BEUYS Joseph
(Krefeld 1921 - Düsseldorf 1986)
Arena. Dove sarei arrivato se fossi stato intelligente!
Luogo: Roma
Editore: L'Attico
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1972 [ottobre]
Legatura: foglio piegato in due per spedizione postale, 15x21 cm., che completamente svolto misura 29,5x21 cm.
Dimensioni: N. D.
Pagine: N. D.
Descrizione: invito in formato locandina ripiegato in due parti con una composizione grafica di due disegni in nero e titolo in marron su fondo bianco. Al retro testo stampato in marron. Esemplare viaggiato con timbro e bollo postale, con tracce della spillatura agli angoli. Invito/poster originale, appositamente disegnato dall'artista, in occasione dell'azione e della mostra (Roma, Galleria L'Attico, 30 ottobre 1972).
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 300ORDINA / ORDER
«Arena», l'opera autobiografica di Beuys, viene presentata una prima volta in forma non completa e senza pannelli nel 1970 a Edinburgo in occasione dell'azione «Celtic (Kinloch Rannoch) Scottish Symphony». La prima esposizione vera e propria avviene nel 1972 a Napoli presso la Modern Art Agency di Lucio Amelio, accompagnata da una azione dal titolo «Vitex Agnus Castus». Sempre nel 1972 l'opera viene messa in mostra anche a Roma, presso la Galleria L'Attico, con una azione diversa da quella di Napoli, svolta nel giorno dell'inaugurazione e filmata da Nino Longobardi. L'azione, intitolata «Anacharsis Cloots der Redner des Menschengeschlects», si ispira alla figura di Jean-Baptiste du Val-de-Grâce, baron de Cloots (Kleve, 1755 - Parigi 1794), nobile prussiano che partecipò attivamente alla rivoluzione francese, meglio conosciuto come Anacharsis Cloots, il nome che si diede rifiutando il titolo di barone. Hebertista, sognatore di una società senza classi e senza divisioni nazionali, fu ghigliottinato nel 1794. "«Arena» può essere considerata l'opera autobiografica di Beuys. Essa comprende tutte le immagini dei disegni e degli oggetti più significativi realizzati dall'artista nella sua prima fase creativa... «Arena», lo spazio della tragedia, in cui l'artista-eroe si presenta in prima persona, è un'opera aperta... Beuys intende completarla anno per anno per tutta la sua vita. L'opera è composta, fino a oggi, da 100 pannelli in alluminio e di una scultura in cera vergine e rame. Ogni pannello ha le dimensioni di cm. 114x82 e contiene, protette da uno spesso cristallo, una, due, tre o più foto trattate con i tipici materiali di Beuys, quali cera, margarina, colore rosso o grigio, acido, zolfo ecc. La scultura, presente al centro dell'opera, è strutturata in due pile di piastre in cera vergine e rame ed un contenitore di plastica contenente olio lubrificante. La scultura è il fulcro di «Arena». Su di essa, simbolo di fonte primaria di energia vitale, Beuys ha realizzato nel giugno 1972 alla Modern Art Agency di Napoli un'azione. Disteso supino sul pavimento della galleria, con una pianta dal nome alchemico VITEX AGNUS CASTUS legata sulla testa, Beuys, per circa tre ore, ha passato la mano destra unta di olio sulle piastre di rame della scultura (il conduttore), fino a far vibrare il proprio corpo caricatosi di energia come un corpo percorso da corrente elettrica. La sua frase più ricorrente è: «Io sono un trasmettitore, io emano!»" (Lucio Amelio per Beuys, in Lea Vergine, «Il corpo come linguaggio (La Body-art e storie simili)», Milano, Giampaolo Prearo, 1974: alla voce «Joseph Beuys»).