RE NUDO Mensile di Controcultura e Controinformazione Prima Serie
(Milano 1970 - Milano 1975)
Re Nudo - n. 6 (n. 1 nuova serie). Colpo di mano!
Luogo: Milano
Editore: N. D.
Stampatore: Arti Grafiche La Monzese - Cologno Monzese
Anno: 1971 (giugno)
Legatura: N. D.
Dimensioni: 1 fascicolo 34x24,5 cm.
Pagine: pp. 16
Descrizione: copertina illustrata a colori, vari disegni e fotocomposizioni n.t. Numero situazionista a cura di Gianni Emilio Simonetti edito contro e in alternativa alla direzione del giornale di Andrea Valcarenghi; esistono infatti due RE NUDO n. 6, che riflettono le rispettive posizioni. Edizione originale.
Bibliografia: Gino Marinoni - Primo Moroni, «Archivio Storico della Stampa Underground - International Alternative Press I.A.P.», Milano, Ignazio Maria Gallino Editore, 1987: pag. 94
Prezzo: € 380ORDINA / ORDER
Titolo e indice in copertina: «Re Nudo - n. 6 (n. 1 nuova serie). Colpo di mano! - Giù le mani dal Movement - Tesi sulla Comune - Servizio speciale: principi di cannabismo - La Comune di Ovada - Frontiere-repressione - S. Vittore: nuova provocazione - Il nostro sound la loro musika». Fra i vari testi: un comunicato stampa delle Brigate Rosse del 28 maggio 1971; un testo per le tecniche di affissione, volantinaggio e scritte murali («Pratica della teoria»); una tavola a pagina doppia: «Principi di cannabismo»; il «Manifesto del fronte di liberazione dei giovani» (Parigi 1971).

Collaboratori di questo numero: Guido Vivi, Paolo Broglio, Max Capa, Nicola, Mauro Merci, Antonella, Herta, Flavio Lazzarin, Dante Goffetti, Ugo Zavanella, Giorgio Bono, Gianni Emilio Simonetti, Roberto, Enzo Bruce, Danni, Riccardo Sgarbi, "e qualche compagno di passaggio".

"Pubblicato dall’ala situazionista di “Re Nudo” facente capo a Gianni-Emilio Simonetti, questo fascicolo, significativamente sottotitolato «colpo di mano», rappresenta una versione clandestina parallela a quella del n. 6 (giugno/agosto) ufficiale di «Re Nudo» di Andrea Valcarenghi, la più popolare tra le riviste controculturali italiane. Una sorta di ammutinamento situazionista dall’underground ufficiale, diffuso in circa 5.000 copie (la metà di quelle solitamente stampate di “Re Nudo”) e così rivendicato in una sorta di editoriale titolato Uaauuu!!!:«“l’azione che abbiamo intrapreso, appropriandoci in modo spettacolare della testata di questo giornale, riveste le stesse caratteristiche di radicalità del colpo di mano con cui le compagne del Women Liberation si sono impadronite della direzione di Rat, scacciandone tutti imembri maschili, dimostrando con ciò, nella pratica, di aver preso coscienza del fatto semplicissimo che la lotta per l'emancipazione non può essere delegata a nessuno, ma deve essere gestita in prima persona, in maniera totale, a tutti i livelli, rompendo definitivamente con la logica della teoria e della pratica separate, riunificandole in un processo unitario inscindibile. [...] Per quanto riguarda gli individui ai quali abbiamo sottratto il controllo del giornale, il loro ritardo teorico e la miseria della loro pratica, la loro incapacità di vivere alla velocità di radicalizzazione degli avvenimenti, hanno reso necessario che ci assumessimo il compito dell’esecuzione materiale del loro spossessamento per permettere al proletario di riappropriarsi della sua teoria rivoluzionaria. [...] L'accusa che rivolgiamo loro è quella di non aver saputo formulare una critica unitaria pronunciata globalmente contro tutti gli aspetti, nessuno escluso, dell’organizzazione sociale, che ci impedisce di fatto di esercitare il potere sulla nostra vita, su noi stessi, sui nostri pensieri. [...] Dobbiamo iniziare la decolonizzazione pratica della realtà quotidiana, rimuovendo tutte le incrostazioni, ricercando noi stessi, riportando a galla l'immaginazione che è nascosta dentro di noi. Prendiamo i nostri desideri per delle realtà perché crediamo nella realtà dei nostri desideri” (Duccio Dogheria, «Pirati e falsi editoriali nell'Italia degli anni '70», Pitigliano, Associazione Strade Bianche, 2018: pp. 58-59).

"NO COPYRIGHT - Il copyright o proprietà letteraria è un tabù borghese che va abbattuto. La proprietà nel suo significato borghese è un furto. La proprietà del pensiero e delle sue forme oltre ad essere un furto è anche un insulto..." (pag. 16).