Sarenco è vivo?

Sarenco è vivo?

L'11 gennaio sono arrivato tardi all'inaugurazione di «Sarenco è vivo», così non ho potuto fotografare l'azione di Giovanni Fontana, ho solo potuto sentirne l'ultimo grido. Lo stesso grido con cui è cominciata l'azione di Julien Blaine. Gli eroi greci gridavano quando sentivano dolore, ed erano grida strazianti come quelle che torcono la bocca e i muscoli del Laocoonte. Quando moriva un amico invocavano il suo nome affinché risuonasse anche nel regno delle ombre. Dopo aver invocato il nome dell'amico Sarenco, Julien Blaine ha cercato di stabilire un contatto col mondo oscuro spargendo sopra un telo forme di lettere su cui ha spruzzato della vernice bleu. Ha poi accuratamente spostato ai margini le forme di lettere con una scopa e sul telo sono rimaste le parole come in un vaticinio, la risposta di Sarenco che Julien ha letto a piena voce: SDRITIULL... POKILASF... OPRUI... ALKITERRR... XIPOLTAA... Il contatto e’ stato interrotto dall’applauso delle persone intorno, e due porte si sono aperte:…

READ MORE
Il lauro e l’album

Il lauro e l’album

Chi era Elena Ferrario? Sappiamo che fu legionaria dell'associazione delle "Sorelle dei legionari di Fiume e Dalmazia" e che sposata prese il cognome "Amich", niente altro. Di lei è rimasto questo piccolo album di ricordi, un frammento quanto prezioso della sua vita e della sua persona. Dai frammenti, dai relitti degli anni e dei secoli ricostruiamo una archeologia fuori da ogni scienza o spettacolo museale, una archeologia povera, umana, capace di restituirci la percezione che quell’evento, quella storia personale con tutti i suoi intenti e le speranze, felicità passione disperazione, furono inimitabili, e ancora ci parlano e premono per farsi ascoltare, comprendere e amare. Quanto fosse prezioso per Elena questo album è evidente già dalla elegante legatura in marocchino, e dalla dedicatoria iniziale che lo inaugura: l'autografo del tenente dell'aviazione Antonio Locatelli, tre medaglie d'oro al valore militare (l'unico nella storia italiana) e fedele compagno di Gabriele D'Annunzio nel volo su Vienna - "il mio leone di guardia" lo aveva definito…

READ MORE
Dal Museo Archeoideologico: chi Fiume ferisce di Fiume perisce

Dal Museo Archeoideologico: chi Fiume ferisce di Fiume perisce

. "Chi Fiume ferisce di Fiume perisce" è il motto dannunziano che ricorda l'unica repubblica mai governata da un poeta: olocausta, città di vita, porto dell'amore. Oggi si chiama Rijeka ma che importa. Per più di un anno fu il faro di tutte le rivolte del mondo, dall'Irlanda, all'Egitto alla Russia dei Soviet. Lo slogan viene pubblicato per la prima volta sul volantino a firma di Gabriele D'Annunzio edito dal Comando di Fiume: Legionarii di Fiume, combattenti d'Italia, partigiani della Vittoria…, dell'11 giugno 1920 riprodotto qualche giorno dopo nel Bollettino del Comando di Fiume,  Anno I n. 23, 17 giugno 1920: difficile stabilire se lo striscione fu stampato in maggio o in giugno, ma certamente quello è il periodo. L'esemplare che ho viene dal Cairo dove Nelson Morpurgo aveva ereditato dal padre lo studio d'avvocato, costretto a rifugiarvisi coi suoi ricordi nel 1939 dopo l'emanazione delle leggi razziali, lui legionario fiumano ebreo futurista e fascista di sinistra. Dopo la guerra ritornò in Italia definitivamente. Fra…

