JUENGER Ernst
(Heidelberg 1895 - 1998)
Le api di vetro [Gläserne Bienen]
Luogo: Milano
Editore: Longanesi & C., "La Fronda - Volume 34"
Stampatore: Archetipografia - Milano
Anno: 1960 (novembre)
Legatura: brossura, sovraccopertina
Dimensioni: 18,4x12,2 cm.
Pagine: pp. 232 (8)
Descrizione: copertina illustrata a colori di autore anonimo, stampata in serigrafia. Traduzione di Henry Furst. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Prima edizione italiana.
Bibliografia: AA.VV., «Dizionario universale della letteratura contemporanea», Milano, Arnoldo Mondadori, 1959-1963: vol. II pag. 986
Prezzo: € 120ORDINA / ORDER
Opera pubblicata per la prima volta nel 1957 (Stoccarda, Ernst Klett).

"Come sarà la nostra vita futura con una tecnica avviata a trionfare non soltanto sulla materia, ma sull'uomo stesso? (...) Alcuni scrittori si sono provati a immaginare questo futuro in romanzi lucidi e disperati come «1984» di Orwell e «Il mondo nuovo» di Aldous Huxley. A questi che sono considerati i capolavori della letteratura avveniristica si aggiunge ora «Le api di vetro» di Jünger, il grande scrittore umanista tedesco. Il protagonista del romanzo è cresciuto prima delle grandi guerre mondiali, in un ambiente dominato dall'ordine e dal diritto, educato in una rigida scuola militare, finché tra guerre e rivoluzioni si ritrova a vivere il crollo del suo mondo e ad assistere al nascere di nuove terrificanti potenze dominatrici del «nuovo ordine». Il grande Zapparoni, fabbricante di perfezionatissimi robot, che comanda indifferentemente sulla materia meccanizzata e resa quasi umana e sugli uomini perfettamente integrati, anch'essi, in un meccanismo spietato, è il simbolo della nuova era" (dal risvolto di copertina).

"La perfezione umana e il perfezionamento tecnico non sono conciliabili. Se vogliamo l'una bisogna sacrificare l'altra; a questo punto le strade si separano. Chi di questo è convinto, sa quel che fa in un senso o nell'altro. Il perfezionamento mira al calcolabile, e il perfetto all'incalcolabile. Intorno a meccanismi perfetti irraggia perciò uno splendore orrido, ma anche affascinante. Provocano lo sgomento, ma anche un orgoglio titanico, che soltanto la catastrofe e non il discernimento può piegare. Lo sgomento, ma anche l'entusiasmo che suscita in noi lo spettacolo di perfetti meccanismi, sono il contrario esatto della soddisfazione con cui ci rasserena lo spettacolo di un'opera d'arte perfetta. Intuiamo la minaccia alla nostra integrità, alla nostra simmetria" (Ernst Jünger, pp. 169-170).