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“Il corteo si dirige verso piazza Indipendenza per raggiungere Magistero che, nel frattempo, è stato occupato. All’angolo di piazza Indipendenza sostano una decina di persone sulla cui identità non sarà mai fatta chiarezza. Sulla coda del corteo piomba una 127 bianca targata Roma S48856. E’ una civetta della Questura.

2/2/1977: PAOLO E DADDO

D'AMICO Tano, Paolo e Daddo [Roma, 1 - 2/2/1977]. Fotografia originale titolata e firmata. Stampa a cura dall'autore.

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D'AMICO Tano, Paolo e Daddo [Roma, 2 - 2/2/1977]. Fotografia originale titolata e firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, Volevamo solo cambiare il mondo, Napoli, Intra Moenia, 2008; pag. 78.

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La macchina viene fermata a colpi di sampietrini. Ne esce l’agente Domenico Arboletti, 24 anni. Incomincia una sparatoria che, secondo alcune testimonianze, coinvolge alcune delle persone ferme sull’angolo di Piazza Indipendenza. L’agente Arboletti si accascia colpito alla testa. E’ gravissimo e rimarrà fra la vita e la morte per più di un mese. Contemporaneamente l’autista della 127 impugna il mitra e fa fuoco contro le coda del corteo che si era disgregata dopo i primi colpi. Sono raggiunti da proiettili e feriti gravemente Leonardo Fortuna (Daddo), 22 anni, e Paolo Tomassini, 24 anni” (Piero Bernocchi, Dal ‘77 in poi, Roma, Erre Emme, 1997; pag. 146).

2/2/1977: PAOLO

D'AMICO Tano
, Paolo Tomassini [Roma, 2/2/1977]. Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, Se non ci conoscete, (Roma), Edizione Coop. Giornalisti Lotta Continua, 1977; pag. 42.

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“11 Feb. ‘77. Da cinque giorni l’università è occupata. L’idea è di una marea montante che è cresciuta giorno per giorno, uno scoppio di creatività e di gioia. Mercoledì alla manifestazione ci siamo trovati in 15 mascherati, con pupazzoni e strumenti musicali e siamo diventati, compreso lo spezzone femminista, più di metà del corteo. Ma questa è cronaca sono cose per ricordare. La mia paranoia dei giorni precedenti è diventata voglia di stare con la gente, i casini sono ancora tanti e mi passano davanti. Ho conosciuto molta gente, facilmente, parlando e vivendo insieme nell’occupazione. Ci sono anche i momenti di paranoia, ma è naturale, le nostre contraddizioni sono forti e terribili ma realmente superabili.

7 FEBBRAIO 1977: OCCUPAZIONE DELL'UNIVERSITA' DI ROMA

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D'AMICO Tano, Facoltà occupata [Roma, febbraio 1977]. Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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Dove andremo a finire? Chi lo sa, chi lo vuol sapere. L’esplosione è generale quanto l’imprevedibile, è bastata una scintilla, un pretesto, e tutto è saltato in aria così all’improvviso. L’esterno tace, aspetta lo scoppio della bolla di sapone, ma noi non siamo una bolla di sapone, siamo realtà, forza della disperazione, della emarginazione, della voglia di vivere. I burocrati spodestati stanno alla larga o girano come tigri in gabbia in attesa della loro piccola e bieca rivincita. CI AVETE CHIAMATO FRICCHETTONI, PROVOCATORI, FASCISTI. VESTITE COME NOI, PARLATE COME NOI, AVETE LA BOCCA PIENA DI LlBERTA’. AVETE ASSORBITO MOLTI COMPAGNI... MA LA NOSTRA RABBIA GRIDA PIU’ FORTE DI IERI RIPRENDIAMOCI LA VITA” (sta in Gandalf il Viola, Di versi, Roma, Libreria Arzak, 1977; pag. 4).

