SIMONETTI Gianni-Emilio
(Roma, 1940)
La suonatrice di theremin. L'insurrezione di Kronshtadt nei ricordi di Anastasija S. musicista e cuoca
Luogo: Roma
Editore: DeriveApprodi, "Vita Activa 17"
Stampatore: Tipografia Graffiti - Pavona, Roma
Anno: 2007 (aprile)
Legatura: brossura
Dimensioni: 23x14 cm.
Pagine: pp. 171 (5)
Descrizione: copertina illustrata con una immagine fotografica virata in verde, varie immagini fotografiche in bianco e nero n.t. Esemplare con firma autografa dell'autore al frontespizio. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 180ORDINA / ORDER
"C'è un modo di essere comunisti che non deriva dal sapere delle scienze sociali, né dall'assalto della classe degli sfruttati ai bastioni del Capitale, provvede la vita corrente. E' un costume inebriante di vivere il proprio tempo, spesso nella forma di un'avventura, sempre nelle vesti di una tragedia. L'esperienza ha mostrato che quest'avventura, finora, non è mai durata più di quanto duri un sogno, con il quale, per altro, condivide certi poteri, terrorizza i nemici e i cattivi compagni di strada, spaventa i dogmatici, rovescia le tavole delle ideologie e le illuminate illusioni della borghesia.Questa materna epifania della storia dell'uomo è quella che porta all'espressione più alta del vissuto, è quella che salda e dà un senso a tutto le passioni, anche le scellerate. Essa non consente mediazioni né ritorni alle posizioni di partenza, così, gli eletti sono le sue vittime, destinati al massacro perché la ferocia degli idealismi, nessuno escluso, da qujelli che diffondono la peste religiosa a quelli che si piegano ai meriti delle democrazie borghesi e alla signoria delle armi, non lascia scampo. E' successo a Parigi nel 1871, a Monaco e a Budapest, nel 1919, a Kronshtadt, nel 1921. Quest'ultima, in particolare, è stata la più breve e la più crudele delle primavere della rivolta. Diciotto giorni appena... Le strutture della modernità sono sempre e inevitabilmente repressive, non importa il credo che le anima" (pp. 8-9).

Kronshtadt 1921, Russia. Una rivolta durata appena 18 giorni si chiude nel modo più crudele. L'insurrezione dei marinai dell'isola del mar Baltico viene sedata dalle guardie rosse, guidate da Leon Trotzkij, a pochi anni di distanza dalla Rivoluzione d'Ottobre. Anastasija S. è scampata a quel massacro e si rifugia a Parigi. Da suo esilio, si dipana il filo di un racconto che si perde nelle mense piene di fumo di marinai vocianti, nelle merende infantili con formaggio bianco e mirtilli consumate sulle scogliere, nelle strade di Mosca e Pietrogrado. Anastasija S..., studia violino e uno strano strumento, il theremin, che emette suoni avvicinando le mani alle sue valvole termoioniche. A Parigi lavora in un ristorante russo. I suoi ricordi riportano in superficie i frammenti di un dolore sopito, tanto più forte quanto causato dalla ferocia di un'armata creduta amica. Una quotidianità di piccole cose, preparare un «blini» o suonare una cracoviana, diventa il modo per elaborare un lutto che, prima di essere personale, è quello di un intero secolo di tragedie" (dal retro di copertina).