D'AMICO Tano
(Filicudi, Isole Eolie 1942)
[1980-09-80-OT-09] Due operaie
Luogo: Torino
Editore: N. D.
Stampatore: N. D.
Anno: 1980 (settembre)
Legatura: N. D.
Dimensioni: 18x24 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: fotografia originale firmata. Stampa di epoca successiva (1990) a cura dell'autore.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 400ORDINA / ORDER
Scatto avvenuto durante l'«occupazione dei 35 giorni», iniziata il 10 settembre e terminata il 14 ottobre 1980: 35 giorni di scioperi, manifestazioni, assemblee e picchetti da parte degli operai dei vari stabilimenti contro la Fiat che intendeva licenziare 14 mila lavoratori. Dopo 18 giorni di mobilitazione cade il governo Cossiga. La Fiat sospende i licenziamenti ma mette in cassa integrazione a zero ore 23.000 operai: il Consiglio di fabbrica di Mirafiori approva una mozione che dà il via al presidio di tutti i cancelli e chiede alle confederazioni sindacali di proclamare uno sciopero generale. Al trentesimo giorno la Fiat decide di convocare una assemblea al teatro Nuovo invitando i quadri aziendali intermedi (impiegati, dirigenti, operai con funzioni di controllo). Secondo la stima della Prefettura di Torino, ne arriveranno 10-12.000 da tutta Italia, ma i giornali ne amplificheranno il numero, a partire dal Gazzettino regionale che ne conta 20.000, a Stampa Sera (25.000/ 30.000) fino ai 40.000 di Repubblica, che sarà la cifra ufficialmente ricordata: il 14 ottobre sfilerà un corteo silenzioso noto come “la marcia dei quarantamila”. Quasi contestualmente le organizzazioni sindacali firmavano l’accordo con la FIAT che otteneva quanto richiesto: 23.000 casse integrazioni a zero ore con generiche promesse di reintegro in anni successivi. E’ da notare che i sindacati firmarono l’accordo contro la volontà della maggioranza degli operai: i dirigenti sindacali Lama, Carniti, Benvenuto, Trentin, Garavini, Marini, pesantemente contestati al cinema Smeraldo, dichiararono “non valido” il Consiglio dei delegati lì riunito. L’accordo sanciva una frattura insanabile e il ritorno alla normalità. Sarà questa l’ultima grande lotta intrapresa dal movimento operaio italiano fino a oggi.

"E' una tappa decisiva della storia sindacale e operaia, una lotta decisa di 35 giorni. Dapprima il fervore della solidarietà, il convincimento verso i più incerti, la compattezza, la partecipazione della parte progressista del Paese, ottiene la sospensione dei licenziamenti. Poi la sconfitta, con la cassa integrazione di 23.000 unità. La nota manifestazione silenziosa di impiegati, colletti bianchi e aristocrazia operaia, segna la spaccatura delle forze in lotta. Da un lato le rivendicazioni operaie di identità e ruolo attivo nella produzione, dall'altro le categorie privilegiate che vedono in pericolo le situazioni acquisite. Il risultato sarà per molti la perdita dell'occupazione e una profonda crisi dell'unità sindacale" (Serena D'Arbela, «Wilma Labate e Francesca Comencini. La fabbrica torna sugli schermi per merito di due registe», PATRIA INDIPENDENTE, 24 febbraio 2008, pag. 21).