VERLAINE Paul
(Metz 1844 - Parigi 1896)
Dédicaces (Dessin de A.-F. Cazals, gravé par Maurice Baud)
Luogo: Paris
Editore: Bibliothèque Artistique et Litteraire
Stampatore: Imprimerie de J. Royer - Annonay
Anno: 1890 [marzo]
Legatura: brossura originale in carta azzurra
Dimensioni: 16x11 cm.
Pagine: pp. (4) 90 (6)
Descrizione: 1 incisione f.t. protetta da velina (ritratto di Verlaine), testatine, finali e capilettera decorativi di Fréderic-Auguste Cazals. Prefazione dell'autore, non ristampata nelle edizioni successive. Raccolta di dediche in forma di ballata e di sonetto agli amici artisti e scrittori, fra i quali Anatole France, Leon Bloy, A.F. Cazals, François Coppée, Ernest Delahaye, Joris Karl Huysmans, Emile Le Brun, Stéphane Mallarmé, Jean Moréas, Ernest Raynaud, Laurent Taihade, Villiers de l'Isle-Adam, Maurice Barrès (la «Ballade pour s'inciter à l'insouci»), Léon Deschamps («Ballade en faveur des dénommés Décadents et Symbolistes»). Quest'ultima dedica verrà cancellata e sostituita nelle ristampe successive, pubblicate da Léon Vanier, col nome dello stesso Vanier). Tiratura complessiva di 350 copie numerate fuori commercio. Esemplare nella tiratura ordinaria di 250. Tracce d'uso lungo il dorso. Buono stato di conservazione. Prima edizione.
Bibliografia: Laurent Carteret, «Le trésor du bibliophile romantique et moderne 1801-1875. Edition revue, corrigée et augmentée», Paris, Edition du Vexin Français et Laurent Carteret, 1976: vol. II pag. 426
Prezzo: € 480ORDINA / ORDER
Tiratura complessiva di 350 esemplari, di cui 50 numerati da 1 a 50 con una prova d'artista del disegno di A.F. Cazals inciso da Maurice Baud, e la menzione del sottoscrittore a cui è destinato il volume; 100 numerati da 51 a 100 "paraphés par l'auteur", cioè firmati con un monogramma ad ogni pagina dall'autore; e 250 ordinari, numerati da 101 a 350.

"Verlaine pubblica «Dédicaces» nel 1890: dai salotti letterari alla Comune di Parigi agli amori per donne e uomini, l'oppio, l'alcool, la religione, fino all'ospedale e alla miseria più nera. L'edizione, fuori commercio, viene finanziata dai sottoscrittori, ed è una raccolta di dediche in forma di ballata e di sonetto agli amici, Anatole France, Léon Bloy, Joris Karl Huysmans, Stéphane Mallarmé, Jean Moréas, Villiers de l'Isle-Adam fra gli altri. Ironia e tenerezza, è un garbato congedo, una "poignée de main" fra gentiluomini, come Verlaine scrive nella prefazione. La pubblica perché ha bisogno di soldi, ma rimane lo stile. Come già aveva scritto: «Je suis l'Empire à la fin de la décadence / Qui regarde passer les grands Barbares blancs / En composant des acrostiches indolents / D'un style d'or où la langueur du soleil danse». Al contrario, senza stile è quanto avvenne nelle ristampe successive editate da Léon Vanier a partire dal 1894, dove non solo viene espunta la prefazione di Verlaine ma anche vengono modificati dedicatario e testo della «Ballade en faveur des dénommés Décadents et Symbolistes». Nell'originale la composizione è dedicata a Léon Deschamps direttore del giornale LA PLUME, nelle ristampe allo stesso Léon Vanier. E' da notare che per togliere ogni riferimento al nome di Deschamps viene apportata una modifica al testo: «Mais LA PLUME à la fin des fins / Seul eut de la chance à la pêche» diventa: «Mais VANIER à la fin des fins / Seul eut de la chance à la pêche». In questo modo Vanier risultava il solo ad aver promosso con successo i «bons écrivains»" (Paolo Tonini, 22.10.2025).

«Ballade en faveur des dénommés Décadents et Symbolistes»

Quelques-uns dans tout ce Paris
Nous vivons d’orgueil et de dèche.
D’alcool encore qu’épris
Nous buvons surtout de l’eau fraîche
En cassant la croûte un peu sèche.
À d’autres fins mets et grands vins
Et la beauté jamais revêche!
Nous sommes les bons écrivains.


Phœbé, quand tous les chats sont gris,
Effile d’une pointe rêche
Nos corps par la gloire nourris
Dont l’enfer, au guet, se pourlèche,
Et Pœbus nous lança sa flèche,
La nuit nous berce en songes vains
Sur des lits de noyaux de pêche.
Nous sommes les bons écrivains.

Beaucoup de beaux esprits ont pris
L’enseigne de l’Home qui bêche,
Et Lemerre tient les paris,
Plus d’un encor se dépêche
El tâche d’entrer par la brèche;
Mais Vanier à la fin des fins
Seul eut de la chance à la pêche.
Nous sommes les bons écrivains.


envoi

Bien que la bourse chez nous pèche,
Princes, rions, doux et divins.
Quoi que l’on dise ou que l’on prêche.
Nous sommes les bons écrivains.

"Alcune «dediche» erano già uscite in «Amour». Poi Verlaine cominciò a scriverne altre, troppe altre, con l'intenzione di riunirle in un volume intitolato «Les Amis». Il titolo definitivo, «Dédicaces», comparirà solo nel marzo 1890 quando, dopo varie circostanze difficili e a volte sinistre (la miseria di Verlaine si era fatta dolorosamente cronica, come la sua malattia) il libro sarà pubblicato per sottoscrizione, grazie alla buona volontà del direttore della «Plume», Léon Deschamps. Seguendo l'esempio di Mallarmé, molti amici aderirono. Aumentata di una buona settantina di pezzi, una seconda edizione comparirà nel 1894 dopo varie vicende editoriali. Sarà pubblicata, questa volta, dal fino allora reticente Vanier, ormai editore di quasi tutte le opere di Verlaine. Per l'edizione del 1890 l'autore aveva scritto una rapida prefazione, non ripresa nel 1894. Queste non molte righe si concludevano così: «L'autore, in questa circostanza, è simile a un signore che distribuisca strette di mano agli amici, chiedendo loro di farne buon uso»" (Diana Grange Fiori, in: Paul Verlaine, «Poesie e prose», Milano, Mondadori, "I Meridiani", 1992; pag. 1344).