FEBBRAIO 1977

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D'AMICO Tano, Davanti al Ministero della Pubblica Istruzione [Roma, febbraio 1977] Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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“Per il comizio di Lama all’interno dell’Università militanti del sindacato e del servizio d’ordine del Pci presidiano il piazzale della Minerva dalle 7,30 di mattina, cancellando tutte le scritte fatte dagli indiani metropolitani, prima fra tutte quella a caratteri cubitali accanto ai cancelli dell’ateneo: I LAMA STANNO NEL TIBET

17/2/1977: IL GIORNO DELLA CACCIATA DI LAMA

D'AMICO Tano
, Il giorno di Lama [Roma, 1 - 17/2/1977], Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Dario Paccino, Sceeemi, Roma, I Libri del No, 1977 (giugno).

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Mentre viene montato su un camion il palco per il comizio, gli indiani montano su una scala da biblioteca (con le ruote e un palchetto con ringhiere) un fantoccio a grandezza naturale per rappresentare il leader sindacale, con la scritta NON LAMA NESSUNO.
Intorno alla facoltà di Lettere gli indiani cominciano a scandire slogan: «Sa-cri-fi -ci, sa-cri-fi -ci». Tra il servizio d’ordine del Pci e gli indiani aumenta sempre più la contrapposizione degli slogan. Lama inizia il comizio alle 10. A un certo punto dal «carroccio» degli indiani vengono tirati palloncini pieni d’acqua colorata (o di vernice) sui militanti comunisti. Il servizio d’ordine del Pci risponde caricando il carroccio degli indiani, ma, dopo aver travolto l’area «creativa» del movimento, entra in contatto e si scontra con l’area «militante» dei Collettivi e dell’Autonomia, che si riappropria del carroccio e lo usa per controcaricare.

17/2/1977: IL GIORNO DELLA CACCIATA DI LAMA

D'AMICO Tano, Il giorno di Lama [Roma, 2 - 17/2/1977]
Fotografia originale titolata e firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, Volevamo solo cambiare il mondo, Napoli, Intra Moenia, 2008; pag. 69.

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A Lettere viene organizzata un’infermeria di fortuna per i primi feriti. Quando però uno dei capi del servizio d’ordine della Federazione romana del Pci usa un estintore contro i militanti dei Collettivi, si scatenano gli scontri veri e propri. Alcuni banchi vengono rotti per farne bastoni. Alle 10,30 il sindacato decide di sciogliere la manifestazione mentre un’ultima carica spazza via il servizio d’ordine del Pci e dei sindacati. Al grido di «Via, via la nuova polizia», Lama viene cacciato dall’Università da alcune centinaia di giovani, che assaltano e demoliscono il camion che fa da palco. Gli studenti dei collettivi affrontano i militanti del Pci e dei sindacati, a bastonate, a colpi di spranga, di chiavi inglesi e a sassate, mentre il camion del sindacato viene capovolto, i vetri vengono rotti e le sponde laterali divelte.


17/2/1977: IL GIORNO DELLA CACCIATA DI LAMA

D'AMICO Tano
, Il giorno di Lama [Roma, 3 - 17/2/1977]
Fotografia originale firmata.
Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, Se non ci conoscete, (Roma), Edizione Coop. Giornalisti Lotta Continua, 1977; pag. 63.

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La calma torna solo quando i comunisti, usciti dall’Università, si schierano fuori dai cancelli. Il bilancio è di almeno una trentina di feriti. Nel pomeriggio, verso le 18, dopo un fi tto lancio di lacrimogeni, la polizia occupa militarmente l’ateneo, mentre il movimento si ritira uscendo dagli ingressi laterali. Fino al primo marzo la città universitaria resterà chiusa con il pretesto della riparazione dei danni provocati dagli occupanti, mentre il movimento si riorganizzerà alla Casa dello Studente e nelle facoltà decentrate di Economia e Commercio, Architettura, Magistero”
(Claudio Del Bello, Una sparatoria tranquilla, Roma, Odradek, 1997; pag. 310).