READ MORE
Dal museo archeoideologico: una foto di Furio

Dal museo archeoideologico: una foto di Furio

Alla fine degli anni Settanta i sacrifici reclamati da tutti i partiti dell'arco costituzionale non furono più necessari: l'inflazione era esplosa in fiumi di denaro - che nel 2008 avremmo scoperto essere virtuale - e si aprì l'epoca yuppie, paninara e tamarra. L'Italia tornava a ridere col Drive In mentre la tanto osteggiata abolizione della scala mobile - proposta e attuata dal P.S.I. di Craxi -  sembrava destinarci a magnifiche sorti e progressive. In un angolo della mia libreria, tra Shaftesbury e Hume conservo in una piccola teca di plexi questa foto di Furio del 1980. Non ci sono tracce di Furio Bettinzoli sul web, a parte una fotografia che avrebbe dovuto esserci ma non si può visualizzare: il ritratto di un ragazzo, datato 1984. Il ragazzo si chiamava Roberto Covre. Roberto l'ho conosciuto nel 1978/1979, e me lo ricordo bene perché mi aveva incuriosito il gusto musicale che gli faceva preferire su tutto appaiati Renato Zero e Johann Sebastian Bach. Sarebbe troppo lungo spiegare cosa ci…

READ MORE
MOMMA (Mon Musée M’Amuse): il mio museo archeoideologico

MOMMA (Mon Musée M’Amuse): il mio museo archeoideologico

Il mio piccolo museo archeoideologico l'ho battezzato MOMMA (Mon Musée M'Amuse). Son fatto di quelle cose: mi specchio mi ritrovo lì, con piacere e immodestia. Ho un poco più di comprensione per me, sopporto più serenamente la mia inattualità. Bevendo un caffè nella sua casa consacrata al Novecento, il mio amico Giampiero un giorno mi ha detto: "Questo che vedi sarà il mio sarcofago". Danari trasformati in libri carte  oggetti immagini che evocano momenti irripetibili e ci accompagneranno quando ce ne andremo dalla vita, loro per farsi amare e continuare la loro esistenza di reliquie, noi nel vento. Non occorrono troppi soldi ma qualche rinuncia qualche disfatta un po' di dolore e di fortuna. Il museo ospita quel che di te restituisci al mondo ma molto più bello e migliore, una vita inimitabile. http://www.arengario.it/category/museo-archeoideologico/

READ MORE
Che profumo quei libri, e una carica disperata

Che profumo quei libri, e una carica disperata

“Lungo il dolce pendio che conduceva alle posizioni inglesi avanzava una foresta semovente - nera, unita, densa, ondeggiante… Andavano avanti, sempre avanti, massa possente, compatta, impossibile a spezzare, sferzata dalla fucileria, crivellata dalla mitraglia, avanzando come una marea nera e pesante che già lambiva le batterie britanniche…” (Arthur Conan Doyle, Come il brigadiere si comportò a Waterloo [Brigadier Gerard at Waterloo, 1903], traduzione italiana di Beatrice Boffito Serra, in: Piero Pieroni e Betty Liberio, Avventura, Firenze, Vallecchi, 1964. Illustrazioni di Leo Mattioli). Sì, caro Giampiero, la “carica disperata e inane” di cui parli nell'ultimo libro Che profumo quei libri (Firenze, Bompiani Editore, febbraio 2018), è l'omaggio che rivendichi per la tua dedizione, proprio come l’incedere dei veterani della Guardia a Waterloo. "Venite a vedere come muore un soldato di Francia..." urlava il maresciallo Ney in mezzo allo sfacelo brandendo un moncone di spada. La rifrazione di quella immagine mi ha obbligato a cercare un libro sepolto tra gli scaffali. Un libro…

READ MORE
James Lee Byars e Rino Gaetano

James Lee Byars e Rino Gaetano

  In comune non hanno solo il cilindro, il dandy venuto dai bassifondi della Paradise Valley e il ragazzo calabrese trapiantato a Roma. Certo, il Giappone e la storia della filosofia da una parte, il '77 e il cielo è sempre più blu dall'altra, sembrano mondi talmente distanti. In ogni caso ci sono tonnellate di dotte interpretazioni che spiegano tutto sul perché il per come l'in quanto e tutti i reconditi significati delle loro parole opere e omissioni. Uno che scrive con un dito I- L-O-V-E -Y-O-U nell'aria all'incontrario e l'altro che ama un fratello che è figlio unico (Mario o Mariù?) secondo me hanno molto in comune. Per farla breve io credo che James Lee Byars avrebbe cantato volentieri una canzone come Mio fratello è figlio unico e che Rino Gaetano avrebbe interpretato alla grande una performance come The Perfect Love Letter. C'è una canzone che Rino Gaetano ha scritto per sé e rimase inedita: I miei sogni d'anarchia,…

