EROTICA FUTURISTA 5: La donna futurista

EROTICA FUTURISTA 5: La donna futurista

 . Va bene Marinetti, però a ben guardare l’assalto più deciso alla morale corrente lo sferra Valentine de Saint Point (Anne-Jeanne-Valentine-Marianne Desglans de Cessat-Vercell, nipote di Lamartine) con il suo Manifesto della Donna futurista (Milano, Direzione del Movimento Futurista, 1912). Valentine bellissima vive fra Parigi e il Cairo facendo ammattire gli intellettuali e gli artisti d'Europa e d'Africa, modella e amante di Mucha e Rodin non si fa mancare niente, divorzia da un uomo che disprezza, seduce Marinetti e Ricciotto Canudo, sosterrà con ogni mezzo - come Nelson Morpurgo - gli indipendentisti della mezza luna contro l'imperialismo europeo. Il suo manifesto lo legge in anteprima il 3 giugno 1912 alla Galerie George Giroux di Bruxelles, durante la mostra «Les peintres futuristes italiens», in risposta al  “disprezzo della donna” professato da Marinetti nel primo Manifesto del Futurismo: “E’ assurdo dividere l’umanità in donne e uomini; essa è composta soltanto di femminilità e di mascolinità... Un individuo esclusivamente virile non è altro…

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Il ’77 in tre disegni di Pablo

Il ’77 in tre disegni di Pablo

Ci sono parole che si svuotano di senso mano a mano che ne cresce l'uso. Una di queste parole è "arte". La troviamo ovunque ma non significa più nulla. E infatti molti la scrivono con la maiuscola, con effetto irresistibilmente comico: Arte, Artista. La maiuscola vorrebbe aggiungere un significato che nella parola non c'è più. Una certa dignità una certa altezza un'aura misteriosa e sacra, tutte cose che hanno abbandonato quella parola che rimane in bocca e sulla pagina come un sacco vuoto. La bellezza il gusto la poesia sono scappate dalla parola arte. Credo siano scappate anche da molti quadri e sculture, forse anche da tutti i capolavori sparsi nei musei del mondo Sarà che non ho soldi per comprarmi la Gioconda - ma nemmeno un misero Boccioni, un De Chirico, un Pollock - che la mia collezione è andata sempre più specializzandosi in frammenti, quelle cose non finite e buttate lì, bozze per lavori o nate per caso,…

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EROTICA FUTURISTA 4: Mafarka le futuriste

EROTICA FUTURISTA 4: Mafarka le futuriste

. Il primo romanzo futurista pubblicato è un libro erotico: Mafarka le futuriste. Marinetti lo dedica ai "grandi poeti incendiari", i fratelli futuristi Gian Pietro Lucini, Paolo Buzzi, Federico De Maria, Enrico Cavacchioli, Corrado Govoni, Libero Altomare, Aldo Palazzeschi. Finito di stampare nel dicembre 1909 esce a Parigi per Sansot nel gennaio del 1910. L'edizione italiana segue nell'aprile dello stesso anno nelle neonate Edizioni Futuriste di Poesia e viene immediatamente sequestrata dalla questura di Milano per oltraggio al pudore. Il Tribunale condanna Marinetti a due mesi di carcere. Il libro inizia con la dettagliata descrizione dello stupro di quattromila negre da parte della soldataglia drogata di haschish, a cui Mafarka assiste suo malgrado col fratello Magamal. Questa a dire la verità è la parte meno delirante: il resto è un miscuglio meraviglioso e imprevedibile di fantasie sessuali e mitologiche: sadomasochismo e reminiscenze omeriche, esibizionismo e africanismo, priapismo e pulsioni di morte, c'era di che atterrire benpensanti e intellettuali, borghesi e…

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EROTICA FUTURISTA 3: Fantocci elettrici

EROTICA FUTURISTA 3: Fantocci elettrici

Il 13 gennaio 1909 al Teatro Allfieri di Torino va in scena  La donna è mobile, dramma di Marinetti,  dove il tema dominante è una strana forma di esibizionismo per cui il protagonista ama accoppiarsi davanti a due automi (i fantocci elettrici): il Sig. Matrimonio e la Sig.ra Famiglia. Sarà un fiasco clamoroso già a cominciare dal prologo, la prima lettura pubblica del Manifesto del Futurismo, tra i fischi e gli insulti della platea. Marinetti pubblicherà la pièce in francese con il titolo Poupées Electriques qualche mese dopo, nel maggio del 1909, dopo il lancio del Manifesto sul Figaro del 20 febbraio. Critici e studiosi hanno sottolineato l'innovazione dell'impiego di automi umanoidi sulla scena, dieci anni prima che il romanziere ceco Karel Čapek inventasse la parola "robot". Il resto viene di solito liquidato come decadentismo simbolista, o addirittura adeguamento ai moduli collaudati della commedia borghese. Nessuno sembra accorgersi del fatto che per la prima volta viene messa in scena pubblicamente…

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