1977: INDIANI METROPOLITANI

D'AMICO Tano, Indiano metropolitano [Montalto di Castro, 20 marzo 1977], Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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“AUGH!! la stagione delle grandi piogge sta finendo: i colori della natura stanno emergendo, per spazzare via il grigio e la noia, il freddo e la paura dei nostri corpi. Più volte il popolo degli uomini ha, in questo inverno, riunito tutte le sue tribù per ricercare la gioia e la felicità, l’amore e la luce, il calore e la fantasia. Abbiamo danzato a lungo intorno al fuoco della nostra fantasia; abbiamo danzato a lungo intorno al totem della nostra lucida follia; poi, il popolo degli uomini si è disperso... le giacche blu hanno cantato vittoria, credendo che fossimo sconfitti defi nitivamente, ricacciati, con la forza dei loro bastoni tonanti, nelle nostre riserve. MA IL POPOLO DEGLI UOMINI È VIVO! LA SUA FORZA, LA SUA CREATIVITÀ NON SI È MAI SPENTA!! IL GRANDE SPIRITO DELLA FANTASIA È NUOVAMENTE ESPLOSO NELLE NOSTRE VIBRAZIONI!! Augh! Mercoledi scorso, la nuova luna ha illuminato i nostri volti con nuovi colori di guerra, le nostre menti sono esplose nei mille e mille colori dell’angoscia, della felicità, dell’amore... (Non sotterreremo mai più l’ascia di guerra!!, volantino pubblicato a Roma, sta in AA.VV., Le radici di una rivolta. Il movimento studentesco a Roma..., Milano, Feltrinelli, 977; pag. 103).

MARZO 1977: AUTONOMI

D'AMICO Tano
, Autonomi [Roma, marzo 1977]. Fotografia originale firmata.
Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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“I non garantiti, noi, vogliamo portare il potere alla disperazione; ecco che il potere ci indica e grida con voce rauca e tremante: «sono dei disperati!». Non è la voce del potere che ci fa paura, la nostra voce è più forte di quella del potere, dice la verità della pratica, del bisogno, scopre il possibile della storia: pr questo il potere ha paura della comunicazione, dell’incontro e delle carezze.

MARZO 1977

D'AMICO Tano, Polizia all'università [Roma, marzo 1977], Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore.

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“A tutte le tribù delle città lager, noi indiani delle colline mandiamo questo messaggio: Venite a Montalto di Castro il 20 Marzo a celebrare con noi la primavera, e la vita, sul luogo dove le lingue biforcute vorrebbero costruire una centrale atomica di morte. Dove loro vogliono fare la loro centrale, noi faremo crescere la nostra erba. Sono con noi i pescatori ed i contadini della zona, che vogliono difendere la terra, ed il mare dalla peste mortale dell’uomo bianco.

20/03/1977: FESTA DI MONTALTO DI CASTRO

D'AMICO Tano
, Festa di Montalto di Castro [1 - 20/03/1977]. Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata nella rivista I VOLSCI, n. 1, febbraio 1978; e in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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L’uomo bianco dice che vuole le centrali nucleari per fare energia. Ma non vuole l’energia del sole, che è pulita e non costa niente. Noi indiani delle colline chiamiamo i nostri fratelli delle città, che si sono battuti bravamente nelle università, al nostro soccorso per fare a Montalto una festa della nostra vita, e una festa della nuova primavera, contro l’eterno inverno del potere atomico bianco. GERONIMO ED I SUOI” (volantino distribuito in occasione della manifestazione, sta in Felice Froio, Il dossier della nuova contestazione, Milano, Mursia, 1977; p. 78).

20/03/1977: FESTA DI MONTALTO DI CASTRO

D'AMICO Tano, Festa di Montalto di Castro [2 - 20/03/1977]. Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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“Era vero che si voleva vivere tutti quanti insieme, mangiare tutti quanti insieme. Adesso sono impensabili delle feste... Poi gli assessori che sono venuti dopo hanno copiato quelle feste. Quando un omosessuale bandiva una festa, cioè invitava tutti quanti, cinquantamila persone, sessantamila persone, ad una festa sui prati di Montaldo di Castro, ad esempio, si andava tutti e c’era spazio per tutti, ma non solo per i giovani e per i belli. C’era spazio anche per i portatori di handicap, perché c’erano in mezzo a noi quelli che lavoravano con i portatori di handicap, e non erano assenteisti, quindi se li portavano, e c’erano insegnanti che portavano con sé i bambini, e c’era spazio per tutti, per i giovani, per i belli, per i brutti, per i portatori di handicap, c’era spazio per i pazzi, per i malati di mente. E secondo me solo nei periodi alti della civiltà esistono delle feste per tutti. Ecco, se tu ci fai caso, anche nella letteratura è raro trovare, sì, forse nella Comune di Parigi, ma soltanto nei periodi alti della civiltà è possibile trovare delle feste così, in cui c’è spazio per tutti” (Tano D’Amico, in Claudio Del Bello, Una sparatoria tranquilla, Roma, Odradek, 1997; pag. 139).

