damico-paolo-daddo-2-736Il primo di febbraio 1977 a Roma, un gruppo di giovani neofascisti spara e ferisce gravemente due studenti. Il giorno successivo un corteo di 50.000 persone assalta  e brucia la sezione del Fronte della Gioventù di via Sommacampagna. Mentre migliaia di giovani si dirigono verso la facoltà di Magistero occupata, in piazza Indipendenza una 127 bianca irrompe in coda al corteo. Ne escono due agenti in borghese che iniziano a sparare. Sono le squadre speciali alla loro prima apparizione. Altri spari giungono dai diversi punti della piazza e dal corteo. Rimangono gravemente feriti uno degli agenti in borghese e due studenti, Paolo Tomassini, di 24 anni e Leonardo (Daddo) Fortuna, di 22 anni.

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AA.VV., Settantasette. Fotografie di Tano D’Amico
Roma, Il Manifesto, 1997; vol. I

Questa foto è stata scattata da Tano D’Amico il 2 febbraio 1977 ma fu pubblicata solo vent’anni dopo, in uno dei quattro opuscoli editi dal giornale Il Manifesto (AA.VV., Settantasette. Fotografie di Tano D’Amico, Roma, Il Manifesto, 1997; vol. II pag. 17).  Il ragazzo ferito è Paolo, mentre Daddo con le pistole in mano cerca di trascinarlo via. E’ una delle immagini che raccontano l’anno in cui sembrò possibile l’assalto al cielo, un’altra fra le rare volte nella storia: il 1977.
C’è l’amicizia e c’è la violenza. Cadere e rialzarsi insieme, con tutta la paura e il sangue, e qualcosa di troppo grande che dovrai portare per sempre addosso, mentre sembra così lieve il corpo dell’amico. Perché proprio a te proprio in quel giorno a incontrare una storia un destino che non avresti mai pensato essere i tuoi.
Il 1977 fu un lungo istante di ebbrezza per tutti i ribelli, pagato col dolore di chi pianse gli uccisi dell’una e dell’altra parte. Ma ciascuno dei ribelli avrebbe potuto piangere o essere ucciso, con la stessa incoscienza lo stesso sguardo che sperava l’impossibile perché era riuscito a immaginarlo. Non era un sogno non era un’idea, era la vita. E la fotografia qualcuno se l’è portata nella tomba, come un talismano che allontani demoni e dei. Siamo così, soltanto uomini, a due passi dalla bellezza, pagando con dolore, ci salveremo nonostante tutto.

Ho trovato questo collage di testimonianze dell’epoca insieme ad altre di vent’anni dopo di Paolo, Daddo e Tano: “La pistola y el corazon”:

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  1. adriano Cantalupo

    In italietta si cerca sempre di distorcere le cose e l’unica verità si disperde innumerevoli coriandoli svolazzanti nella Storia

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