SAMBONET Roberto
(Vercelli 1924 - Milano 1995)
Lignano - Planimetria. A Paolo Chessa
Luogo: N. D.
Editore: N. D.
Stampatore: N. D.
Anno: 1954
Legatura: N. D.
Dimensioni: 44x48 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: disegno originale in grigio e nero, china e acquarello su cartone, titolato, firmato, datato e dedicato dall'artista all'architetto Paolo Antonio Chessa (Milano 1922 - Pescara 1981).
Bibliografia: Provenienza: Maja Chessa
Prezzo: € 4000ORDINA / ORDER
Il piano urbanistico di Lignano Pineta fu disegnato da Marcello D'Olivo (Udine 1921 - 1991) nel 1952, che lo risolse ricorrendo al segno della spirale, e vi edificò, dal centro fino al mare, una costruzione continua che racchiudeva negozi e appartamenti, seguita poco dopo dalle prime ville dell'insediamento.
"Per Sambonet il disegno assume un'importanza fondamentale, ed è un disegno ricco, complesso, articolato, (...) ma sopratutto un disegno carico di storia, carico di citazioni, riferimenti, rapporti, un disegno che non è semplicemente l'analisi di un problema ma che intende saggiare il sistema dei problemi che alla progettazione del singolo oggetto possono essere collegati. Dunque Sambonet impiega il disegno come sistema sperimentale e passa attraverso disegni diversi, stili diversi del disegno, non per gioco formalistico ma per cercare di estendere le virtualità del progetto oltre i limiti spesso angusti imposti dalla committenza" (Carlo Quintavalle, «Design Roberto Sambonet», Milano, Federico Motta, 1993: pag. 13).
"Per Sambonet il disegno assume un'importanza fondamentale, ed è un disegno ricco, complesso, articolato, (...) ma sopratutto un disegno carico di storia, carico di citazioni, riferimenti, rapporti, un disegno che non è semplicemente l'analisi di un problema ma che intende saggiare il sistema dei problemi che alla progettazione del singolo oggetto possono essere collegati. Dunque Sambonet impiega il disegno come sistema sperimentale e passa attraverso disegni diversi, stili diversi del disegno, non per gioco formalistico ma per cercare di estendere le virtualità del progetto oltre i limiti spesso angusti imposti dalla committenza" (Carlo Quintavalle, «Design Roberto Sambonet», Milano, Federico Motta, 1993: pag. 13).
