VARINI Dario
(Verbania 1951)
A proposito delle difficoltà e delle possibilità di ri-conoscimento della qualità differente dell'essere comune del maschile e del femminile
Luogo: Milano
Editore: Renato Varani
Stampatore: COP.T.E. - Milano
Anno: 1977 (ottobre)
Legatura: brossura
Dimensioni: 31x20,8 cm.
Pagine: pp. 23 (1) - 4 compresa la copertina
Descrizione: prima e quarta di copertina illustrate con due disegni in bleu su fondo bianco e vari altri disegni in bleu e seppia n.t. di Cenzo Curti. Testo stampato in bleu e seppia. Grafica e impaginazione a cura di Cenzo Curti e Paolo De Maestri. All'interno è presente un inserto di 4 pp. «Prima e dopo, attraversando lo scritto...». In appendice un testo di Paolo de Maestri: «Comunicato: per la distruzione della mistificazione (Bologna 23-24-25 settembre 1977» e «Alcune precisazioni posteriori», entrambi sul Convegno di Bologna contro la repressione. Edizioe originale.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 120ORDINA / ORDER
"Il come si sia sviluppato a Bologna nel Marzo scorso un movimento che si può inscrivere nella realtà del processo realmente comunista questo è ormai patrimonio storico. Come s sviluppi invece un convegno che sopravive sugli scoppi desideranti del Marzo proponendone l'organizzazione o addirittura la cancellazione attraverso la riproposizione di ideologie tardo-leniniste rivestite di freakismo, questa è tutt'altra cosa. Dire delle organizzazioni politiche che esse perpetuano il dominio della collettività sull'individuo, cioè il dominio religioso, non è cosa nuova: la critica alla relgione in tutte le sue forme è da sempre per i soggeti comunisti la carta di riconoscimento. L'assembramento collettivista caratterizza nella sua stessa forma le tendenze più spettacolarmente autoritarie del Capitale. [...] Ma la meccanica capitalistica de/valorizzativa apre le prospettive per un nuovo tipo di assembramento: l'assembramento sull'angoscia. [...] L'assenza di repressione verticale, lo sviluppo di una individualità che adempie a livello conscio ai propri desideri, che per la maggior parte si rivelano «indotti», lo sbocco nell'indifferenza per quanto riguarda qualsiasi prospettiva che si riallacci a una possibile costruzione della Comunità Umana, questo è il patrimonio che l'epoca ci lascia" (pag. 22).