D'AMICO Tano
(Filicudi, Isole Eolie 1942)
[1977-03-00-77-01] Foto di gruppo del Movimento
Luogo: Roma, Università La Sapienza
Editore: N. D.
Stampatore: N. D.
Anno: marzo 1977
Legatura: N. D.
Dimensioni: 24x30 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: fotografia originale in bianco e nero, titolata e firmata. Stampa di epoca successiva, a cura dell'autore (1997).
Bibliografia: Pubblicata per la prima volta in: Tano D'Amico, «E' il '77», Roma, I Libri del No, 1978
Prezzo: € 400ORDINA / ORDER
Questa immagine fu anche pubblicata nel 2007 dal giornale LA REPUBBLICA e fu indetto un concorso, della durata di circa un anno, in cui i lettori che vi si riconoscevano erano invitati a comunicarlo al giornale.

"Tra febbraio e marzo l'Università di Roma si riempie di giovani: oltre agli universitari ci sono gli studenti medi e il proletariato giovanile delle periferie. Le assemblee e i collettivi si alternano ai momenti di festa" (AA.VV., «Settantasette. Fotografie di Tano D'Amico», Roma, Il Manifesto, 1997; vol. III pag. 8).

"Quando rifletto su quell'anno della mia vita e della vita degli altri, penso che doveva essere qualcosa di molto importante. Lo è stato, come ho detto, nella mia vita e lo è stato, anche amaramente, nella vita degli altri. Per ché molte persone poi hanno sofferto tantissimo, venendo escluse, loro che non volevano escludere. Venendo escluse, vivendo per vent'anni nelle carceri. E altre per esempio si sono escluse dalla vita, penso alle persone che si sono uccise, anche. C'è una mia immagine, che ricordo e mi piace, che poi non è una mia immagine, è un'immagine degli altri, infatti è una foto di gruppo del ‘77: allora si vedono delle persone che hanno fatto carriera, delle persone che si sono tirate via dalla vita. Per esempio io avevo, e ho tuttora, un amico molto molto caro, che per mesi è stato quello che ha diretto il giornale in cui lavoravo in quegli anni, Lotta Continua, che ora fa il bidello in una scuola di Bologna, con la laurea in Lettere, tutto quanto. Che è come dire che si è tolto dalla vita. E mi raccontano che quando ci sono i bambini piccoli che fanno chiasso, che gridano, eccetera, lui mette mano al violino, che suona molto ma molto bene, e si zittiscono i bambini. Ecco bisogna dire questo, io ricordo moltissime persone, intelligenze brillanti, dei grandi cuori, che quando hanno visto i loro amici morire, come è il caso di questo ragazzo, che era molto amico del compagno che è stato ucciso nella sua città,che è Bologna, si sono tolti via dalla vita. E' come se si fossero tolti via dalla vita, per molti aspetti. Hanno rinunciato alla competitività, a tutto, e siccome questa vita, la vita che è venuta poi, è fatta di competizione ed è spietata, come vediamo... Vediamo quelli in mezzo a noi che hanno fatto carriera e hanno fatto carriera essendo spietati come gli altri. E vorrei dire che non mi scandalizza quando uno è spietato, o lecchino, ma lo è sempre stato. Io mi scandalizzo, rimango male, quando vedo qualcuno che ha vissuto con noi, quindi che ha visto il sangue dei propri amici per la strada, o anche degli altri, ha visto le altre facce della vita e dimentica tutto ciò per essere come gli altri. Ecco, questo fa un attimo senso" (Tano D'Amico, 1997).