ANONIMO
SIMONETTI Gianni-Emilio
(Roma, 1940)
Di qualche tecnica di raccolta delle virgole della cronaca per fare il punto sulla preistoria (le origini dell'Internazionale Situazionista) - Le mani di Karl Radek
Luogo: Milano
Editore: Multhipla Edizioni, "La Fronda - Quaderni di Critica n. 3"
Stampatore: Arti Grafiche Mulhipla
Anno: 1975 (giugno)
Legatura: brossura
Dimensioni: 23,4x16,5 cm.
Pagine: pp. 50 (2)
Descrizione: copertina ilustrata con una fotografia a colori, alcune immagini in bianco e nero n.t. Opuscolo che raccoglie anonimamente due testi di Gianni Emilio Simonetti. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 120ORDINA / ORDER
Il primo testo («Di qualche tecnica di raccolta delle virgole della cronaca per fare il punto sulla preistoria») è una comunicazione letta al Centro Internazionale di Brera nel maggio 1975, e costituisce una breve e concisa storia delle origini dell'Internazionale Situzionista; il secondo («Le mani di Karl Radek») è una comunicazione letta il 17 aprile 1975 a Roma presso la sede degli Incontri Internazionali d'Arte.

"Da un punto di vista di bassa e rozza storiografia è indubbio che l'I.S. [Internazionale Situzionista] è conosciuta soprattutto per lo scandalo di Strasburgo del 1966, in particolare per la brochure «Della miseria dell'ambiente studentesco» e per essere stata il detonatore di quei gruppi «enragés» che innescarono il maggio rosso e il cosiddetto anno degli studenti in Europa. Anche a questo livello, tuttavia, la volgarità dei suoi critici e di molti di quelli che le hanno rivolto la loro velenosa attenzione è unica. Basta ricordare, per restare in Italia, la prima traduzione della «Misère», che, caso unico nell'editoria di questo dopoguerra, ha spinto il suo editore, Feltrinelli, a dissociarsi «explicitis verbis», con una nota introduttiva, dalle tesi da lui stesso pubblicate, oppure, il vergognoso libretto della casa editrice De Donato dove ad una falsa, scorretta e mai autorizzata traduzione di alcuni tesi di Vaneigem si aggiunge l'insulto del nome dell'autore sulla copertina storpiato in «Vaneigam» e mai corretto" (pag. 7).

"La politica (...) è assunto per ciò che realmente è nella sua ironia: una forma di religione. L'automatismo artificiale della scrittura trascina i chierici verso il mal sottile della masturbazione, alla «verité» delle tautologie del «je parle», e perché no, alla sindrome dello stalinismo. Ne consegue che lo stesso diritto alla verità, reclamato da Platone, , perviene, nella falsa opposizione, ad una «somiglianza» che è il simulacro della «sembianza», il ciò che appare come politico nel cui processo i diritti correnti sembrano pretese inverosimili. Non risalti assurdo, allora, che nei frigoriferi della società dello spettacolo il sale della dialettica non riesca a sciogliere il ghiaccio della vita inquotidiana" (pag. 41).