VACCARI Franco
(Modena 1936)
Franco Vaccari - Buio, nebbia padana, suoni, luci [33a Esposizione in tempo reale]
Luogo: Campogalliano Modena
Editore: Transmec Group
Stampatore: Grafiche dell'Artiere di Bentivoglio - Bologna
Anno: 2005 (dicembre)
Legatura: cartella editoriale in cartoncino pieghevole
Dimensioni: 24x18 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: copertina illustrata con una immagine fotografica a colori («Transiberianarte», 2005, particolare). Progetto grafico e impaginazione di Beppe Chia e Kirsten Einer Lillepuu (Chialab). La cartella contiene un opuscolo illustrato a colori e un poster. Opera pubblicata in occasione della 33a esposizione in tempo reale di Vaccari, a cura di Raffaella Cortese e Mariangela Montecchi (Campogalliano Modena, Transmec Group, 17 dicembre 2005).
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 130ORDINA / ORDER
Descrizione dettagliata del contenuto:
1) Opuscolo: «Franco Vaccari - Buio, nebbia padana, suoni, luci», Campogalliano, Transmec Group, dicembre 2005; 24x17 cm., brossura a due punti metallici, pp. 16 n.n. compresa la copertina illustrata con una immagine fotografica a colori («La Chaufferie de Descartes», 2004), 7 immagini fotografiche a colori di cui 3 a doppia pagina n.t. Testi in italiano e inglese di Franco Vaccari («La scultura buia», 1968) e Valerio Deho («Luce nera»), riproduzione del testo di Vaccari («Concerto cosmico», 1969) nella sola versione italiana.
2) Poster: «Franco Vaccari - Buio, nebbia padana, suoni, luci - Esposizione in tempo reale», Campogalliano, Transmec Group, dicembre 2005; poster 48x68 cm., una immagine fotografica a colori al recto («Esposizione in tempo reale», 2005) e didascalia in nero su fondo bianco al verso.

"Vaccari ci prova dal 1968 a farci capire che il mondo può essere visto anche al buio. [...] La «scultura buia, documentata da un prezioso catalogo-oggetto» che è un lavoro pressoché autonomo, [...] «è un corpo nero un ambiente reso assolutamente compatto da un'assenza invece che da una presenza... in essa si opera una ristrutturazione dello spazio sfruttando le sensazioni primordiali dell'udito e del tatto». [...] Un anno dopo, nel 1969,con il «Concerto cosmico» i fruitori vengono invitati ad ascoltare la pioggia di raggi cosmici, uno dei misteri dell'universo perché non si conosce la loro origine, rilevati da un impianto Geiger. Il buio è ancora una volta positivo perché consente di ampliare i confini della realtà percepita dal solo organo della vista. Uomo e cosmo entrano in contatto in questa dimensione [...]: l'uomo si percepisce come inessenziale al funzionamento dell'universo [...]. Vaccari ha spesso insistito in varie delle sue «esposizioni in tempo reale» nel proporre un'alternativa conoscitiva al nervo ottico. [...] Nel caso di questa installazione un po' nebbiosamente padana, un po' da periferia suburbana l'artista gioca su di un'esperienza primaria. Nel buio i visitatori, praticamente solo con l'ausilio di una lampadina tascabile, si aggirano in uno spazio enorme, nuovo, e decisamente non familiare. [...] Vaccari propone quindi un'esperienza empirica totale. La lampadina non è uno strumento per vedere, ma un segno di riconoscimento tra gli attori inconsapevoli di questa performance. Solo l'accompagnamento di suoni e rumori più o meno familiari è di conforto a chi intraprende questo breve, ma veridico viaggio nel cuore delle tenebre [...]. Un'ottima ragione per pensare, senza essere distratti dal bombardamento visivo a cui siamo sottoposti quotidianamente e in modo sempre più ossessivo. [...] La novità consiste allora in questa progressione regressiva, il viaggio che andiamo a intraprendere su consiglio dell'artista, porta a noi stessi, a riflettere su quella parte della nostra vita sensoriale che escludiamo dalla normalità di una visione continua" (dal testo di Valerio Deho).