MARZO 1977

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D'AMICO Tano, Retata nel quartiere universitario [Roma, marzo 1977] . Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in AA.VV., Le eternànee di Franco Pinna, Tazio Secchiaroli, Tano D'Amico, Roma, Associazione Culturale Tam Tam, 1989: pag. 69, con il titolo Rastrellamenti; e Tano D'Amico, Volevamo solo cambiare il mondo, Napoli, Intra Moenia, 2008; pag. 65.

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"Ogni giorno, senza complessi e senza sensi di colpa, rincorro il senso della mia normalità, nel sapone da barba che posso anche non usare, perché ogni mattina, signori, io penso se oggi sia il caso di tagliarsi la barba oppure no, penso se ho voglia di giustificare la mia con il rito del fannullone, o del lavoratore o se ho voglia di ricominciare tutto da capo ancora una volta, (...) io posso pagare l’autobus, posso non pagarlo; potete dire lo stesso? la mia macchina di desideri e di scelte non è sincronizzata con la macchina del lavoro, non è sincronizzata con la macchina dei biglietti dell’autobus, non è sincronizzata con la macchina sociale del giusto e dell’illegale, forgia diecimila comportamenti al giorno, diecimila risposte, diecimila domande; sono la sola persona di cui abbia rispetto, la sola a cui io chiedo di vivere, (...) il desiderio non conosce scambio, conosce solo il furto ed il dono; cercheranno di legarmi, cercheranno di legarci, abbiamo bisogno di una corda per credere di poterci liberare, e alla corda rifaremo lo stesso discorso sulle invenzioni sul potere e sulla macchina: dieci crimini al giorno, amore mio, e saremo nostri!” (sta in Gandalf il Viola, Di versi, Roma, Libreria Arzak, 1977; pp. 20-21).

APRILE 1977: LE FEMMINISTE

D'AMICO Tano
, Corteo di femministe [Roma, aprile 1977]. Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, Se non ci conoscete, (Roma), Edizione Coop. Giornalisti Lotta Continua, 1977; pag. 64.

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“Alle 14,30 arriva la Celere, con gli ormai inseparabili giubbotti antiproiettile e mezzi blindati, sparando candelotti lacrimogeni contro ogni assembramento superiore alle 3 persone. Una volta sgombrati i viali, passano a liberare la facoltà. Gli occupanti vengono caricati e costretti ad uscire da Via De Lollis (...). La polizia incalza i compagni con continue cariche a colpi di lacrimogeni e di pistole. La prima, vera reazione dei compagni a questo attaco durissimo, avviene allorché in fondo a Via De Lollis viene fermato un autobus, e messo in mezzo alla strada per fare una barricata. E’ un baluardo che viene ben presto espugnato tra lacrimogeni e pistolettate. Si costruisce un’altra barricata a via dei Marrucini. E’ in questo punto che cade l’agente Passamonti quando un plotone di celerini cerca di conquistare la barricata. Dai compagni partono dei colpi di pistola, oltre a Passamonti cade un altro celerino che riporta gravi ferite” (Dario Paccino, Sceeemi, I Libri del No, 1977: pp. 139-140).

21/04/1977: UCCISIONE DELL'AGENTE SETTIMIO PASSAMONTI

D'AMICO Tano, Uccisione dell'agente Settimio Passamonti [Roma, 21/04/1977]. Fotografia originale titolata e firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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23 APRILE 1977: CACCIA AGLI INDIANI

D'AMICO Tano, Sembrano fratelli [Roma, 23 aprile 1977], Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, Se non ci conoscete, (Roma), Edizione Coop. Giornalisti Lotta Continua, 1977; pag. 3.

