D'AMICO Tano
(Filicudi, Isole Eolie 1942)
[2001-07-20-G8-01] Via Tolemaide [1]
Luogo: Genova
Editore: N. D.
Stampatore: N. D.
Anno: 20 luglio 2001
Legatura: N. D.
Dimensioni: 18x24 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: fotografia originale in bianco e nero, titolata e firmata. Stampa di epoca successiva (2004) a cura dell'autore.
Bibliografia: Pubblicata in: Tano D'Amico, «La dolce ala del dissenso», Napoli, Intra Moenia, 2004; pp. 88-89
Prezzo: € 400ORDINA / ORDER
"I carabinieri che stavano sopraggiungendo sarebbero dovuti giungere da via Tolemaide per poi passare per il sottopasso ferroviario di via Archimede, senza venire quindi in contatto con il corteo pacifico, proveniente da corso Aldo Gastaldi e diretto in via Tolemaide, e avrebbero quindi dovuto bloccare i gruppi estremisti che da piazza Giusti stavano intanto avanzando verso il quartiere di Marassi. Ma, non conoscendo la città e avendo sbagliato strada, arrivarono invece dalla parallela via Giovanni Tomaso Invrea, per poi posizionarsi davanti al sottopasso ferroviario che divide corso Torino da corso Sardegna. Qui, dopo alcuni attimi di sosta, ufficialmente per liberare la strada e per contrastare il fitto lancio di oggetti di cui erano bersaglio, caricarono per alcune centinaia di metri (fino all'incrocio con via Caffa) la testa del corteo autorizzato (tra i primi il gruppo delle «Tute Bianche») che stava sopraggiungendo. Descrivendo questo cambio di obiettivo, diversi giornalisti presenti riferirono durante il processo di «un lancio simbolico con non più di due o tre sassi» contro le forze dell'ordine da parte di alcuni manifestanti molto giovani, esterni al corteo (secondo le testimonianze provenienti non da quest'ultimo, ma da un gruppo di manifestanti violenti): la versione fornita dalle forze dell'ordine indica un «fitto» lancio di sassi. Gli stessi giornalisti ed altri testimoni riferiranno al processo del comportamento incomprensibile da parte delle forze dell'ordine, che avrebbero tollerato per alcune ore gli atti vandalici dei manifestanti violenti, mentre il corteo autorizzato veniva fatto bersaglio di numerosi lanci di lacrimogeni e successivamente caricato, dopo solo poche decine di secondi di contatto visivo. La stranezza del comportamento delle forze dell'ordine emerse anche durante il processo, in cui furono ascoltate delle registrazioni provenienti dalla Questura. In una di queste registrazioni si sentono sia un operatore urlare: «Nooo!... Hanno caricato le tute bianche, porco giuda! Loro dovevano andare in piazza Giusti, non verso Tolemaide... Hanno caricato le tute bianche che dovevano arrivare a piazza Verdi» sia le ripetute richieste del dirigente del Commissariato di Genova, responsabile della sicurezza del corteo, relative al far ritirare il gruppo dei Carabinieri dalla zona per evitare di fare da «tappo» e bloccare il corteo in arrivo. Molti manifestanti ed alcuni giornalisti si allontanarono, dopo i primi lanci di lacrimogeni, per cercare riparo nelle strade laterali, ma nonostante ciò alcuni di essi non riuscirono ad evitare di essere coinvolti negli scontri e di subire il pestaggio da parte delle forze dell'ordine. Il capitano dei Carabinieri che aveva ordinato le cariche sostenne al processo che si trattava di cariche «di alleggerimento», ammettendo però di non conoscere la topografia della zona e di non essersi reso conto che così facendo aveva chiuso le vie di fuga" (Testo tratto da Wikipedia, «Fatti del G8 di Genova»).