LA PIETRA Ugo
(Bussi sul Tirino, Pescara 1938)
Biennale di S. Benedetto del Tronto. Al di là della pittura 1968 - Ambiente audiovisivo interattivo [ritratto dell'artista in ombra all'interno dell'ambiente]
Luogo: S. Benedetto del Tronto
Editore: N. D.
Stampatore: N. D.
Anno: 1969 [luglio]
Legatura: N. D.
Dimensioni: 29,7x24 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: fotografia originale in bianco e nero di Giuseppe Jammarrone, titolata, erratamente datata «1968» e firmata al retro da Ugo La Pietra, con due timbri di archiviazione: «Ugo La Pietra - Via Solferino 12 - Milano» e «Archivio Ugo La Pietra - Via Guercino 7 - Milano». Timbro del fotografo: «Giuseppe Jammarrone». L'immagine ritrae l'artista in ombra all'interno dell'installazione creata in occasione della VIII Biennale d'arte S. Benedetto del Tronto. Al di là della pittura (5 luglio - 28 agosto 1969). Vintage.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 900ORDINA / ORDER
"La mostra, organizzata nell'estate del 1969 a San Benedetto del Tronto, da me, da Filiberto Menna e da Luciano Marucci, era intenzionata ad essere, come dice il titolo, «al di là della pittura». In altre parole, è stata un'esposizione, che ha escluso la pittura appesa alla parete e la scultura su un piedistallo, al fine di dare la massima importanza alle due tendenze sopra menzionate. Lo scopo era di stabilire visivamente (posti a confronto diretto), il comportamento di alcuni dei più interessanti e impegnati artisti delle ultime due generazioni in Italia, appartenenti alle due opposte tendenze. Per la prima volta, credo, è stata fatta una cosa del genere. Le grandi esposizioni di arte concettuale (Berna, Amsterdam, Amalfi) avevano escluso tutti gli altri sviluppi e, così pure, nelle mostre dell'altra tendenza, i tecnologici, cinetici e programmatici hanno dominato senza alcun impedimento. Non è stato facile persuadere gli artisti a questo incontro faccia a faccia, specialmente perché le loro armi non erano uguali, quelle dei tecnologici, fastose e scintillanti; quelle dei concettuali leggere e imponderabili. Oltre le opere puramente «visive» ( ogni artista aveva il proprio spazio in cui realizzare il lavoro preferito), l'esposizione presentava altri tipi di azione «al di là della pittura», come la continua esecuzione, in una stanza speciale, di musica «concreta» elettronica di Boguslaw Schäffer, Giuseppe Chiari, Vittorio Gelmetti, Pietro Grossi; un happening musicale di Chiari, Gelmetti e Lacy; la proiezione di films sperimentali di Baruchello, Leonardi, Patella, Turi, Munari-Piccardo; e altre «azioni» che erano sparse nelle vicinanze dell'esposizione e inserite nel paesaggio urbano e naturale, come per esempio la zattera di Mattiacci, l'automisurazione di Nanni, e vari lavori di Contenotte, La Pietra, Marotta e altri che coinvolgevano il pubblico. Oltre ciò, e precisamente per offrire una ristretta rassegna della produzione internazionale , era stata allestita una mostra di multipli, con esemplari scelti fra i più significativi in Italia e all'estero... Nell'ambiente audio visuale di La Pietra il suono aveva un'importanza strutturale. Come il visitatore progrediva lungo il percorso di plexiglass verso una sorta di cupola trasparente, il suono diventava più forte o più debole, causando strane interferenze con l'intensità delle luci e le trasparenze del tunnel. All'interno di questa opera La Pietra aveva inserito alcuni degli elementi più costanti del suo recente lavoro per realizzare una costruzione nella quale la fantasia si coniugava con la possibilità di utilizzo architettonico..." (Gillo Dorfles, «Al di là della pittura. Riflessioni su un'esposizione tenutasi lo scorso anno a San Benedetto del Tronto», ART INTERNATIONAL, Lugano, vol. XIV / 7, 20 settembre 1970, pp. 71-73. Traduzione dall'inglese di Elisa Bottoni).