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“Il palco per gli interventi e per i gruppi musicali viene eretto in mattinata in piazza Navona, già controllata da polizia e carabinieri. Alle 13 viene sequestrata l’amplifi cazione e la piazza viene isolata dal resto della città. Alle 15 la polizia incomincia a sparare lacrimogeni contro qualsiasi gruppo numeroso che si aggiri per il centro di Roma. (...) Chi manifesta per le strade usa l’arma dello slogan, dei piccoli cortei che partono spontaneamente in tutte le direzioni, che sfuggono allo scontro frontale con la polizia. La polizia, invece, si muove con nuovi mezzi blindati, migliaia di granate lacrimogene, centinaia di colpi di pistola e raffi che di mitra sparate in direzione dei manifestanti che costellano di buchi i muri del centro di Roma. (...) Il deputato Marco Pannella e quello di Lotta Continua, Mimmo Pinto, vengono aggrediti nonostante godano dell’immunità parlamentare.

APRILE 1977

D'AMICO Tano, Uno sguardo [Roma, aprile 977]. Fotografia originale titolata e firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, Se non ci conoscete, (Roma), Edizione Coop. Giornalisti Lotta Continua, 1977; pag. 1.

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Le squadre speciali della Questura in borghese, tentano di infiltrarsi tra i compagni, intervenendo armi alla mano. Dalle 15 alle 18,30 tutto il centro di Roma è teatro di queste aggressioni a spese di chiunque si muova. Alle 18,30 un’improvvisata assemblea in mezzo ai fumi dei lacrimogeni decide disciogliere la manifestazione e di convocare per le 19,30 un’assemblea alla Casa dello studente.

12/05/1977: UCCISIONE DI GIORGIANA MASI

D'AMICO Tano

Agente in borghese [Roma, 12/05/77]. Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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La decisione viene comunicata immediatamente a tute le radio libere che la diffondono. Ma essa non raggiunge tutti e la polizia ha tempo di creare un cul-de-sac intorno a piazza Navona. Qui si continua a manifestare difendendosi con mezzi di fortuna fino a che una delegazione di giornalisti non riesce a contrattare una tregua con la polizia. Una via d’uscita è lasciata libera verso Trastevere, attraverso ponte Garibaldi. Qui alle 20 la polizia interviene sparando e cade, mentre fugge, Giorgiana Masi. Muore quasi senza che la gente che sta intorno e il compagno che era con lei se ne accorgano. Ha 19 anni” (Piero Bernocchi,Dal ‘77 in poi, Roma, Erre Emme Edizioni, 1997; pp. 225-227).

14/05/2007: FUNERALI DI GIORGIANA MASI

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D'AMICO Tano, Le amiche di Giorgiana [Roma, 14/05/1977]. Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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“Migliaia di poliziotti tengono sotto mira il concentramento. La Questura non osa ordinare la carica, che potrebbe risolversi in un massacro. (...) Le dichiarazioni del questore sono state smentite dagli stessi giornali di regime, le foto di poliziotti in borghese che prendono di mira con armi da fuoco i manifestanti sono state pubblicate con didascalie che indicano nomi, cognomi e gradi. (...) La Questura pretende che non si gridino slogan. Dalla manifestazione si risponde che anche ciò viene accettato perché si considera il manifestare già una grande vittoria politica. Il sit-in diventa silenzioso, ma di un silenzio che dura due ore e che è talmente carico di contenuti politici da essere più signifi cativo di uno scontro frontale. (...) Quando la manifestazione si scioglie, la rabbia poliziesca si scaglia contro il presidio femminista posto intorno al punto dove Giorgiana è caduta. Ne segue un violento pestaggio di una decina di donne” (Piero Bernocchi, Dal ‘77 in poi, Roma, Erre Emme Edizioni, 1997; pp. 228-229).

