SARENCO
[Isaia Mabellini] (Degagna di Vobarno, Brescia 1945 - Cunettone di Salò 2017)
Ma esiste un'anima rivoluzionaria dell'avanguardia? - But does there exist a revolutionary essence of the avant-garde?
Luogo: Firenze
Editore: Techne, "Quaderno n. 32"
Stampatore: stampato in proprio
Anno: 1972
Legatura: brossura fresata
Dimensioni: 21,5x16,4 cm.
Pagine: pp. 104 n.n.
Descrizione: copertina con titoli in bianco su fondo nero, stampa in ciclostile. Testo in italiano e inglese. Libro d'artista che si legge col dorso in testa, sfogliando le pagine come di un calendario. Prima edizione.
Bibliografia: Liliana De Matteis – Giorgio Maffei, «Libri d’artista in Italia 1960 – 1998», (Torino), Regione Piemonte Assessorato alla Cultura – Direzione ai Beni Culturali, 1998: pag. 198 n. 2536
Prezzo: € 350ORDINA / ORDER
Titolo completo: «Ma esiste un'anima rivoluzionaria dell'avanguardia? - But does there exist a revolutionary essence of the avant-garde? Ovvero della trasformazione politica di un libro revisionista quale "Le avanguardie artistiche del '900" di Mario De Micheli - Or, of the political transformation of a revisionist book like "The artistic avant-gardes of the twentieth century" by Mario de Micheli. - E' un'operazione poetica - A poetic operation».

Titolo in copertina «Ma esiste un'anima rivoluzionaria dell'avanguardia? - But does there exist a revolutionary essence of the avant-garde? - Note sulla poesia visiva di Rossana Apicella».

"La autentica frattura è intorno al 1965: la parola diviene aggressione, si contorce in simboli grafici, si trasfigura in immagine predominante sullo sfondo visivo... Il gioco è bruscamente interrotto dal maggio francese: nel cataclisma degli eventi resistono solo le scritte, sui muri, sulle latrine, nelle strade. La poesia, poesia e rabbia di popolo, furore di Nanterre, voce unica e totale nel momento rivoluzionario, rifiuta il suo aspetto ludico, il gioco femmineo degli abatini del Gruppo 63, diviene la prima espressione della violenza umana, la pietra incisa, il metalinguaggio delle civiltà sazie che aspirano inconsciamente alla catarsi della barbarie. La nuova poesia visiva non ha forse ancora nomi: nasce dal manifesto strappato dalla bacheca, dalla scritta oscena, dal canto delle fabbriche assediato..." (dalla introduzione, «Temi e aspetti della poesia visiva- Cap. 1°» di Rossana Apicella).