LUCINI Gian Pietro
(Milano 1867 - Breglia 1914)
Storia della evoluzione della Idea. Gian Pietro da Core
Luogo: Milano
Editore: Casa Editrice Galli
Stampatore: Tip. Ditta Wilmant di L. Rusconi
Anno: 1895
Legatura: brossura
Dimensioni: 19,2x12,6 cm.
Pagine: pp. (2) XIV - 261 (3)
Descrizione: 1 tavola in bianco e nero f.t., acquaforte originale di Luigi Rossi incisa da V. Turati. Romanzo a sfondo sociale.Lievi fioriture in copertina. Esemplare intonso, in ottimo stato di conservazione. Prima edizione.
Bibliografia: AA.VV., «Dizionario generale degli autori contemporanei», Firenze, Vallecchi, 1974 (2 volumi): pag. 741; Matteo Bianchi, «Luigi Rossi», Busto Arsizio, Bramante, 1979; pag. 282 n. 43
Prezzo: € 1200ORDINA / ORDER
"Pubblicato nel 1895 quale primo (e unico) di una «Storia dell'evoluzione della Idea175, è certo il libro più artisticamente riuscito di uno spirito sottile e individualista; e, d'altra parte, è singolare documento delle aspirazioni morali e umanitarie di un'età. Tra i mietitori che stanno lavorando in un afoso giorno d'estate, Gian Pietro, un gagliardo giovane avido di libertà, lancia il grido della riscossa: s'inizia la lotta sociale, e per tutti deve essere lavoro e ricchezza nel trionfo dell'Idea. La ribellione serpeggia nascostamente tra i contadini; ma il fattore che sorveglia le opere dei mietitori ne ha compreso il fremito e licenza Gian Pietro. Costui continua nella sua propaganda, e presto attorno a sé riunisce compagni pieni di anelito verso un migliore futuro. Nella stalla, in cui essi si riuniscono, Gian Pietro incontra Giovanna Bruni, che, reduce dalla città, palesa alla sua gente contadina i vizi dei borghesi e le loro iniquità. I due giovani, più che da altro affetto umano, si sentono uniti dall'amore della futura collettività e dalla nascente idea di rivoluzione sociale. Mentre Gian Pietro pensa al modo di realizzare un'azione violenta e decisiva (...), sopraggiunge un burattinaio che dà spettacolo ai buoni villici, e i suoi personaggi fanno sentire il grido della lotta: la loro scena è lo specchio della vita stessa. (...) Un mattino con le zappe e le falci i contadini si raccolgono dinanzi al Palazzo marchionale, lo invadono e, poiché la forza pubblica sopraggiungendo reagisce uccidendo un ragazzo, la folla inferocita compie la sua vendetta sul fattore e su un carabiniere, e subito precipita nella villa a mettere tutto a saccheggio. Nell'ampia descrizione di questa "jacquerie" lombarda, accesa di tinte e ricca di una potenza descrittiva che è del miglior naturalismo, si fa luce la tragedia di Gian Pietro: egli sente il significato della sua azione di apostolo, mentre la folla si dà al vino e ai bagordi. E rimane imperterrito accanto a Giovanna quando tutti fuggono al sopraggiungere della cavalleria inviata per porre fine alla rivolta. Al di là della lotta, Gian Pietro sente la carità e l'uguaglianza, e pur nella sconfitta della sua azione comprende che il sacrificio non è stato vano" (Carlo Cordié, in: AA.VV., «Dizionario letterario Bompiani delle Opere e dei Personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature», Milano, Bompiani, 1959-1966: vol. II pag. 602).