COMANDO DI FIUME D'ITALIA Bollettino Ufficiale
(Fiume 1920 - Fiume 1920)
Comando di Fiume d'Italia. Bollettino ufficiale - Serie II n. 7. Della libertà di stampa ossia il diritto di mentire
Luogo: Fiume
Editore: N. D.
Stampatore: Tipografia de La Vedetta d'Italia - Fiume
Anno: 21 febbraio 1920
Legatura: N. D.
Dimensioni: 1 fascicolo 29x22,8 cm.
Pagine: pp. 4
Descrizione: tutte le copie di questo numero spedite oltre i confini di Fiume furono sequestrate dal governo italiano (vedi il Bollettino Ufficiale del Comando n. 9, del 26 febbraio 1920). Edizione originale.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 200ORDINA / ORDER
Una nota del Bollettino Ufficiale del Comando, n. 9, 26 febbraio 1920, precisa: "Gli amici nostri troveranno in questo bollettino [n. 9] materiale che è stato pubblicato nel n. 7. La gentilezza squisita di Cagoia volle sequestrare tutte le copie dei bollettini, che noi, con mezzo speciale, abbiamo mandato; perciò crediamo necessario ed opportuno ripetere gli articoli più interessanti già pubblicati".
Indice:
- «Della libertà di stampa ossia il diritto di mentire». Polemica con Gino Berri e il Corriere della Sera. "Ripetiamo che il Comando di Fiume non ha mai pensato di impedire chicchessia di apprezzare ostilmente la sua condotta. Il Corriere della Sera però, [...] inventava di sana pianta menzogne d'ogni calibro, fra le quali questa: che d'Annunzio e i legionari stanno a Fiume contro la volontà della cittadinanza [...]. Il Corriere della Sera aveva in Fiume un corrispondente nella persona del signor Berri. Non è quindi ammissibile che la calunniosa menzogna riportata sopra fosse ripetuta in buona fede, poiché il berri era testimone auricolare ed oculare della perfetta fusione di animi, di aspirazioni e di volontà esistenti in Fiume tra Comando e cittadinanza. Ciò posto, i casi sono due: O il signor Berri, pur conoscendo la verità induceva il suo giornale alla menzogna informandolo falsamente tacendo i fatti; o il Corriere della Sera non teneva alcun conto delle informazioni veritiere che il signor Berri gli mandava. [...] Nel secondo caso - che sembra più probabile anche in base delle dichiarazioni verbali del signor Berri, della cui onestà non abbiamo ragione di dubitare - è evidente che il Corriere della Sera teneva a Fiume un suo inviato non per essere informato della verità, ma unicamente per avvalorare le menzogne che spaccia. [...] Del resto il signor Berri sentiva tanto bene di essere in posizione falsa che aveva deciso di andarsene - come risulta da una lettera da lui resa pubblica - proprio nell'ora istessa in cui il Comando lo pregava di allontanarsi [...]. Il Comando non ha fatto altro dunque, che andare incontro al signor Berri, preoccupandosi anche di evitare che si ripetessero incidenti incresciosi ma inevitabili dato il legittimo sdegno dei legionari".
- «I bimbi di Fiume partono oggi per Milano» (21 febbraio 1920).
- «Gabriele D'Annunzio tra i volontari Giuliani a Drenova» (19 febbraio 1920).
- «L'arresto del Comandante Ceccherini». Articolo sull'arresto a Trieste di Venanzio Ceccherini, figlio del Generale Sante, avvenuto l'11 febbraio 1920, e della sua fuga a Fiume.
- «I pescatori di Fiume. Una spontanea offerta al Comandante» (17 febbraio 1920).
- «La Croce Rossa e l'approvvigionamento della città. Un encomio del Comandante». Messaggio di D'Annunzio del 18 febbraio 1920.
- «Una lettera del sindaco di L. Siviero».
- «Il colonnello Margonari al Popolo d'Italia» (15 febbraio 1920).
- «Per i possessori di valuta fiumana vecchio timbro».
- «La testimonianza del sig. Zanella».
- «La morte di un valoroso amico della causa fiumana».
- «Vendita di fumo». Polemica con Ruggero Gotthardi per un telegramma da lui inviato al ministro Trumbic a nome del proprio partito e del Partito Socialista fiumano in cui garantisce che tutti i fiumani preferirebbero l'annessione alla Jugoslavia che non il "modus vivendi" proposto da Nitti. Dichiarazione smentita dallo stesso Partito Socialista.
- «Plausi e consensi alla causa fiumana - I nostri amici d'America».