POLI Ivana
«Ma il fascismo non passerà», in: IL MANIFESTO - Anno I n. 148
Luogo: Roma
Editore: N. D.
Stampatore: Stabilimento tipografico SIGRED - Roma
Anno: 21 ottobre 1971
Legatura: N. D.
Dimensioni: 1 fascicolo 58,5x43 cm.
Pagine: pp. 4 [pag. 4]
Descrizione: riproduzione del poster della mostra «Ma il fascismo non passerà», programmata per il 6 settembre 1971. Alla mostra avrebbero dovuto partecipare vari artisti: Alinari, Paolo Baratella, Gianfranco Baruchello, Antonio Bueno, Chiodi, Fabio De Poli, Pablo Echaurren, Fallani, Loffredo, Renzo Margonari, Sebastian Matta, Giangiacomo Spadari, Staccioli, Emilio Tadini, Titonel, Emilio Vedova. Stampato in 2000 esemplari, il poster venne immediatamente ritirato dalla distribuzione e mandato al macero a causa delle sue implicazioni politiche: l'immagine illustra esplicitamente l'ipotesi dell'assassinio di Giuseppe Pinelli, mentre era in corso il processo che vedeva imputati il commissario Luigi Calabresi e altri funzionari della questura milanese. I pittori protestarono reclamandone la distribuzione, minacciando in caso contrario di annullare la mostra. La mostra non ebbe luogo e la riproduzione del poster nel fascicolo de IL MANIFESTO rimane l'unica testimonianza del mancato avvenimento. Prima e unica edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 250ORDINA / ORDER
Il poster «Ma il fascismo non passerà», commissionato dall'amministrazione comunale di Montelupo Fiorentino, viene riprodotto nella quarta pagina del giornale sotto il titolo: «La bella storia di una mostra antifascista, di un comune “rosso”, di un manifesto fantasma» e accompagnato da un testo anonimo a commento («Un episodio tra mille»): “Una esperta grafica, Ivana Poli, venne incaricata dall’amministrazione comunale di produrre un manifesto di facile comunicativa […]. Il manifesto nacque, ne furono felicemente stampate duemila copie in quadricromia e altrettanto felicemente scomparvero. Il programma di affiggerle in diverse città andò in fumo. Giornalisti e critici non ne ricevettero. La sera del 6 settembre, all’apertura della mostra, i pittori presenti non ne trovarono traccia. «Perché?» - domandarono i pittori. «Per ragioni organizzative» - fu la risposta laconica dell’amministrazione. «O ricompare il manifesto o niente mostra» - dissero i pittori. Niente mostra fu la conclusione. Eppure è un bel manifesto, che racconta una storia semplice. La storia di una finestra, di un ufficio di polizia, di un uomo qualsiasi che prima finisce in questo ufficio, poi cade da quella finestra. La storia misteriosa di una scarpa di quell’uomo che resta in mano a un poliziotto, sebbene l’uomo precipitato ne avesse ancora due ai piedi. La storia di Pinelli e della risposta popolare alla sua morte: «ma il fascismo non passerà»”.
Sottotitolo in prima pagina del fascicolo: «Lo scontro tra Mancini e la Procura è un episodio della lotta per il Quirinale, arbitro Fanfani. Verso un blocco corporativo nelle università». Fra gli altri, articoli di Luca Redosti, Grazia Gaspari.
Sottotitolo in prima pagina del fascicolo: «Lo scontro tra Mancini e la Procura è un episodio della lotta per il Quirinale, arbitro Fanfani. Verso un blocco corporativo nelle università». Fra gli altri, articoli di Luca Redosti, Grazia Gaspari.