D'AGOSTINO Giovanni
(Catania 1932 - Bologna 2000)
DI MARCO Roberto
(Palermo 1937 - Bologna 2013)
Giovanni D'Agostino - IV operazione
Luogo: Milano
Editore: Salone Annunciata
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1972 [gennaio]
Legatura: poster pieghevole stampato al recto e al verso
Dimensioni: 43,5x31,5 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: un disegno in bianco su fondo nero al recto, 4 immagini fotografiche in bianco e nero al retro di Aldo Penazzi. Un testo dell'artista e uno di Roberto di Marco («Clausole ritmiche»). Catalogo, poster e invito originale alla mostra (Milano, Salone Annunciata, 13 - 29 gennaio 1972).
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 130ORDINA / ORDER
"E' avanguardia in arte ogni operazione la quale risulti antagonistica al modo di produzione capitalistico di comunicazione, informazione, arte, ideologia" (dal testo di Giovanni D'Agostino).
“[...]
VII.
Ma l’uccisione dell’orco è ancora lontana, compagni.
Ed è vero il contrario.
Io mi contraddico.
Non mi contraddico, non per mia cura,
nel fascicolo che mi riguarda presso la Federazione del PCI
e presso l’Ufficio Politico della Questura.
[...]
XIII.
E qui non c’è nessuno perché,
perché nessuno pensa,
e le apparenze sono ancora essenze.
[...]
XV.
Ciò che noi propriamente chiamiamo azione
(noi intellettuali, dico) è compromissione:
o peggio ancora ogni azione ci sembra così sia
XVI.
Questo è un mortorio, per chi conosce
la situazione del mare, dove vale assoluto
il principio di distruzione.
XVII.
Né i cactus abbisognano di droga
per ergersi spinosi e funesti come me nei deserti.
XVIII.
Che cazzo significa tutto questo in questo luogo asciutto
non è mai stato chiaro.
Perché le apparenze sono ancora essenze?
XIX.
E come si potrebbe vivere diversamente?
Sappiamo che si arriva nuovamente
a un punto in cui il cerchio si chiude
e il pensiero circola in esso vizioso
[...]
XXI.
(La letteratura intanto è una donna che tiene con sé
una chiave avvolta
in un fazzoletto di seta nera,
nel quale la storia della chiave
tessuta è in oro)” (Roberto Di Marco).
“[...]
VII.
Ma l’uccisione dell’orco è ancora lontana, compagni.
Ed è vero il contrario.
Io mi contraddico.
Non mi contraddico, non per mia cura,
nel fascicolo che mi riguarda presso la Federazione del PCI
e presso l’Ufficio Politico della Questura.
[...]
XIII.
E qui non c’è nessuno perché,
perché nessuno pensa,
e le apparenze sono ancora essenze.
[...]
XV.
Ciò che noi propriamente chiamiamo azione
(noi intellettuali, dico) è compromissione:
o peggio ancora ogni azione ci sembra così sia
XVI.
Questo è un mortorio, per chi conosce
la situazione del mare, dove vale assoluto
il principio di distruzione.
XVII.
Né i cactus abbisognano di droga
per ergersi spinosi e funesti come me nei deserti.
XVIII.
Che cazzo significa tutto questo in questo luogo asciutto
non è mai stato chiaro.
Perché le apparenze sono ancora essenze?
XIX.
E come si potrebbe vivere diversamente?
Sappiamo che si arriva nuovamente
a un punto in cui il cerchio si chiude
e il pensiero circola in esso vizioso
[...]
XXI.
(La letteratura intanto è una donna che tiene con sé
una chiave avvolta
in un fazzoletto di seta nera,
nel quale la storia della chiave
tessuta è in oro)” (Roberto Di Marco).
