MASTERS Edgar Lee
(Garnett, Kansas 1869 - Melrose Park, Pennsylvania 1950)
Antologia di Spoon River. A cura di Fernanda Pivano [Spoon River Anthology]
Luogo: Torino
Editore: Giulio Einaudi Editore, "Universale Einaudi 13"
Stampatore: Satet - (Torino)
Anno: 1943 (9 marzo)
Legatura: brossura, sovraccopertina
Dimensioni: 18,5x12 cm.
Pagine: pp. XII - 154 (2)
Descrizione: sovraccopertina color verde chiaro, titoli in nero e bianco, illustrata con un disegno al tratto di "M" (Francesco Menzio, ideatore anche dell'impaginazione), riprodotto in una incisione in seppia su fondo bianco in copertina. Scelta di 153 epitaffi, prefazione e traduzione di Fernanda Pivano. Esemplare con invio manoscritto di autore ignoto datato "21 agosto 1943", particolare significativo che dimostra la messa in distribuzione del libro cinque mesi dopo la stampa. Prima edizione italiana.
Bibliografia: AA.VV., «Dizionario universale della letteratura contemporanea», (Milano), Arnoldo Mondadori, 1959-1963: vol. III, pag. 439
Prezzo: € 500ORDINA / ORDER
Opera pubblicata per la prima volta nel 1915: "L'intuizione centrale per quella che fu poi la «Spoon River Anthology» gli venne da una visita della madre, nel 1914: la conversazione più o meno pettegola di quella giornata, evocando fatti segreti della gente di Lewistown, lo invogliò a ricostruire l'esistenza di persone spesso biasimate a torto dalla malevolenza e dai preconcetti del prossimo, o esaltate per l'ipocrisia nell'ambiente neopuritano. Così Masters cominciò a scrivere bozzetti in forma di epitaffi. Nell'autobiografia egli annota: «Scrivevo le poesie a casa, in ufficio, dapertutto, sulle liste della trattoria, sulle buste delle lettere... Più tardi, quando mi offersero cinquemila dollari per il manoscritto di Spoon River, mi ricordai che lo avevo gettato via. Non si conservano le liste della trattoria». Reedy pubblicò questa serie di poesie, faticosamente rimessa insieme, a puntate sul suo giornale; l'anno dopo le raccolse in volume l'editore McMillan. Il libro, subito diventato un best-seller, fu considerato al suo apparire come un documento di rivolta da inserire nell'attività del cosiddetto «muck-raking movement» [movimento raccogli rifiuti], la corrente di letteratura scandalistica giunta proprio in quegli anni al suo apogeo; e diede a Masters una fama che egli considerò pericolosa per la sua riputazione di avvocato. (...) La «Spoon River Anthology», raccolta di circa duecento epitaffi che rivelano la vita segreta dell'intero villaggio coi suoi intrighi e le sue ipocrisie, è un atto di accusa contro il carattere della vita americana dell'epoca neopuritana; offrì alle nuove generazioni un modello antiromantico e antilirico che avrebbe ispirato presto imitatori e seguaci..." (AA.VV., «Dizionario universale della letteratura contemporanea», (Milano), Arnoldo Mondadori, 1959-1963: vol. III, pag. 439: pp. 438-439).

"Con antica terribile sobrietà i morti della cittadina americana parlano. C'è qualcosa di ellenico in questa stoica comunione con l'al di là: di ellenico e insieme di ferocemente calvinistico. Questo libro è fondamentale per intendere l'America e la sua letteratura contemporanea, di cui [Edgar Lee Masters] fu l'iniziatore" (dal risvolto di copertina).

L'edizione italiana, stampata da Einaudi il 9 marzo 1943, viene subito sequestrata e Fernanda Pivano, la traduttrice, ricorda «Era superproibito quel libro in Italia. Parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare […] mi hanno messo in prigione e sono molto contenta di averlo fatto». Il libro fu rimesso in circolazione circa cinque mesi dopo, in agosto: "Il secondo intervento di Pavese, pubblicato sul IL SAGGIATORE del 10 agosto 1943, è una recensione alla scelta e alla traduzione procurata, come annunciato in precedenza, da Fernanda Pivano per i tipi dell'Einaudi. [...] In numerose occasioni Fernanda Pivano ha raccontato di come il libro l'avesse avuto dalle mani dello stesso Pavese «una mattina che gli avevo chiesto che differenza c'è tra la letteratura americana e quella inglese» [...]. Il racconto prosegue con la scoperta da parte di Pavese del manoscritto [...]. Si aggiunga il fatto che non appena il libro vide la luce fu sequestrato. Il Minculpop, che non amava contraddirsi, tirò fuori la scusa che la copertina fosse indecente: uno dei morti disegnati nell'atto di levarsi dalle tombe di Spoon River era una donna dai seni vagamente scoperti. Einaudi però, cambiò la copertinae rimise subito in circolazione il volume" (Luigi Ballerini, in: Edgar Lee Masters, «Antologia di Spoon River (nuova edizione commentata - testo originale a fronte)», Mondadori, "Oscar Moderni", 2016).