SARTRE Jean Paul
(Parigi 1905 - 1980)
L'être et le néant. Essai d'ontologie phénoménologique
Luogo: Paris
Editore: NRF Librairie Gallimard
Stampatore: L'Imprimerie Moderne - Montrouge, Seine
Anno: 1943 (25 giugno)
Legatura: brossura
Dimensioni: 22,5x14 cm.
Pagine: pp. 722 (6)
Descrizione: copertina con titoli in bleu e marron, alcune sottolineature a matita, una breve annotazione n.t. e 16 pagine manoscritte di commento al libro su carta intestata "Istituto di Studi Filosofici - Pisa" del filosofo italiano Armando Carlini (Napoli 1878 - Pisa 1959), "uno dei pensatori che meglio rappresenta la crisi dell'idealismo italiano" (AA.VV., «Dizionario universale della letteratura contemporanea», (Milano), Arnoldo Mondadori, 1959-1963: vol. I pag. 689). Menzione fittizia di "3e Edition" al frontespizio e in quarta di copertina. Tracce d'uso. Prima edizione.
Bibliografia: AA.VV., «Dizionario universale della letteratura contemporanea», (Milano), Arnoldo Mondadori, 1959-1963: vol. IV pag. 364
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"Modificando l'impostazione fenomenologica di Husserl e accogliendo spunti decisivi dell'ontologia fondamentale di Heidegger, Sartre progetta, nell'opera maggiore del proprio periodo cosiddetto esistenzialistico, un'ontologia basata sulla dicotomia di «être-pour-soi» e «être-en-soi». Un ruolo particolare in questa ontologia spetta al nulla. La nientificazione fondamentale attraversa l'essere-per-sé, da Sartre connotato anche con l'espressione «realtà umana», ne determina le singole strutture e lo fa essere un ente del tutto particolare: esso è ciò che non è, e non è ciò che è, nel senso che è costretto a progettarsi in ogni istante oltre ciò che fattualmente è, verso ciò che può essere, ossia che ancora non è, e in tal senso è radicalmente libero. (...) La necessità di doversi scegliere costantemente che si impone all'uomo, in quanto niente, conduce alla tesi che noi siamo «condannati alla libertà». Questa libertà non conosce né limitazioni né scusanti esteriori, perciò secondo Sartre è strettamente legata alla responsabilità. (...) L'ontologia fenomenologica mostra che l'esserci è il tentativo continuo, ma destinato a fallire, di fondare se stessi. Quest'opera fornisce il fondamento teoretico dell'esistenzialismo e rappresenta uno dei contributi più importanti all'ontologia del XX secolo" (P. Kampits, in: Franco Volpi, «Dizionario delle opere filosofiche», (Milano), Bruno Mondadori, 2000:: vol. II pp. 931-932).