AA.VV.
Zweite Ausstellung: Die Futuristen Umberto Boccioni - Carlo D. Carrà - Luigi Russolo - Gino Severini [Berlino]
Luogo: Berlin
Editore: Der Sturm
Stampatore: Carl Hause - Berlin
Anno: 1912 (aprile)
Legatura: brossura
Dimensioni: 19,2x14,7 cm.
Pagine: pp. 40
Descrizione: copertina color rossiccio, 8 riproduzioni di opere in bianco e nero n.t. Con la traduzione tedesca del «Manifesto del Futurismo» e della dichiarazione «Gli espositori al pubblico». Sono elencate 35 opere. Esemplare con leggere sottolineature a matita e a penna. Catalogo originale della terza mostra internazionale futurista e prima mostra futurista a Berlino, a cura di Herwarth Walden (Der Sturm, Königin Augusta-Strasse 51, 12 aprile - 31 maggio 1912). Seconda tiratura, dal 3° al 5° migliaio, in tutto identica alla prima.
Bibliografia: Manca a tutte le bibliografie
Prezzo: € 300ORDINA / ORDER
La prima tiratura del catalogo, in tutto identica alla seconda, ha una copertina color beige.

“Caro Carrà, s’è inaugurata questa mattina l’esposizione con la città tutta bianca di neve. Le entrate sono state pochissime paragonate a quello che ho visto a Parigi e Londra. La causa di ciò: il tempo pessimo, l’ambiente poco accalorato per le manifestazioni d’arte e, temo, l’essere organizzatore un giornalista, quindi collega e nemico di tutti i giornalisti, quindi dell’unico strumento adatto alla réclame, in casi come i nostri. (...) Questa mattina ho trasformato da solo l’esposizione. Abbiamo quattro enormi sale, le migliori, con luce, ma mal distribuita per mancanza di tende. Vicino a noi c’è una sla di Delaunay (...); Derain (...), Vlamink (...), Kandinsky (...). Al piano superiore: Braque, Herbin, Dufy, Kokoschka ecc. Ho dovuto trasformare tutto perché i quadri erano disposti senza nessun criterio. (...) In tutto siamo tredici o quattordici nomi, e la gioventù di tutti i paesi del mondo deve guardare ai nostri nomi col fremito di curiosità che noi ben conosciamo (...). Ma temo che non ci sia il rumore tremendo di Parigi e di Londra, causa la réclame male organizzata. Marinetti dovrebbe essere qui, sarebbe necessario. (...) Per quanto tutto me stesso senta in questo giorni l’impeto della costruzione, sono pronto a sacrificare ogni cosa pur di approfondire in me la nuova concezione delle cose portata incidentalmente o volutamente in molte opere dei giovani d’avanguardia e che noi abbiamo intuite nel buio di Milano. Marinetti dice che io sono portato ad esagerare il valore degli altri... Ma io non posso negare a me stesso il piacere di considerare l’opera di alcuni giovani francesi come eccellente e dichiarare a me stesso che Picasso è un talento straordinario, ma che mancano di tutto quello che io vedo e sento e per il quale credo e spero di superarli fra non molto. Noi siamo la seconda esposizione fatta da questo giornale [DER STURM]. La prossima sarà di Picasso, Gauguin e altri più o meno conosciuti. La nostra esposizione si può ripetere annualmente e ho già parlato per questo e siamo d’accordo” (Umberto Boccioni, in: Carlo Carrà, «La mia vita», Milano, Rizzoli, 1943; pp. 162-165).

ESEMPLARE IN PRIMA TIRATURA: non disponibile