SENZA TREGUA Giornale degli operai e dei proletari comunisti
(Milano 1975 - Torino 1978)
Speciale Senza Tregua - Giornale degli operai comunisti - Per la milizia operaia e proletaria per il programma comunista (numero unico in attesa di autorizzazione)
Luogo: Milano
Editore: Supplemento a Linea di Condotta/1
Stampatore: Compograf - Milano
Anno: settembre 1977
Legatura: N. D.
Dimensioni: 1 fascicolo 44x32,5 cm.
Pagine: pp. 12
Descrizione: varie illustrazioni fotografiche in bianco e nero n.t. Alcuni articoli sul Convegno di Bologna contro la repressione del 23/25 settembre 1977, fra cui una «Lettera dal carcere speciale di Fossombrone per il convegno di Bologna» e una «Lettera dei redattori di Senza Tregua arrestati a Torino» firmata da Barbara Graglia, Giulia Borelli, Marco Scavino e Enrico Galmozzi. Altri testi: «La pratica del programma: Costruzione della milizia - L'assalto alla ricchezza sociale - Lo stravolgimento delle regole della produzione capitalista. Ripresa dello scontro su orario e salario come scontro esplicito di potere»; «Lama a Sesto San Giovanni»; «Banche sitema nervoso del comando capitalista».
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 200ORDINA / ORDER
"Il giornale esce con questo numero speciale - numero unico anche per la repressione - dopo essere stato al centro di campagne di arresti e intimidazioni a Torino e a Milano, associato prima all'organizzazione combattente Prima Linea e poi a un'altra: le Brigate Rosse. Perché questo giornale continua testardamente ad uscire? Non solo per una dignitosa opposizione all'attacco che lo stato e la socialdemocrazia portano all'organizzazione rivoluzionaria e di lotta del proletariato, ma per il ruolo che il dibattito tra i rivoluzionari ha assegnato a questo giornale... In questo dibattito sulla repressione la prima cosa di cui ci dobbiamo spogliare crediamo sia un atteggiamento vittimistico ed innocentistico col quale si pensa di poter evitare la discriminante che il nemico ci pone per stare nella sua società: la violenza... Sulla forza del movimento in particolare di questo ultimo anno, che un compagno ha definito il «bellissimo '77», che ha saputo unificare contro emarginazione e ghettizzazione la sinistra operaia e l'operaio sociale del lavoro decentrato e del lavoro nero, gli studenti disoccupati e precari, i lavoratori dei servizi nelle nuove composizioni di classe... con gli attacchi alla ristrutturazione aziendale e ai covi del lavoro nero, con la riappropriazione di case, musica, cinema, cibo e a volte delle armi come a Roma e a Bologna, che ha attaccato e punito i nemici, esercitato la rappresaglia arrivando nei momenti più alti a porre concretamente la questione del suo armamento, dicevamo sulla forza e per la forza di questo movimento...hanno lavorato organismi ed organizzazioni con la continuità della pratica del programma... Noi parliamo di violenza, di forza, di attacco, di armamento e poniamo il problema del carattere di milizia che deve avere ogni livello di organizzazione di massa e di avanguardia" (pp. 1-3)