CARBONI Erberto
(Parma 1899 - Milano 1984)
Cocktail di Flora
Luogo: Parma
Editore: Cav. L. Borsari e F.
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1928
Legatura: cartoncino morbido impresso fronte e retro
Dimensioni: 8x6 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: disegno deco stampato in cromolitografia di Erberto Carboni. Al verso il testo: "Ciò che Pitigrilli pensa del nostro migliore profumo: io sono astemio, ma il Cocktail di Flora è così delizioso che temo di diventare alcolista - Pitigrilli, Parma, 1928". Locandina pubblicitaria originale, in miniatura, che pubblicizza l'acqua di colonia «Cocktail di Flora».
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 120ORDINA / ORDER
Lodovico Borsari (Parma 9 settembre 1858 - Sant'Andrea Bagni 1939), forte dell'esperienza maturata nel suo negozio di barbiere in via Cavour a Parma, seppe avviare una vera e propria industria degli estratti e dei profumi confezionati in flaconi appositamente realizzati dalle vetrerie Bormioli. La storia dell’azienda inizia attorno al 1870 nel Convento dell’Annunciata. In questo luogo, molti anni prima, Maria Luigia aveva chiesto ai frati di utilizzare le loro arti alchemiche per distillare in un profumo l’essenza delle violette di Parma, di cui lei amava circondarsi ovunque andasse. Per decenni i frati custodirono gelosamente la formula del profumo, fino a quando Lodovico Borsari, in visita al monastero, non riuscì a persuaderli a rivelargli il metodo segreto. Utilizzando la formula ottenuta dai frati e rielaborandola cominciò a produrre, nella bottega in cui lavorava assieme al socio Dario Saccò, un’essenza chiamata “Violetta di Parma”, che riscosse uno straordinario successo tra le signore di Parma. Nel 1897 decise di avviare un’attività industriale in proprio e di ampliare la gamma delle fragranze. Era nata l’industria “Borsari & Figli”, destinata a diventare in breve tempo un punto di riferimento assoluto dell’arte profumiera italiana. Nel 1925 nasce la profumeria “Aurea”, o meglio “Alla Violetta di Parma”, una bottega in via Cavour preludio alla costruzione del complesso Borsari, fondato tre anni più tardi fuori porta Garibaldi. Nel 1934 l’azienda Borsari si trasferisce in via Trento, nella palazzina che tuttora ospita la collezione Borsari 1870, il “Primo Museo Italiano della Profumeria”, che dal 1990 apre le sue porte al pubblico. Si tratta di un museo che raccoglie quasi 100 anni di storia aziendale, ma che racchiude al suo interno anche preziose testimonianze relative all’arte, alla grafica, al costume e ai profumi italiani dal 1870 al 1950. Lo spazio interno riflette nelle decorazioni parietali, nei pavimenti e nell’arredo il gusto che allaccia il Liberty al Decò, mentre tutti gli oggetti esposti nel museo, gli splendidi flaconi in vetro, le scatole, i manifesti, i calendarietti profumati, le cartoline, sono testimonianza dell’evoluzione del gusto e del design nell’arco dei decenni di attività. L’azienda Borsari ha infatti da sempre dimostrato di conferire una particolare attenzione al packaging, al design e alla comunicazione: Borsari ebbe l’intuizione di avvalersi, nel corso degli anni, della collaborazione di designer e pittori di fama internazionale per lo studio delle confezioni, le linee dei flaconi e la comunicazione pubblicitaria. Nel primo ciclo di produzione del profumo “Violetta di Parma”, ad esempio, i contenitori in vetro e in cristallo hanno linee e forme esclusive che interpretano l’evolversi dello stile dal Liberty all’Art Déco: i vetri sono finemente intagliati con fasce di satinatura che muovono il corpo del flacone ed esaltano il colore dell’essenza; i tappi sono in vetro molato, come naturale complemento del tutto. La confezione è accurata, con una pellicola di protezione attorno al collo e il filo d’oro a sigillo; l’etichetta di gusto floreale è preziosa e stampata in rilievo; la scatola ha una costruzione complessa che evidenzia le prospettive e la forma del flacone ed è obbligata con carte realizzate con le tecniche più sofisticate e stampate a più colori con una grafica d’avanguardia (testo tratto dall'articolo «La Collezione Borsari 1870», portale online SCORCI DI PARMA, 10 giugno 2014)