DEBORD Guy
[Guy Ernest Debord] (Paris 1931 - Bellevue-la-Montagne 1994)
La società dello spettacolo [La société du spectacle]
Luogo: s.l.
Editore: s. ed.
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1974 (novembre)
Legatura: brossura
Dimensioni: 21x15 cm.
Pagine: pp. 166 (2)
Descrizione: copertina con titoli in nero su fondo bianco. Lievi ingialliture in prime e quarta di copertina. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Edizione pirata e seconda edizione italiana, che corregge la prima del 1968 edita da De Donato e giudicata “mostruosa” dall’autore.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 150ORDINA / ORDER
Opera pubblicata per la prima volta in lingua francese (Parigi, 1967).
"Un secondo e meno scontato intento della pirateria editoriale degli anni Settanta fu quello di restituire dignità a opere politico-letterarie tradotte malamente o gravate da ampie lacune rispetto all'edizione originale. L'esempio più noto è forse il libro cult di Guy Debord, «La società dello spettacolo»: la prima edizione italiana fu pubblicata già nel 1968 a Bari da De Donato, ma venne aspramente criticata da molti, Debord compreso, che la giudicò «mostruosa» per via di una pessima traduzione. A restituire in parte la freschezza dell’opera originaria ci pensò dunque nel 1974 un’edizione pirata totalmente priva di note editoriali, alla quale seguì, nell'autunno del 1976, una seconda edizione pirata stampata fittiziamente a Londra da Release Publication per Stampa Alternativa" (Duccio Dogheria, «Pirati e falsi editoriali nell'Italia degli anni '70», Pitigliano, Associazione Strade Bianche, 2018: pp 8-9).
"1. Tutta la vita delle società in cui regnano le moderne condizioni di produzione si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione" (pag. 5). "4. Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale fra persone, mediato da immagini" (pag. 6).
"207. Le idee migliorano. Il senso delle parole vi partecipa. Il plagio è necessario. Il progresso lo implica. Esso stringe dappresso la frase di un autore, si serve delle sue espressioni, cancella una idea falsa, la sostituisce con l'idea giusta" (pag. 156).
"208. Il détournement è il contrario della citazione, dell'autorità teorica sempre falsificata per il solo fatto di essere divenuta citazione; frammento strappato al suo contesto, al suo movimento, ed infine alla sua epoca come riferimento globale e all'opzione precisa che era all'interno di quel riferimento, esattamente riconosciuta o erronea.. Il détournement è il linguaggio fluido dell'anti-ideologia. Esso si manifesta nella comunicazione che sa che non può pretendere di detenere alcuna garanzia in sé e definitivamente. Esso è, nel suo punto più alto, il linguaggio che non può essere confermato da nessun riferimento antico e sovra-critico. E' al contrario la propria coerenza, in se stesso e con i fatti praticabili, che può confermare l'antico nucleo di verità che esso richiama. Il détournement non ha fondato la sua causa su niente di esterno alla propria verità come critica presente" (pp. 156-157). "210. Solo la negazione reale della cultura ne conserva il senso. Essa non può più essere culturale. Così essa è ciò che rimane, in qualche modo, al livello della cultura, sebbene in una accezione completamente differente" (pag. 157).
"Un secondo e meno scontato intento della pirateria editoriale degli anni Settanta fu quello di restituire dignità a opere politico-letterarie tradotte malamente o gravate da ampie lacune rispetto all'edizione originale. L'esempio più noto è forse il libro cult di Guy Debord, «La società dello spettacolo»: la prima edizione italiana fu pubblicata già nel 1968 a Bari da De Donato, ma venne aspramente criticata da molti, Debord compreso, che la giudicò «mostruosa» per via di una pessima traduzione. A restituire in parte la freschezza dell’opera originaria ci pensò dunque nel 1974 un’edizione pirata totalmente priva di note editoriali, alla quale seguì, nell'autunno del 1976, una seconda edizione pirata stampata fittiziamente a Londra da Release Publication per Stampa Alternativa" (Duccio Dogheria, «Pirati e falsi editoriali nell'Italia degli anni '70», Pitigliano, Associazione Strade Bianche, 2018: pp 8-9).
"1. Tutta la vita delle società in cui regnano le moderne condizioni di produzione si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione" (pag. 5). "4. Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale fra persone, mediato da immagini" (pag. 6).
"207. Le idee migliorano. Il senso delle parole vi partecipa. Il plagio è necessario. Il progresso lo implica. Esso stringe dappresso la frase di un autore, si serve delle sue espressioni, cancella una idea falsa, la sostituisce con l'idea giusta" (pag. 156).
"208. Il détournement è il contrario della citazione, dell'autorità teorica sempre falsificata per il solo fatto di essere divenuta citazione; frammento strappato al suo contesto, al suo movimento, ed infine alla sua epoca come riferimento globale e all'opzione precisa che era all'interno di quel riferimento, esattamente riconosciuta o erronea.. Il détournement è il linguaggio fluido dell'anti-ideologia. Esso si manifesta nella comunicazione che sa che non può pretendere di detenere alcuna garanzia in sé e definitivamente. Esso è, nel suo punto più alto, il linguaggio che non può essere confermato da nessun riferimento antico e sovra-critico. E' al contrario la propria coerenza, in se stesso e con i fatti praticabili, che può confermare l'antico nucleo di verità che esso richiama. Il détournement non ha fondato la sua causa su niente di esterno alla propria verità come critica presente" (pp. 156-157). "210. Solo la negazione reale della cultura ne conserva il senso. Essa non può più essere culturale. Così essa è ciò che rimane, in qualche modo, al livello della cultura, sebbene in una accezione completamente differente" (pag. 157).
