente però dalla lunghezza dei loro capelli, fili conduttori dell’uragano. Pensano, vogliono, lavorano; preparano anch’esse il progresso intellettuale dell’umanità. Ma sono tutte fondamentalmente recettive. Amano, sentono colui che le desidera con maggiore volontà, con maggiore prepotenza d’istinto. Adorano la forza del più coraggioso, del più eroico. Eroismo: ecco l’afrodisiaco supremo della donna!” (F.T. Marinetti, Come si seducono le donne, Milano, Edizioni Excelsior, 1918; pp. 139-140).

Bisognava proprio sequestrarlo un libro in cui la seduzione non appariva come prerogativa del maschio che ci prova e la donna poi ci casca. Non era per niente rassicurante che l’amore si reggesse su una lotta spietata senza esclusione di colpi fra esseri che si attraggono e si respingono. Si poteva accettare il voto anche per le donne, perfino che il lavoro femminile fosse pagato quanto quello maschile, ma che la pari dignità si fondasse sul sesso questo no assolutamente.

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