MEO Gisella
(Treviso 1936)
Emptying the page / Vuotare la pagina
Luogo: s.l.
Editore: a cura dell'autore
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1976
Legatura: brossura
Dimensioni: 22x21,8 cm
Pagine: pp. 4 n.n.
Descrizione: copertina in cartoncino muta, 1 immagine fotografica in bianco e nero al verso della prima pagina, seconda pagina fustellata con applicato un filo di cotone: tirando il filo la fustellatura si estende trasformando la pagina in una sorta di piramide. Libro-oggetto, tiratura complessiva di 600 esemplari firmati e numerati dall'artista, di cui i primi 20 rilegati con copertina rigida. Esemplare nella rilegatura ordinaria in brossura. Edizione originale.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 250ORDINA / ORDER
"Per capire VUOTARE LA PAGINA bisogna rifarsi al MODULO QUADRATO di cui feci, nel 1976, la dichiarazione di poetica. Ritengo necessario riportarne qui una parte: «E' questo un modulo di estrazione popolare che ho prelevato dal repertorio consumistico in un giorno di carnevale del 1971. I miei lavori successivi risalgono, almeno come impostazione concettuale, a quella data: li ho sviluppati ed ho imparato a liberare l'energia che sentivo dentro il quadrato divenuto piramide. Si tratta di un modulo fondato su una forma geometrica elementare: il quadrato. Lo si prende, e poi lo si piega e ripiega nelle sue diagonali. Indi lo si taglia, con tagli costanti in maniera alternata. E' un'operazione precisa e scientifica. Si riaprono le piegature e si riporta il tutto alla forma primaria, il quadrato. Si prende il centro trasformato in vertice e si tira. Sembra una magia: da un piccolo quadrato esce una lunga rete, chiusa nel fondo, come una gabbia, una trappola. Una gabbia, tuttavia, piena d'aria e di luce, di movimento e di possibilità chiaroscurali. Tira, tira: più fitti sono i tagli e più tiri, più si allunga. E tutto viene da un pezzo unico, senza giunture, come talune catene-scultura degli africani o come altre sculture-gioco in avorio, dei cinesi. Nel suo estendersi in lunghezza, nel suo moltiplicarsi di incroci e di intrecci, tale modulo sembra diventare infinito. Ma se vuoi, lo ricomponi e lo riporti allo stato naturale, una semplice campitura quadrata, sia essa di stoffa, di carta, o di acciaio, ma con una molteplicità infinita di possibilità». Ma come è nata tale acquisizione? Insegnavo Disegno e Storia dell'Arte all'Istituto Magistrale Margherita di Savoia di Roma il quale aveva anche una succursale tutta femminile in un Istituto dei Postelegrafonici. Un giorno di carnevale del 1971, entrando in classe vidi l'aula tutta addobbata con certe reti ritagliate su fogli di giornale a colori, che scendevano a forma piramidale dal soffitto. Ne fui subito affascinata, è stato come un colpo di fulmine. Evidentemente ero pronta a recepire tale fascino. Diciamo che questo approccio segna il momento concreto del mio passaggio al «concettuale» le cui radici, lette a posteriori, risalgono al lontano 1964. Chiesi subito alle ragazze di mostrarmi uno di quei manufatti e volli capire il procedimento di esecuzione. Presero un quadrato da un foglio di giornale e lo piegarono e ripiegarono nelle diagonali ottenendo un triangolo che intagliarono con dei tagli costanti alternati. Poi riaprirono il tutto riportandolo al quadrato iniziale. Infine tirarono il vertice e qui la sorpresa: il quadrato si alzava diventando piramide. Da quel momento mi sono appropriata di quella forma che diventerà il mio modulo. E' stata Mirella Bentivoglio a dirmi: «perché non ne fai un libro?». E' così che è nato subito VUOTARE LA PAGINA. Naturalmente c'è stato un processo di sintesi che ha portato all'eliminazione delle piegature soffermandosi sull'andamento dei tagli direttamente sulla superficie quadrata e in questo caso la preparazione di una fustella idonea. E' un libro-oggetto di una pagina che ha avuto da subito un percorso fortunato" (Gisella Meo, da una email del 7 settembre 2019 indirizzata a Paolo Tonini).