MAGGIO 1977

D'AMICO Tano
, Obiettori di coscienza [Roma, Università, maggio 77]. Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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“Dal mese di febbraio l’Italia è scossa dalla rivolta dei giovani proletari, dei disoccupati e degli studenti, dei dimenticati dal compromesso storico e dal gioco istituzionale. Alla politica dell’austerità e dei sacrifi ci essi hanno risposto con l’occupazione delle università, le manifestazioni di massa, la lotta contro il lavoro nero, gli scioperi selvaggi, il sabotaggio e l’assenteismo nelle fabbriche, usando tutta la feroce ironia e la creatività di quelli che, esclusi dal potere, non hanno più niente da perdere: «Sacrifi ci! Sacrifi ci!», «Lama, frustaci!», «I ladri democristiani sono innocenti, siamo noi i veri delinquenti!», «Più chiese, meno case!».

MAGGIO 1977

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D'AMICO Tano, Scontri [Roma, maggio 1977]. Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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La risposta della polizia, della DC e del PCI è stata senza ombra di ambiguità: divieto di ogni manifestazione a Roma, stato d’assedio permanente a Bologna con autoblindo per le strade, colpi d’arma da fuoco sulla folla (...). I sottoscritti esigono la liberazione immediata di tutti i militanti arrestati, la fine della persecuzione e della campagna di diffamazione contro il movimento e la sua attività culturale proclamando la loro solidarietà con tutti i dissidenti attualmente sotto inchiesta” (J.P. Sartre, M. Foucault, F. Guattari, G. Deleuze, R. Barhes, F. Vahl, P. Sollers, D. Roche, P. Gavi, M.A. Macciocchi, C. Guillerme e altri; sta in G. Orsini - P. Ortoleva, Alto là! Chi va la? Sentinelle o disfattisti?, Roma, Edizioni Cooperativa Giornalisti Lotta Continua, 1977; pp. 101 - 102; già nella rivista «Lotta continua», 5 luglio 1977).

MAGGIO 1977:

D'AMICO Tano
Che fare? [Umbria Jazz, luglio 1976]. Fotografia originale firmata.
Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, Se non ci conoscete, (Roma), Edizione Coop. Giornalisti Lotta Continua, 1977; pag. 47.

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"Siamo qui per combattere la repressione in atto, non per lamentarcene, non dobbiamo fare la retorica della repressione, dobbiamo sconfiggerla. (...) Non dimentichiamo, compagni, che la violenza della repressione è inversamente proporzionale alla violenza delle lotte, e al numero dei combattenti. Dove molti infrangono le leggi e le convenzioni, nessuno viene punito; e mentre le lotte circoscritte sono facilmente represse, quelle grandi e gravi sono premiate dalla vittoria. (...) Tornare all’offensiva significa: generalizzare e radicalizzare l’insubordinazione a qualsivoglia gerarchia, esercitare la nostra creatività distruttiva contro la società dello spettacolo, sabotare le macchine e la merce che sabotano la nostra vita, promuovere scioperi generali selvaggi a tempo indeterminato, riunirsi sempre in assemblea in tutte le fabbriche della separazione, eleggere delegati sempre revocabili dalla base, collegare costantemente tutti i luoghi di lotta..." (dal foglio Benvenuti nella città più libera del mondo, Bologna, 1977)

23/25 SETTEMBRE 1977: CONVEGNO INTERNAZIONALE CONTRO LA REPRESSIONE

D'AMICO Tano, Ragazze in Piazza Maggiore [Bologna, 23/25 settembre 1977], Fotografia originale titolata e firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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Questo movimento è, per il semplice fatto di essersi manifestato nelle forme in cui si è manifestato, il rifiuto definitivo di tutti i partiti e di ogni gerarchia, la critica vivente di tutte le ideologie e della politica specializzata, il rifiuto del lavoro e della disoccupazione, il gusto della comunicazione liberata e del dialogo, e quindi anche della festa e del gioco. (...) Vigiliamo, compagni, impedendo con ogni mezzo che si formino nuovamente fra di noi gerarchie e gruppetti burocratici con la pretesa di dirigerci! (dal foglio Benvenuti nella città più libera del mondo, Bologna, settembre 1977)

