LOTTA CONTINUA Giornale Quotidiano
(Roma 1972 - Roma 1982)
Lotta Continua - Anno VI n. 234. La Montedison toglie lavoro e salario a seimila operai e mette in galera chi si oppone
Luogo: Roma
Editore: N. D.
Stampatore: Tipografia 15 giugno - Roma
Anno: 16/17 ottobre 1977
Legatura: N. D.
Dimensioni: 1 fascicolo 43x29 cm.
Pagine: pp. 11 (1)
Descrizione: paginone centrale: «1968: La spaccatura tra movimento degli studenti e PCI è aperta e irrimediabile - Movimento e sistema politico: le “svolte” del PCI»; varie immagini fotografiche in bianco e nero n.t.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 60ORDINA / ORDER
Fra gli altri articoli: Anonimo: «Contrapporre alla medicina la coscienza della propria realtà»; Tano D'Amico: «Qualche domandina sulla fotografia, la stampa, il movimento e (di striscio) la cultura».

“Cerchiamo di capire meglio, allarghiamo un po’ la questione. Alla canzone, per esempio: non abbiamo nessuna bella canzone. Che sia nostra. In cui possiamo riconoscerci. Allarghiamola al cinema. Non abbiamo nessun film. Un romanzo... un racconto che sia nostro che parli veramente di noi. Come mai allora ci può essere tutta una pletora di canzonettisti, romanzieri mistificanti, giornalisti falsi, cinematografari, editori che prospera su di noi - e questo non è grave – ma anche con i nostri soldi. E questo è terribile: non tanto per i soldi, ma perché mostra e definisce la nostra dipendenza culturale. Eppure la nostra cultura noi l’abbiamo. Io per me ci credo. [...] Cosa ho cercato per dieci anni per l’Europa sulle piste aperte dai compagni davanti alle fabbriche? Pugni chiusi? Bandiere rosse al vento? Avvenimenti clamorosi e traumatizzanti? Sarei stato veramente miope a cercare per dieci anni delle cose così appariscenti. E’ vero. Sono partito cercando queste cose e le ho trovate abbastanza subito, debbo dire. E gli altri nove anni e undici mesi? E tutti i giorni cosa c’è? E quando ci accorgiamo che con una precisione bestiale ci portano via tutto, cosa rimane? Cosa rimane di vivo? Dobbiamo cercare di riuscire a vederlo. Se non lo vediamo dobbiamo cercarlo. Se non ci fosse la nostra vita sarebbe stata radicalmente diversa. Ne troveremo magari un pezzettino piccolo piccolo. Solo un lampo d’occhi, ho scritto una volta. [...] I compagni impegnati tutti i giorni nelle loro realtà si rendano conto che sono quelle realmente determinanti e si impadroniscano dei mezzi che servono a vedere e vedersi, a raccontare e raccontarsi” (Tano D’Amico, pag. 9).