L'ARENGARIO STUDIO BIBLIOGRAFICO - Dott. Paolo Tonini
Teatro futurista. Alcuni documenti 1913 - 1941
Luogo: Cellatica
Editore: L'Arengario Studio Bibliografico
Stampatore: prodotto in proprio
Anno: 2025 (4 dicembre)
Legatura: brossura
Dimensioni: 29,7x21 cm.
Pagine: VIII - 20 (2) compresa la copertina
Descrizione: copertina illustrata con un disegno di Bruno Munari. Catalogo interamente illustrato a colori. Testo introduttivo di Paolo Tonini («Fenomenologia dello spettacolo» / «Phenomenology of the Spectacle») e 19 schede ragionate con i prezzi. Edizione digitale.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: N. D.ORDINA / ORDER
"Tutto cominciò con le serate futuriste, nel gennaio 1910. Molto prima di Fluxus, della body e della performance art. Salivano sul palco elegantissimi e strafottenti, venivano coperti di insulti e verdure marcescenti: il pubblico si divideva fra quelli a favore e quelli contro, alla fine era la rissa che proseguiva anche fuori dal teatro per le vie della città. Quasi sempre interveniva la polizia: teatro puro. Principio fondante: la simultaneità, l’eterno presente, lo spettacolo in cui è abolito il confine tra l’arte e la vita. Ma nella forma spettacolo esiste anche la possibilità di appropriarsene e di renderlo funzionale al potere. “Panem et circenses”, certamente. Ma con una differenza sostanziale: che lo spettacolo può essere esteso a tutti i livelli della comunicazione: la società dello spettacolo. La meraviglia coincide con l’orrore, oggi tutto è spettacolo: il crimine, il disagio, la disabilità, la guerra, la strage. Non è colpa dei futuristi se la società dello spettacolo è capace di trasformare ogni istanza di felicità nella banalità del consumo: l’avanguardia rimane come cattiva coscienza da tacitare (non erano del resto che dei fascisti). «Siamo gli uomini vuoti, gli uomini impagliati...» curvi fissando il cellulare nelle sale d’aspetto. Qualcuno forse rileggendo e figurandosi questi drammi, percepirà uno spazio libero dove poter serenamente scomparire" (dal testo introduttivo).
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It all began with the Futurist soirées, in January 1910 - long before Fluxus, body and performance art. They would stride onstage elegant and swaggering, only to be showered with insults and rotting vegetables: the audience split into supporters and opponents, and in the end there was a brawl that continued outside the theater and through the city streets. The police intervened almost every time: pure theater. Its founding principle: simultaneity, the eternal present, the show in which the boundary between art and life, is abolished. But in the form of spectacle there also exists the possibility of appropriating it and making it functional to power. “Panem et circenses”, certainly. But with one substantial difference: the spectacle can be extended to all levels of communication - the society of the spectacle. Wonder coincides with horror. Today everything is spectacle: crime, hardship, disability, war, massacre. It is not the Futurists’ fault if the society of the spectacle can transform every aspiration to happiness into the banality of consumption: the avant-garde remains a guilty conscience to be silenced (after all, were they not fascists?). «We are the hollow men, the stuffed men…» bent over, staring at our smart-phones in waiting rooms. Someone, perhaps, rereading and envisioning these dramas, will perceive a free space in which they might peacefully disappear".

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