23/25 SETTEMBRE 1977: CONVEGNO INTERNAZIONALE CONTRO LA REPRESSIONE

D'AMICO Tano, Corteo [Bologna, 23/25 settembre 1977], Fotografia originale titolata e firmata.
Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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“A Roma si tiene la prima assemblea del movimento dopo il convegno nazionale di Bologna. Walter Rossi, militante di Lc, viene assassinato con un colpo di pistola alla nuca, dai fascisti della sezione di via delle Medaglie d’Oro. Poco dopo le otto di sera, un gruppetto di una quindicina di fascisti esce dalla sezione Msi-Balduina per fronteggiare un gruppetto di giovani di sinistra, accorsi in aiuto di un compagno aggredito sotto gli occhi della polizia in un bar di via delle Medaglie d’Oro; tra i due gruppi c’è anche un furgone blindato della polizia che comincia ad avanzare verso i giovani di sinistra, servendo da copertura ai fascisti, che lo seguono a passo di carica, correndo. Dal gruppo dei fascisti qualcuno estrae la pistola e spara alcuni colpi, prendendo la mira, ad altezza d’uomo. Mentre Walter Rossi cade il blindato della polizia gira l’angolo e si allontana senza intervenire. (Claudio Del Bello, Una sparatoria tranquilla, Roma, Odradek, 1997; pp. 345-346).

30/09/1977: UCCISIONE DI WALTER ROSSI

D'AMICO Tano, Walter Rossi [Roma, 30/09/1977]
Fotografia originale titolata e firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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A Roma dalle tre del pomeriggio almeno centomila persone partecipano ai funerali di Walter Rossi, a San Giovanni. Al termine delle esequie due cortei prendono due direzioni diverse. In circa ventimila si dirigono verso il Colle Oppio, dove c’è una famigerata sede missina. Dopo un breve fronteggiamento con i carabinieri, con sassaiole e lancio di lacrimogeni, il corteo riparte scontrandosi nuovamente con la polizia a largo Brancaccio. A piazza Tuscolo, invece, dove si dirige il resto dei manifestanti, viene incendiato un camion dei carabinieri, viene completamente distrutto un bar frequentato dai fascisti e la sede dell’Msi viene fatta saltare con tritolo e viene incendiata dai dimostranti. Un agente di polizia resta ferito alla schiena da un colpo di pistola. Altri scontri si verifi cano in via Noto, dove viene assaltata la sede missina. Alcune auto vengono incendiate in via Merulana” (Claudio Del Bello, Una sparatoria tranquilla, Roma, Odradek, 1997; pag. 347).

3/10/1977: FUNERALI DI WALTER ROSSI

D'AMICO Tano
, Scontri [Roma, 3/10/1977]. Fotografia originale firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata in Tano D'Amico, E' il '77, Roma, I Libri del No, 1978.

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"Iniziò con una Jacquerie, quante volte ce lo siamo ripetuto, ed entrammo nella storia. Volevamo eliminare tutti i miti, ne abbiamo distrutti tanti, ma anche costruiti di nuovi, a tal punto che finita la meravigliosa illusione, il sogno, ci siamo ritrovati schiacciati dalla storia, quella pubblica, degli altri. La nostra, fatta di tenerezze, scritte sui muri, cortei gioiosi e militari, tensioni, rimane nostalgico ricordo, per alcuni neanche consapevole memoria.

1977

D'AMICO Tano, Donne povere matte [Umbria Jazz, 1976]
Fotografia originale titolata e firmata. Stampa a cura dall'autore. Pubblicata nella rivista OMBRE ROSSE, n. 18/19, gennaio 1977: pag. 93 e in Tano D'Amico, Se non ci conoscete, (Roma), Edizione Coop. Giornalisti Lotta Continua, 1977; pag. 46.

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L‘ironia spaventò il potere, l‘incontrollabile lo spiazzò, ma con abilità esso iniziò il lungo corteggiamento, si rese disponibile, offrì spazi. Tanti compagni rimasero invischiati, e, pure attraverso loro, il potere fattosi consumabile riadattò rapidamente le sue forme di controllo alla nuova realtà. La ricerca della mediazione e del consenso intellettuale, fra chi aveva già da tempo fatto le sue scelte, ridussero come un tumore maligno a storia borghese l‘incommensurabile e mai trascrivibile poesia dei nostri gesti di rivolta" (Diego Benecchi)
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