BOLLETTINO DELLA FMR (Frazione Marxista Rivoluzionaria della IV Internazionale)
( 1975 - 1976)
Arte e Rivoluzione. Numero speciale del Bollettino della FMR - Anno I n.5
Luogo: s.l. [Roma]
Editore: N. D.
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1975 [ottobre]
Legatura: brossura spillata con due punti metallici
Dimensioni: 33x22 cm.
Pagine: pp. 36 (2)
Descrizione: copertina illustrata con la riproduzione dei dell'opera di Joan Miro «Il campo arato» (1923-1924) e titoli in nero su fondo verde. Testi: «Ideologia del riformismo e cultura rivoluzionaria» (testo redazionale); Sandro P., «Note sul "cinema politico"» (con2 vignette); Daniele G., «Estetica e libera creatività» (con una vignetta detournata); «Ode al presidente Mao» (3 poesie "popolari" dedicate a Mao-tse-tung); A.M., «Limiti ; Marherite Bonnet, «André Breton e il movimento surrealista» (1973). Edizione originale.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 120ORDINA / ORDER
"La FMR, al momento della sua uscita dai GCR, ha già cristallizzato in un documento organico le sue divergenze con i GCR. Il documento intitolato “Le origini storiche del centrismo sui generis”. Il documento riprende per sommi capi tutti i dibattiti e i contrasti all’interno della Quarta Internazionale a partire dalla fine degli anni quaranta fino alla metà degli anni ’70. [...] Quindi la FMR quando viene «fondata» è solo un piccolissimo raggruppamento presente principalmente a Roma. La FMR, in questa prima fase, pubblica un ciclostilato mensile, con una funzione di orientamento politico e teorico. Tra i primi, e fra i più interessanti, c’è un numero monografico sull’arte rivoluzionaria, vecchio pallino di Massari. Il numero raccoglie contributi che vanno dal surrealismo alla pop art, cercando di riflettere sul delicato rapporto tra politica ed arte. [...] Nel luglio del 1976 viene fondata con una assemblea nazionale la Lega Comunista (LC), prodotto di una fusione tra il nucleo italiano della FMR e compagni di diversa provenienza politica, tra i quali però, un ruolo di primo piano è stato svolto dagli animatori del Circolo K. Marx di Roma. Sempre nello stesso periodo viene dato il via alla iniziativa editoriale delle Edizioni Controcorrente, che nel giro di qualche anno pubblicherà alcuni interessanti volumi dedicati alle origini del movimento trotskista in Italia, alla rivoluzione portoghese, alla fino agli scritti di Trotsky sull’Italia. A partire dalla fine del 1976 la Lega Comunista è in grado di pubblicare un vero e proprio giornale mensile che si denominerà «La Classe» e che uscirà con una buona regolarità fino alla metà del 1980" (capitolo n. 7 «LE ALTRE ORGANIZZAZIONI TROTSKISTE IN ITALIA (1968-1980)» di un saggio tratto da un blog non più rintracciabile, pubblicato sulla piattaforma «Overblog»).
“Un criterio politico non può costituire la discriminante per valutare una creazione intellettuale; un artista politicamente ‘non impegnato’ oppure reazionario è in grado di dare un contributo alla causa della rivoluzione, nella misura in cui ciò che esprime aumenta la conoscenza sulla realtà umana e sociale. La storia della cultura di quest’ultimo secolo registra molti esempi di questo genere da Van Gogh ai compagni di strada dell’Ottobre russo, dal teatro di Ionesco all’arte letteraria di Solgenicin. Il marxismo rivoluzionario non deve mai rifiutare apporti simili.” Bollettino speciale della FMR n 5 ottobre 1975 “Ideologia del riformismo e cultura rivoluzionaria” pag. 3.
“Un criterio politico non può costituire la discriminante per valutare una creazione intellettuale; un artista politicamente ‘non impegnato’ oppure reazionario è in grado di dare un contributo alla causa della rivoluzione, nella misura in cui ciò che esprime aumenta la conoscenza sulla realtà umana e sociale. La storia della cultura di quest’ultimo secolo registra molti esempi di questo genere da Van Gogh ai compagni di strada dell’Ottobre russo, dal teatro di Ionesco all’arte letteraria di Solgenicin. Il marxismo rivoluzionario non deve mai rifiutare apporti simili.” Bollettino speciale della FMR n 5 ottobre 1975 “Ideologia del riformismo e cultura rivoluzionaria” pag. 3.
