DE DOMIZIO DURINI Lucrezia
(Trento 1936)
Olivestone - Joseph Beuys
Luogo: Roma - Zurigo
Editore: Edizioni Carte Segrete - Kunsthaus Zurigo
Stampatore: Grafica Artigiana - Roma
Anno: 1992 (aprile)
Legatura: brossura
Dimensioni: 29x21,5 cm.
Pagine: pp. 159 (5)
Descrizione: copertina illustrata con una immagine fotografica in bianco e nero. Volume interamente illustrato con immagini fotografiche di Buby Durini e riproduzioni in bianco e nero di opere e documenti. Testi di Lucrezia De Domizio, Harald Szeemann e Felix Baumann. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 70ORDINA / ORDER
"«Olivestone» è un'opera pienamente coerente alla linea artistica e alla ricerca compiuta da Joseph Beuys nella sua ultima stagione creativa. Le 5 vasche di pietra di Bolognano indicano una passione, un'unitarietà formale e una potenza d'espressione, riscontrabili forse solo in opere come «Tram Stop» (1976, ferro), «La fine del XX secolo» (1983, pietra basaltica, feltro, argilla), e «Fulmine con cervo nella sua luce» (1985, bronzo, alluminio). Questi lavori, prima di tutto, sono opere, sono sculture. «Olivestone» è già una scultura archetipica realizzata originariamente in pietra e olio. [...] «Olivestone» è una delle rare opere di Beuys che esaurisce il suo potere espressivo nell'ambito formale, nell'aspetto estetico. Non rientra nel programma di un'azione, non ne è un residuo, non è stata progettata: è solo stata esposta. E' una scultura? [...] A ciò va aggiunto il fatto che «Olivestone» è opera prematuramente orfana. Il Maestro tedesco è infatti morto a 15 mesi dal suo compimento. [...] Invece di chiedersi quello che «Olivestone» può dire invece di immaginare le parole mai pronunciate dal suo autore, perché non pensare a ciò che intorno a quest'opera, in 8 anni, è successo? Nessun altro lavoro di Beuys è stato oggetto di tante e tanto anomale attenzioni, né è mai stato testimone di tali scontri verbali e scritti. Ma proprio per tutto questo, non ha forse permesso che siano state prodotte e fatte circolare idee, parole, sentenze, opinioni? (materiali invisibili). Certo, si potrà obiettare, quanto è accaduto non ha niente a che fare con gli intenti originari dell'artista, né tanto meno con le tesi concettuali incarnate nel lavoro. [...] Resta però vivida l'immagine proiettata nel futuro dell'olio d'oliva che, muto testimone, registra attraverso la propria superficie speculare i più impercettibili sintomi di svolta, i più lontani umori di cambiamento e di metamorfosi. «Olivestone» è in questo senso la scultura sociale per eccellenza, poiché non essendo stata creata da J. Beuys, ma dalla storia e dalla società del passato, amalgamata agli eventi della realtà, sincronizza un vissuto che che va a toccare quei materiali invisibili di cui tanto J. Beuys ha discusso nel mondo. Essa non è metafora di scultura né ipotesi costruttiva, ma modello plastico di sensibile concretezza; essa invade realmente il tessuto sociale e i luoghi del dibattito civile, penetrando nelle aule della conoscenza e della cronaca" (Lucrezia De Domizio, pp. 9-13).