VALERI Diego
(Piove di Sacco, Padova 1887 - Roma 1976)
Ariele. Poesie
Luogo: Milano - Roma
Editore: Edizioni Mondadori
Stampatore: Stab. Tip. Lit. Edit. A. Mondadori - Verona
Anno: 1924 (10 marzo)
Legatura: legatura editoriale cartonata
Dimensioni: 19,5x14,8 cm.
Pagine: pp. 138 (8) comprese le carte di risguardo
Descrizione: titolo in nero su fondo chiaro e marca tipografica («Progredi A - M») in copertina. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Prima edizione.
Bibliografia: AA.VV., «Dizionario generale degli autori contemporanei», Firenze, Vallecchi, 1974: pag. 1374
Prezzo: € 120ORDINA / ORDER
"Il ragazzo va intorno con la sua dolce noia, / con la sua cara e strana felicità segreta / d'andare e di guardare: prendere un po' di gioia / da tutto, o un po' di pena, vagando senza meta..." (da «Annunciazione», pag. 11).
"Pianto di cose agognate e perdute / per tutto il giorno del nostro soffrire; / pianto di povere gioie vissute, lungo la sera del nostro morire... / Ma un'inesausta dolcezza d'amore, / sempre, ad ogni ora, nel fondo del cuore" («Vita», pag. 17).
"Solo ero, abbandonato dalla vita nel fondo / di quella notte, come negli abissi d'un mare / di tenebra: ero solo, in quel piccolo letto, / abbracciato perdutamente alla mia miseria. // Non c'era più nessuno, più nulla su la terra / per me: non voi, bambine mie, tutta gioia mia, / né tu, né pure tu, cuore triste e fedele, / né i miei morti, né il mio buon compagno, il dolore. // Più nessuno, più nulla: non più sole, né fiato / vivo di vento, né riso di fiore e d'erba: / tutt'intorno, muraglie di nero vuoto: notte / interminata, senza moto, senza respiro... // Quando di tra le imposte filtrò la prima luce, / l'anima si riscosse; ma piangeva, piangeva, / come il bimbo staccato dal paese del sogno / dove ha incontrato il volto della felicità". («Nulla», pp. 81-82)
"Pianto di cose agognate e perdute / per tutto il giorno del nostro soffrire; / pianto di povere gioie vissute, lungo la sera del nostro morire... / Ma un'inesausta dolcezza d'amore, / sempre, ad ogni ora, nel fondo del cuore" («Vita», pag. 17).
"Solo ero, abbandonato dalla vita nel fondo / di quella notte, come negli abissi d'un mare / di tenebra: ero solo, in quel piccolo letto, / abbracciato perdutamente alla mia miseria. // Non c'era più nessuno, più nulla su la terra / per me: non voi, bambine mie, tutta gioia mia, / né tu, né pure tu, cuore triste e fedele, / né i miei morti, né il mio buon compagno, il dolore. // Più nessuno, più nulla: non più sole, né fiato / vivo di vento, né riso di fiore e d'erba: / tutt'intorno, muraglie di nero vuoto: notte / interminata, senza moto, senza respiro... // Quando di tra le imposte filtrò la prima luce, / l'anima si riscosse; ma piangeva, piangeva, / come il bimbo staccato dal paese del sogno / dove ha incontrato il volto della felicità". («Nulla», pp. 81-82)