KOSUTH Joseph
(Toledo 1945)
CHARLESWORTH Sarah
(East Orange 1947 - New York 2013)
McCALL Anthony
(Inghilterra 1946)
Where are you standing? [A che punto sei?] - International Local
Luogo: s.l. (Venezia)
Editore: s. ed.
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1976 [luglio]
Legatura: poster impresso al solo recto, ripiegato in 16 parti
Dimensioni: 139,5x 98,5 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: litografia originale stampata in nero e bleu su fondo beige, che riproduce il logo della Biennale di Venezia al centro di un labirinto: i numeri e le lettere dell'alfabeto corrispondono rispettivamente alle "strade" da percorrere e alle diverse "prospettive" che visualizzano la maggiore o minore distanza dal centro. Il lavoro, realizzato da Joseph Kosuth in collaborazione con Sarah Charlesworth e Anthony McCall sotto la sigla «International Local», viene esposto nella doppia versione inglese e traduzione italiana in occasione della XXXVII Biennale di Venezia («L'ambiente come sociale», 18 luglio - 10 ottobre 1976), e distribuito ripiegato in una busta. Esemplare a pieghe distese, senza busta, in ottimo stato di conservazione. Edizione originale, versione in lingua inglese.
Bibliografia: Michael Lailach, «Printed Matter. Die Sammlung Marzona in der Kunstbibliothek», Berlin, Kunstbibliothek Staatliche Museen, 2005: pag. 133
Prezzo: € 380ORDINA / ORDER
Il testo, diviso in due parti, denuncia polemicamente la dipendenza dell'intero sistema dell'arte contemporanea dalla politica che orienta le principali esposizioni internazionali e più in generale il mondo della cultura: “La tua «situazione sociale» presente funziona in vari modi. Noi vogliamo che tu consideri questo come una mappa della Biennale di Venezia perché, come succede nelle esposizioni internazionali d'arte, ci si può perdere facilmente. Una cosa è sapere dove vuoi andare e una cosa è trovare una strada diretta e appropriata. In generale la maggior parte delle strade che si presentano alla fine arrivano alla stessa destinazione - benché la visuale sia di solito diversa. Qui alla Biennale i nostri interessi sono specifici per forza: Le vie proposte sono ovvie se vuoi identificarti come 1. «Intermediario», 2. «Produttore», o, 3. «Consumatore». [...] «Strada 1»: il burocrate della Biennale, il mercante di arte, il direttore o curatore del museo, il critico, promotore ad hoc, l'editore, ecc. «Strada 2»: artisti filmmakers, architetti, pittori, danzatori, performers, fotografi, scultori, scrittori, designers, musicisti... in breve i produttori «professionali» di cultura. «Strada 3»: il pubblico (oppure a scelta, l'occupazione, o la condizione di servitù). [...] Lavoratori: Se non potete ritrovarvi in questa mappa c'è una ragione storica. Sembra che vi siano offerte due scelte: potete andare alla «Strada 1» e domandare al vostro Sindacato o al vostro Partito la direzione, o potete prendere la «Strada 3» e accettare di essere disinserito. La «Strada 2» non è di uso pubblico, e le vostre prospettive di guadagnarvi l'accesso non sono buone". Nella seconda parte le tre "strade" sono illustrate puntualmente da una serie di citazioni, contrassegnate dalle lettere dell'alfabeto dalla A alla Q. Si tratta di frasi fatte che riproducono con la loro banalità la sostanziale adesione dei tre diversi orientamenti alla logica del sistema: "Siamo arrivati a fare un manifesto appositamente per la Biennale. Il manifesto è una forma che molti artisti hanno riscoperto recentemente. Nota il mondo [ma: il modo] con cui i colori e la grandezza dei caratteri sono articolati, aree importanti e aree di minore importanza, componendo un messaggio chiaro e stringente. Il processo con cui questo manifesto è prodotto si chiama litografico..." (punto P). E al punto Q: "Non c'è altro da dire. Questo non vuol dire niente... un piccolo ricevimento di e per capitalisti che celebra la «Cultura». Non può essere nemmeno un obbiettivo serio per un rivoluzionario. E la maggior parte non sa nemmeno disegnare" (dal testo della versione italiana).
Nel catalogo della Biennale non compaiono né l'immagine né il titolo del poster ma solo la menzione «Joseph Kosuth e Sarah Charlesworth» nell'elenco degli artisti inclusi nella sezione «Attualità internazionali '72-'76». L'esposizione del lavoro è documentata da alcune fotografie di Sarah Charlesworth. La collaborazione che include Anthony McCall è dichiarata da Kosuth in un esemplare del poster con sue note autografe e contrassegnato dal timbro «This is a drawing only - not a certificate for another artwork».
La sigla «International Local» fa la sua prima comparsa nel documentario di Zoran Popović «Struggle in New York» (1976).
Nel catalogo della Biennale non compaiono né l'immagine né il titolo del poster ma solo la menzione «Joseph Kosuth e Sarah Charlesworth» nell'elenco degli artisti inclusi nella sezione «Attualità internazionali '72-'76». L'esposizione del lavoro è documentata da alcune fotografie di Sarah Charlesworth. La collaborazione che include Anthony McCall è dichiarata da Kosuth in un esemplare del poster con sue note autografe e contrassegnato dal timbro «This is a drawing only - not a certificate for another artwork».
La sigla «International Local» fa la sua prima comparsa nel documentario di Zoran Popović «Struggle in New York» (1976).

