CIVININI Guelfo
(Livorno 1873 - Roma 1954)
I sentieri e le nuvole. Poesie di Guelfo Civinini
Luogo: Milano
Editore: Fratelli Treves Editori
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1911
Legatura: brossura
Dimensioni: 20,2x15,2 cm.
Pagine: pp. (4) 164 (2)
Descrizione: copertina illustrata con un disegno a colori siglato "LT". Ex libris «R. Martini» impresso a sanguigna, disegnato da Giulio Cisari, applicato al verso dell'occhietto. Esemplare in buono stato di conservazione. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 130ORDINA / ORDER
"Mormorano le gronde / nella piccola corte / sovra le foglie morte / canzoni moribonde. // Il cuore si nasconde: / ha chiuso le sue porte, / pensa le foglie morte, / ascolta e non risponde. // Batte l’acqua tenace / un’alberella grama, / altre foglie van giù: // un buon sogno di pace / il cuor stanco ricama / nel ciel grigio, lassù" («Pioggia d'ottobre», pag. 15).
"Voi non vedeste questa mattina, / mentre uscivamo per la tranquilla / via solitaria di casa, ed io, / guardando i fiori di mussolina / che trasparivan su un nastro lilla, dimenticavo di dirvi addio, // [...] // voi non vedeste, poco lontano, / il «pocket kodak» d'una britanna / dal dolce viso lentigginoso, / lunga e sottile come una canna, / che sorprendevaci, la mano in mano, / nel nostro idillio silenzioso. // Così la piccola fotografia, / entro le pagine d'un albumetto / con i ricordi di Roma bella, / con i costumi di Ciociaria, / le guardie svizzere, l'antico Ghetto, / San Pietro, il Foro, la Navicella, // andrà lontano, lontano assai, / verso la casa dell'inglesina, / verso un salotto sovra il Tamigi / freddo e nebbioso, donde più mai / vedrà il sol biondo di stamattina / romper ridendo dai cieli grigi. // [...] // Passeran gli anni. Quanti tramonti / entro al Tamigi s'affogheranno / fra l'alta nebbia! Diverrem vecchi, / scoloriranno le nostre fronti, / e le memorie scoloriranno / fra i mazzolini di fiori secchi. // E nella piccola fotografia, / un po' sbiadita, noi resteremo / come persone d'un'altra età: / con una pallida malinconia / ancor la mano ci stringeremo: / ma l'amor nostro dove sarà? // Oh, chi sa dove saremo, amica, / chi sa che avremo nel cuore stanco, / dove saranno quest'ore liete! / Noi già saremo la moda antica: / il vezzo d'ambra, l'abito bianco, / cose lontane... Perché piangete?" (da «L'istantanea», pp. 109-112).
"Voi non vedeste questa mattina, / mentre uscivamo per la tranquilla / via solitaria di casa, ed io, / guardando i fiori di mussolina / che trasparivan su un nastro lilla, dimenticavo di dirvi addio, // [...] // voi non vedeste, poco lontano, / il «pocket kodak» d'una britanna / dal dolce viso lentigginoso, / lunga e sottile come una canna, / che sorprendevaci, la mano in mano, / nel nostro idillio silenzioso. // Così la piccola fotografia, / entro le pagine d'un albumetto / con i ricordi di Roma bella, / con i costumi di Ciociaria, / le guardie svizzere, l'antico Ghetto, / San Pietro, il Foro, la Navicella, // andrà lontano, lontano assai, / verso la casa dell'inglesina, / verso un salotto sovra il Tamigi / freddo e nebbioso, donde più mai / vedrà il sol biondo di stamattina / romper ridendo dai cieli grigi. // [...] // Passeran gli anni. Quanti tramonti / entro al Tamigi s'affogheranno / fra l'alta nebbia! Diverrem vecchi, / scoloriranno le nostre fronti, / e le memorie scoloriranno / fra i mazzolini di fiori secchi. // E nella piccola fotografia, / un po' sbiadita, noi resteremo / come persone d'un'altra età: / con una pallida malinconia / ancor la mano ci stringeremo: / ma l'amor nostro dove sarà? // Oh, chi sa dove saremo, amica, / chi sa che avremo nel cuore stanco, / dove saranno quest'ore liete! / Noi già saremo la moda antica: / il vezzo d'ambra, l'abito bianco, / cose lontane... Perché piangete?" (da «L'istantanea», pp. 109-112).