SARENCO
[Isaia Mabellini] (Degagna di Vobarno, Brescia 1945 - Cunettone di Salò 2017)
La poesia visiva in Italia. Collezione Denza/Brescia. A cura di Sarenco
Luogo: Milanino sul Garda / Villanuova sul Clisi, Brescia
Editore: Edizioni Amodulo
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1971 [aprile/dicembre]
Legatura: brossura spillata
Dimensioni: 16x21,8 cm.
Pagine: pp. 62 n.n. compresa la copertina
Descrizione: copertina illustrata con la riproduzione di un'opera di Sarenco («L= Lettore») e 12 riproduzioni di opere in bianco e nero n.t., tratte dalla collezione di Tullia Denza (Brescia). Stampa in ciclostile. Testo di Sarenco. Con brevi bio-bibliografie degli artisti in appendice. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 350ORDINA / ORDER
Opere riprodotte di Mirella Bentivoglio, Ugo Carrega, Emilio Isgrò, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Michele Perfetti, Lamberto Pignotti, Sarenco, Carlo Alberto Sitta, Franco Vaccari.

Gli altri artisti in elenco: Vincenzo Accame, Achile Bonito Oliva, Luciano Caruso, Liliana Landi, Lino Matti, Rolando Mignani, Maurizio Nannucci, Martino Oberto, Rodolfo Vitone.

"Il materiale dell'archivio della collezione Denza/Brescia, definito «La poesia visiva in Italia» è stato esposto: - settembre 1970: Galleria S. Chiara / Brescia; - marzo 1971: Galleria Vecu / Anversa (Belgio), «Italiaanse visuele poezie», testi a cura di Sarenco e Paul de Vree. Altre esposizioni sono in programma in Italia ed in Europa. L'archivio è costituito da 42 opere grafiche originali di 21 autori" (Sarenco).

"Il riferimento al futurismo è per noi d'obbligo. [...] Il futurismo, mentre inizialmente incise sul costume nazionale, venne rifiutato a livello letterario dalla tradizione idealista crociana. Quando, dopo la guerra, si presentò la condizione critica per una rilettura del futurismo, lo si rifiutò nuovamente per la sua identificazione pratica col fascismo. [...] All'inizio degli anni '60, nel campo della poesia italiana, si possono caratterizzare a grosso modo tre linee: unma prima linea che è quella del postermetismo, [...] una seconda è rappresentata dai «novissimi» [...]. La terza linea è rappresentata da quell'insieme di operazioni condotte da poeti i quali mettono in dubbio il privilegio accordato all'aspetto esclusivamente verbale del linguaggio. [...] Negli anni tra il 1960 e il 1963 alcuni poeti operarono nella direzione generale della terza linea indicata senza avere la possibilità di far circolare i risultati del proprio lavoro per un diffuso disinteresse della cultura militante nei confronti di operazioni di questo tipo. Soltanto nel 1963, anno focale per l'affermazione progressiva futura delle nuove ricerche poetiche, si hanno in Italia le prime manifestazioni che consentono di individuare l'esistenza di gruppi operativi dai quali nasceranno attività di tipo editoriale, espositivo, organizzativo. Mentre in questo anno prevaleva ufficialmente l'attività del «Gruppo 63», espressione più tipica del potere culturale, le componenti maggiormente autonome della nuova poesia cominciavano ad assumere una loro configurazione. E' in tale anno che avvengono le prime attività esterne (mostre, dibattiti, etc.). In seguito a questa attività, si può offrire oggi a posteriori un modello interpretativo che si suddivide in almeno 3 aspetti: - Il primo aspetto si accentra intorno alle caratteristiche più tipiche della cosiddetta «civiltà dell'immagine» e dei relativi gerghi tecnologici, facendo dei ricalchi semantici (nell'utopica aspirazione di rovesciarne la direzione) di tutto quell'universo segnico che detta civiltà «consuma» attraverso i «mass media». A tale operazione fu legato il «Gruppo 70» seguito da alcune altre riviste come «Linea Sud» di Napoli e, molto recentemente, «Techne» di Firenze. - Il secondo aspetto si accentra intorno a tre riviste («Ae» di Genova, «Ex» di Roma, «Tool» di Genova e Milano), che hanno avuto in comune determinati atteggiamenti: una circolazione definita (nel linguaggio di «Ae») "quasi pubblica quasi privata"; una tensione specifica dedicata all'uso dei processi di stampa; un atteggiamento generale di anarchia culturale in contrapposizione allo schematismo critico ufficiale; un'apertura di informazione culturale a livello internazionale [...]. - Il terzo aspetto si accentra intorno ad un atteggiamento che non si identifica propriamente con un precedente modello letterario (anche se viene tenuta in giusta considerazione l'esperienza futurista), ma tende a produrre della «poesia pubblica» nel senso più esattamente politico. Tale aspetto si è configurato soprattutto attorno alla rivista ed al gruppo «Amodulo» di Brescia..." (dal testo introduttivo, datato "8-11-1970 - Sted. Museum / Amsterdam" e sottoscritto da Sarenco, Eugenio Miccini e Ugo Carrega).