La fotografia e i tempi rimossi: E’ il 77

La fotografia e i tempi rimossi: E’ il 77

Non è un libro vero e proprio. Così ingombrante e sottile, ti veniva la tentazione di piegarlo ma non ci riuscivi se non rovinandolo: "E' il '77" sta scritto a caratteri cubitali in rosso su fondo nero, e tutti capivano immediatamente di cosa si trattasse. Quel 1977 di corse pistole e girotondi, di giornali cortei sampietrini, di donne libere, di droghe pesanti e leggere, di risate rosse di pianti, di baci e carezze senza distinzione di sessi, di terrore e poesia. Lo avevano capito tutti in quel momento che la storia aveva smarrito la diritta via. Le avvisaglie erano state le prime radio libere (Radio Alice inizia a trasmettere nel febbraio 1976) e la formazione dei primi centri sociali, l'assalto irridente alla Scala di Milano (dicembre 1976), l'autoriduzione nei cinema. Stava prendendo corpo un movimento che non si misurava coi linguaggi della politica e i doveri della militanza, che non si orientava secondo la logica dei poteri, che non esitava…

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Dal Museo Archeoideologico: Gaznevada una storia bolognese

Dal Museo Archeoideologico: Gaznevada una storia bolognese

La storia comincia a Bologna durante il convegno contro la repressione del settembre 1977, quando un gruppo denominato Centro d'Urlo Metropolitano pubblica per l'occasione su una cassetta collettiva la canzone Mamma dammi la benza. Ma tutto era nato alla fine del 1976 nella casa occupata di via Clavature al numero 20: la Traumfabrik, come la battezzò Filippo Scozzari il fumettaro. Una casa che i sogni li fabbricava davvero, dove si davano appuntamento disegnatori, musicisti, fotografi, video maker, in una miscela esplosiva di politica arte stili di vita alternativi. Alessandro Raffini (Sandy Banana poi Billy Blade) suona il sax, Gianpietro Huber (Johnny Tramonta poi Hal Capra) il basso, Marco Dondini (Bat Matic) la batteria, Giorgio Lavagna (Andy Droid poi Andrew Nevada) è il cantante solista, Ciro Pagano (E. Robert Squibb) alla chitarra e Gianluca Galliani (Nico Gamma) alle tastiere. I primi a criticarli sono i compagni della sinistra sia istituzionale che non, perché i compagni non possono vestirsi da fascisti, non…

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Io non dipingo io vivo: Sarenco, le avanguardie e Pablo Echaurren

Io non dipingo io vivo: Sarenco, le avanguardie e Pablo Echaurren

A Bologna nel palazzo di Re Enzo, dal 19 al 22 di questo settembre c'è la mostra di libri antichi e rari in occasione di Artelibro. E' una manifestazione che coinvolge tutto il centro della città con conferenze, spettacoli, mostre ed eventi collaterali al cui centro ci sono i libri: nuovi antichi rari d'arte d'artista  e non. Per la mostra abbiamo preparato un catalogo: Totally Sarenco. Sarenco è il poeta di Vobarno (provincia di Brescia) che fra le altre cose insieme a Carrega, Miccini, Pignotti e pochi altri si è inventato la poesia visiva. Il catalogo descrive in ordine cronologico il percorso di una vita, un poeta che s'è fatto artista per intervalla insaniae, citando il suo amato Lucrezio. Il nostro stand (il numero 30), l'ho progettato come una installazione al cui centro stanno un gruppo di sketchbooks - quaderni riempiti con disegni, collages, poesie, annotazioni di ogni genere, quotidiane, che Sarenco ha redatto fra il 2002 e il 2011.…

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Futurismo e Movimento ’77

Futurismo e Movimento ’77

1. Guerra sola igiene del mondo Quando il Manifesto del Futurismo esce il 20 febbraio 1909 sul Figaro di Parigi sotto il titolo di «Le Futurisme», gli intellettuali italiani ed europei erano già informati: Marinetti lo aveva inviato per posta a mezzo mondo nella primissima versione, quella stampata in bleu con il logo della rivista Poesia, oltre a pubblicarlo in anteprima sulla Gazzetta dell'Emilia e altri giornali italiani. Era il primo manifesto e il primo concetto dell'avanguardia, non c'era mai stata prima una cosa così, nemmeno il manifesto dei simbolisti di Jean Moréas del 1886, o la conferenza El Futurisme di Gabriel Alomar pubblicata a Barcellona nel 1904. Il futurismo affascinò i giovani di ogni paese e di ogni classe sociale perché metteva in gioco la loro lingua e le loro pulsioni: il futurismo nasce adolescente, o bello ventiduenne per dirla con Majakovskij, ma da un Marinetti più che trentenne. 1898 Numero Unico, 1908Certe idee, quelle che mettono radici e…

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Il ’77 in tre disegni di Pablo

Il ’77 in tre disegni di Pablo

Ci sono parole che si svuotano di senso mano a mano che ne cresce l'uso. Una di queste parole è "arte". La troviamo ovunque ma non significa più nulla. E infatti molti la scrivono con la maiuscola, con effetto irresistibilmente comico: Arte, Artista. La maiuscola vorrebbe aggiungere un significato che nella parola non c'è più. Una certa dignità una certa altezza un'aura misteriosa e sacra, tutte cose che hanno abbandonato quella parola che rimane in bocca e sulla pagina come un sacco vuoto. La bellezza il gusto la poesia sono scappate dalla parola arte. Credo siano scappate anche da molti quadri e sculture, forse anche da tutti i capolavori sparsi nei musei del mondo Sarà che non ho soldi per comprarmi la Gioconda - ma nemmeno un misero Boccioni, un De Chirico, un Pollock - che la mia collezione è andata sempre più specializzandosi in frammenti, quelle cose non finite e buttate lì, bozze per lavori o nate per caso,…

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Una immagine del ’77

Una immagine del ’77

Il primo di febbraio 1977 a Roma, un gruppo di giovani neofascisti spara e ferisce gravemente due studenti. Il giorno successivo un corteo di 50.000 persone assalta  e brucia la sezione del Fronte della Gioventù di via Sommacampagna. Mentre migliaia di giovani si dirigono verso la facoltà di Magistero occupata, in piazza Indipendenza una 127 bianca irrompe in coda al corteo. Ne escono due agenti in borghese che iniziano a sparare. Sono le squadre speciali alla loro prima apparizione. Altri spari giungono dai diversi punti della piazza e dal corteo. Rimangono gravemente feriti uno degli agenti in borghese e due studenti, Paolo Tomassini, di 24 anni e Leonardo (Daddo) Fortuna, di 22 anni. Questa foto è stata scattata da Tano D'Amico il 2 febbraio 1977 ma fu pubblicata solo vent'anni dopo, in uno dei quattro opuscoli editi dal giornale Il Manifesto (AA.VV., Settantasette. Fotografie di Tano D’Amico, Roma, Il Manifesto, 1997; vol. II pag. 17).  Il ragazzo ferito è Paolo,…

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