READ MORE
Melodramma bibliografico

Melodramma bibliografico

“Vado raccogliendo libretti per musica da oltre 50 anni ed avendone ormai una collezione di più di 32.000 mi lusingo di poterne dire qualcosa. Nei primi anni della mia Raccolta, mi vedevo guardato con un sorrisetto di compatimento non scevro d’ironia... in attesa che la fede e la tenacia mi dessero ragione perché io invece venivo sempre più convincendomi che il libretto aveva pur la sua importanza, anche prescindendo dai difetti letterari e poetici. E continuavo a raccogliere, fiducioso... Ebbi così la soddisfazione di convincermi che non avevo lavorato invano e che la mia tenacia, la mia pazienza, la mia fede avevano avuto ragione della noncuranza, dell’incredulità, dell’ironia di tanti! Sono già più di 250 gli studiosi che per una ragione o per l’altra hanno trovato nella mia Collezione aiuto di notizie e fonte di studio” (Ulderico Rolandi, Il libretto per musica attraverso i tempi, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1951; pp. 5-6). Ulderico Rolandi (Roma, 1874 - 1951), quanto alla professione,…

READ MORE
Realismo e poesia: lettere di Aldo Capasso a Mario Cerroni

Realismo e poesia: lettere di Aldo Capasso a Mario Cerroni

Ritrovo riordinando l'archivio queste lettere di Aldo Capasso. Erano state accantonate molti anni fa per un progetto sul tema dei premi letterari come espressione della politica culturale. Le lettere documentano un momento particolare della poesia italiana del Dopoguerra. Aldo Capasso, all'epoca direttore della rivista Realismo Lirico è il fautore dell'omonimo manifesto, che voleva riunire in un movimento i poeti che non trovavano collocazione nell'ermetismo e nei consolidati centri di potere culturale letterario. Ma questa nuova corrente di poeti (la cosiddetta «terza corrente») è essa stessa attraversata da polemiche e contraddizioni interne. Varie sono le riviste in competizione fra loro, vari e diversi i premi letterari, terreno di scontro fra opposti interessi, amicizie e idee politiche, le contraddizioni di una poesia che cerca consensi e soldi per sopravvivere. Mario Cerroni, insegnante e poeta iscritto al Partito Comunista Italiano, tra il 1955 e il 1956 sta maturando la propria esperienza poetica. In seno alla rivista Momenti, Cerroni e il gruppo friulano si…

READ MORE
Ugo Mulas un libro e una lettera

Ugo Mulas un libro e una lettera

Quando Ugo Mulas incontra a Venezia Alan Solomon e Leo Castelli è il 1964: alla Biennale la pop art viene presentata per la prima volta al pubblico europeo. Dello stesso anno è il suo primo viaggio a New York, dove non solo vede all'opera i pop artisti da Stella a Warhol ma incontra autori come Marcel Duchamp e John Cage, senza i quali quella storia sarebbe stata inconcepibile. E non si tratta qui di teorie o di chi sa che criticismi: come sempre è la vita che corre, e Ugo Mulas si lascia attrarre da quell'atmosfera, ci ritorna a più riprese, nel 1965 e poi nel 1967 quando ne presenta il resoconto, il libro d'arte più significativo del dopoguerra. E dico d'arte e non di fotografia perché più ancora dell'arte fotografica quel libro sconfessava il sistema della storia dell'arte, il modo di guardare le opere: New York: arte e persone, pubblicato contemporaneamente negli USA, in Canada e in Spagna. L'uomo…

READ MORE