GARSIA Augusto
(Forlì 1889 - Firenze 1956)
Poesie MCMXXI - MCMXXV
Luogo: Livorno
Editore: Edizioni "Il Giornale di Politica e Letteratura" - Giusti
Stampatore: Stab. Grafico Benedetti & Niccolai - Pescia
Anno: s.d. [aprile/maggio 1926]
Legatura: brossura
Dimensioni: 19,5x13 cm.
Pagine: pp. 197 (11) - 45 (3)
Descrizione: copertina con titoli in rosso, illustrata con cornice floreale in seppia su fondo beige di Giulio Cisari. Raccolta di poesie tratte dalle due opere precedenti «Opposte voci» (Firenze, Vallecchi, 1921) e «Voci di là dal fiume» (Firenze, Battistelli, 1924). In appendice un «Estratto dal catalogo Generale della Casa Editrice Battistelli - Alcuni giudizi sulle opere di Augusto Garsia (1923-26)», che riporta numerosi giudizi di vari autori sull'opera poetica, sul saggio critico «Il Magnifico e la Rinascita» (1923) e i romanzi «Le Strade Cieche» (1923) e «Il dono» (1926): Arturo Pompeati, Alfredo Poggi, Fernando Palazzi, Guido Manacorda, Cipriano Giachetti, Ferdinando Paolieri, Ferdinando Cajoli, Silvio Benco, Giuseppe Manzella, Auro d'Alba, Luigi Fallacara, Gabriele Briganti, e altri. Esemplare con legatura allentata, lievi smarginature al dorso e ai margini dovute alla fragilità della carta, ma completo e parzialmente intonso. Prima edizione della raccolta.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 90ORDINA / ORDER
Titolo in copertina: «Poesie (1921-1925)».
"Desto il desiderio talvolta m'assale, / d'esser nato asessuale / e tutto il mondo vorrei fosse tale. / Con le done parlerei / come con ogni lontana / musica, voce di vento, / ed amerei i fanciulli in mezzo ai quali / mi rifugio per sognare, / quando non voglio pensare / alle notti materne. / Le donne, i fanciulli, fiorita / realtà d'un mio sogno di pace, / vedrei passare e gli uomini infiniti, / come quando fanciullo asessuale / lungo il mare passare vedevo / le nubi lontane e credevo / che fosser spirti con l'ale" (da «Asessuale», pag. 72).
"Desto il desiderio talvolta m'assale, / d'esser nato asessuale / e tutto il mondo vorrei fosse tale. / Con le done parlerei / come con ogni lontana / musica, voce di vento, / ed amerei i fanciulli in mezzo ai quali / mi rifugio per sognare, / quando non voglio pensare / alle notti materne. / Le donne, i fanciulli, fiorita / realtà d'un mio sogno di pace, / vedrei passare e gli uomini infiniti, / come quando fanciullo asessuale / lungo il mare passare vedevo / le nubi lontane e credevo / che fosser spirti con l'ale" (da «Asessuale», pag. 72).